Articoli di Aliberth

Il mondo va sempre come
deve andare...
compendio di articoli pubblicati sul Bollettino Nirvana News
 

Anche stavolta ci preme mettere insieme alcune considerazioni che sono state messe, volta per volta, nel Notiziario del nostro Bollettino ‘Nirvana-News’. In questo modo, si otterrà che molte più persone potranno leggerle…

 

PAROLE AL VENTO – Una delle parabole più significative del Vangelo è senz’altro quella del ‘Seminatore’. Egli semina i suoi semi dappertutto, senza curarsi dove vadano a cadere. Così’, quei semi vanno a cadere su diversi terreni: alcuni cadono su un buon terreno fertile, e fruttificheranno subito, altri invece cadono su terreni aridi, e dovranno aspettare le varie cause e condizioni (cioè, la pioggia) per poter maturare in seguito. Altri semi poi vanno a cadere su roccie o sabbia, dove al momento non hanno alcuna possibilità di dare frutti, e allora le cause e condizioni avranno ancora più difficoltà nel poter essere attive (vedi i forti venti ed i sommovimenti geologici), così da permettere che quei semi possano, magari in futuro, generare i loro frutti. Tutto questo per dire che, anche nel nostro lavoro di istruzione della dottrina del Chan, non necessariamente i buoni risultati devono essere visti qui e subito. Il frutto del nostro predicare la ‘buona novella’ del Buddha e dei Patriarchi potrebbe generarsi anche dopo molti e molti anni, o addirittura in vite successive. Perciò, non c’è da doversi abbattere se nel frattempo sono poche le orecchie di chi ‘sa ascoltare’… D’altronde, già ai tempi dei grandi iniziati Chan dell’antica Cina c’era il problema della difficoltà di comprensione e, soprattutto, della scarsa volontà di voler apprendere una dottrina così penetrante e misteriosa. Ma, fin da allora, non ci si preoccupava se le persone veramente interessate all’ascolto della dottrina erano poche. Spesso i maestri Chan andavano nelle foreste a declamare le profonde verità e, anche se gli ascoltatori umani erano scarsi, c’era la possibilità che vi fossero le ‘menti’ di altri esseri (animali, spiriti della natura, esseri privi-di-corpo) in religioso ascolto delle sacre ingiunzioni. Quindi, mai le parole della dottrina sono state gettate ‘al vento’, ma anzi è possibile che il vento, portandole nelle varie direzioni, poi le possa trasformare in energia psichica e spirituale. Cosìcché, quando si formeranno le giuste cause e condizioni (particolari situazioni esperienziali nelle menti degli esseri), alla fine queste parole potranno diventare quella acuta intelligenza e profonda capacità intuitiva che sorge in coloro che avranno ottenuto i meriti del karma spirituale positivo.

Se non fosse così, non saprei proprio come spiegare, a me stesso ed agli altri, il fatto che alcuni individui abbiano una così lucida facoltà di comprensione del Dharma, ed anche una notevole volontà di arrivare alla fine del Sentiero, mentre altri (purtroppo la maggioranza) nella loro mente non vengono minimamente scalfiti dalla motivazione né dall’interesse per un sentiero spirituale risolutivo come il Chan, che porta alla soluzione delle domande esistenziali ed alla pace definitiva del cuore. Ci resta sempre la fiducia, però, che se realmente vogliono ottenere una definitiva pace ed un conclusivo conforto alle loro sofferenze, tutti gli esseri dovranno per forza approdare prima o dopo ad una dottrina di vera conoscenza interiore come il Chan. Nella ‘verità assoluta’, il tempo non ha significato e quindi non sono i millenni o gli eoni ad avere valore, ma solo il risultato finale, che equivale alla fine del ‘sogno’ samsarico, per quanto lungo possa esser stato.

CAMBIAMENTI DI MENTE. Quello che è veramente importante, però, è che ci sono purtroppo sempre meno persone veramente interessate al Chan. Noi, da parte nostra, faremo comunque in modo che quando una persona riesce a rendersi conto di essere all’oscuro della verità e vuole risposte alle sue incertezze e ai suoi dubbi possa trovare qui al Centro Nirvana la soluzione e l’attivatore della Via spirituale per perfezionare la sua mente ignorante e poterla aprire al Dharma del Buddha. Infatti, ciò che ci preme ben più dei cambiamenti esteriori, è la possibilità che le persone imparino a cambiare la loro mente. Non certo scambiare la propria mente con quella di un’altra persona, ma la trasformazione della propria mente, egocentrica e ignorante, cambiata in una mente saggia e unificata. Ed è proprio questo ciò che il Chan promette. La metodica e continuativa applicazione della pratica meditativa interiore della consapevolezza Chan porta la mente umana, con il tempo che le occorre, a conoscersi in profondità, come mai le era stato possibile prima, le fa svelare tutti i meandri ed i recessi sconosciuti della propria personalità. Così, in questo modo, quasi come se si fosse un’altra persona fuori di noi, si impara a vedere i propri difetti congeniti, li si giudica come negativi e pericolosi oltre che per gli altri, perfino per se stessi, poi imparando così a trasformarli in autentica gentilezza e compassione altruistica, ma dopo aver compreso la verità dell’esistenza e l’apparente realtà illusoria del mondo. Quindi, con la consapevolezza Chan, la visione ‘dualistica’ della manifestazione si trasforma in visione unitaria, con una mente che ha riscoperto la sua natura originaria che, con la comprensione della legge di causa ed effetto, potrà arrivare a capire la ‘vacuità’ di noi stessi e del mondo. Ed a questo punto, tutto ciò che esiste ci apparirà nella sua vera realtà: una mutevole proiezione della mente, obbligata dal suo karma precedente a considerare reale tutto ciò che, come in un sogno, appare soltanto per un breve spazio di tempo, si muove e vive in modo transitorio ed effimero  per poi scomparire di nuovo nel nulla. Solo con il totale e perfetto cambiamento della sostanza mentale l’uomo può ritornare finalmente libero. Libero da tutte le sue ansie, le angoscie e le preoccupazioni materiali. Libero dal karma e dall’obbligo di ritornare in continuità a soffrire. Libero dalla nascita, dalla malattia, dalla vecchiaia e dalla morte. Ed inoltre, in questa stessa vita, libero dalla sua mente mondana, egoistica ed ignorante, perché l’ampliamento della consapevolezza porta innegabilmente a mutare perfino la propria identificazione… non più con il nostro ‘ego’ ma con il divino Assoluto.

UN ALTRO ANNO CHE SE NE VA…- Eccoci dunque alla fine del 2008… Sembra ieri che si guardava con apprensione all’avvento del 2000! Ed è già quasi passato il primo decennio. Il tempo vola con la velocità del vento e la polvere dei ricordi si accumula nella mente come la sabbia del deserto! Chi non si ferma a riflettere su questo fatto non potrà mai aspirare alla vera comprensione del Dharma. Questo è un insegnamento sulla verità dell’impermanenza che la vita stessa ci offre, ma solo le persone più sagge e consapevoli possono afferrarlo e comprenderlo. Per quasi tutte le altre persone, fino a che non è troppo tardi, cioè finché non si comincia a sentire il freddo della morte che sta per arrivare, sembra che il passare del tempo sia quasi un’opportunità per sperare in migliori condizioni di vita: come una vincita all’enalotto, un avanzamento di carriera, l’elettrizzante conoscenza di qualche nuovo partner, una nuova località per le vacanze, ecc. Solo quando si cominciano a superare gli ‘anta’, la gente comincia ad accorgersi del tempo che vola! Ma i veri praticanti del Dharma, non si fanno più ingannare. Essi sanno con sicurezza che il tempo a loro concesso è quanto mai fugace e incerto. Non possono fare affidamento sulla certezza di una vita lunga e, perciò, fanno di tutto per arrivare alla comprensione della Verità (Illuminazione) il più presto possibile. Cosa che, ironicamente, richiede anch’essa del tempo. E questo tempo dipende esclusivamente dai meriti karmici individuali e dalla forza di volontà nell’impegnarsi nella pratica Chan.

Quindi, ogni anno che se ne va, non soltanto sta a testimoniare un anno in meno da vivere, ma anche un anno in meno per essere in grado di aver compreso ciò che deve essere compreso. Altrimenti, questa stessa vita sarà stata sprecata e non si può esser certi che il ritorno all’esistenza (obbligatorio a causa dell’ignoranza della mente) possa risultare ancora così fortunato ed agevole nel farci tornare ad incontrare di nuovo una dottrina di profonda conoscenza interiore, come il Chan. Perciò, amici, cerchiamo di rimanere attenti e, se possibile, cominciamo a dedicare buona parte del nostro tempo di vita alla pratica meditativa. E’ come mettere i soldi in una banca. Prima si deposita, ma poi quando è necessario, si potrà avere tutto il gruzzolo, aumentato anche degli interessi. Così è per i meriti karmici dell’Illuminazione. Prima cominciamo a dedicarle il nostro tempo per istruirci ed attivare la consapevolezza, e poi, quando sarà giunto il momento, potremo godere appieno della felicità arrecata dalla nostra Liberazione. JJ

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E, a proposito dei defunti che se ne vanno da questo mondo: Aggiungo qui una considerazione inviatami dall’amico Franco Libero Manco – “E' noto il fatto che, a volte riesumando dei cadaveri, si siano verificati casi in cui lo scheletro delle persone sepolte non è stato ritrovato nella stessa posizione iniziale. Questo lascia supporre che alcune persone si siano rianimate e abbiano subito una seconda e più terribile morte. Non sarebbe opportuno il varo di una legge che obblighi a mettere nella bara del defunto una torcia elettrica, dell'acqua ed un cellulare, così che ognuno, prima del fatidico trapasso finale, sappia che in caso di eventuale risveglio avrà un modo per comunicare con l'esterno?” Bella proposta, no? Che ne dite, voi?