Articoli di Aliberth

Come vivere la Comprensione
 

 
    home page      traduzioni di Dharma      articoli di Aliberth      testimonianze      maestro Zenmar      eventi      photogallery      news      link         

 
 

(Ho usato il titolo di un vecchio articolo da me scritto diversi anni fa che trattava più o meno lo stesso argomento, perché sembra a me molto pertinente, riguardo a come dovrebbero vivere la vita quotidiana coloro che pretendono di aver compreso la verità del Dharma…)


 

Domanda di A: Anche se e' non influente mi piacerebbe sapere come tu vivi la tua vita di tutti i giorni…

Centro Nirvana : Caro amico... Ritengo che nulla sia ininfluente sotto questo cielo... e quindi, anche le domande hanno la loro ragione di esistere... Dunque: la mia vita trascorre in modo molto sereno. Anche perché sono spesso quasi sempre solo. Ho scelto di rinchiudermi 'on my own', e siccome sono un 'pensionato' statale, posso permettermi di non andare più nel luogo di lavoro (l'ho fatto per 35 anni) e vivere di rendita (anche se la mia pensione mi permette appena appena di vivere...)
Avendo passato circa vent'anni nella ricerca del Dharma (fino ad almeno 15 anni fa...) presso i maestri delle varie tradizioni (Advaita e Buddisti), ebbi poi la tremenda esperienza di veder morire la mia compagna di vita e di Dharma (che era probabilmente più avanti di me...) Questo ha fatto si che l'insegnamento ascoltato per lunghi anni ha preso immediatamente corpo... (con lei studiavo il Chan) e allora decisi di manifestare la mia comprensione con il migliore atto che una persona possa fare: ricambiare la gentilezza degli insegnanti, diventando insegnante a sua volta...
All'inizio fu molto difficile... Non è facile assolutamente essere un insegnante di Dharma... soprattutto se si è davvero sinceri... Ci sono situazioni del passato (quando agivi esclusivamente mosso dall'Ego) che ti restano attaccate fino a quando la tua mente non sarà in grado di purificarle e cancellarle... E questo comporta che anche le persone (non tutte, ma alcune) restino condizionate dalla loro precedente conoscenza di te com'eri prima...
Oggi, però, non ho più problemi... Insegno serenamente il Dharma attraverso la mia esperienza e vivo le mie giornate serenamente al computer (traducendo e scrivendo) oppure nella natura, facendo sane passeggiate... Non sento più (da anni, ormai) avversione verso nessuno nè attrazione verso chicchessia... Vivo nella costante CONSAPEVOLEZZA e mando pensieri di bontà e perdono verso tutti gli esseri che soffrono e che manifestano la loro sofferenza con l'avversione e l'attrazione...
Ti saluto, caro Antonio... e ti abbraccio di cuore... Al.

A: Ok. Penso che tu faccia bene a vivere cosi, perché questo significa vivere in linea con il Dharma. Personalmente, io non dirigo un gruppo di Dharma. ne ho interesse a farne nascere uno, non ho problema a ricevere insegnamenti da un maestro buddhista certificato, seppur esso sieda su un trono e io su un cuscino sotto di lui. Non ho neanche interesse nell’avere una qualche conferma su chi sono, se sono l´incarnazione di qualche maestro o di un barbone. Trovo più rilevante, come sembra pure per te, stare nel presente e fare dei tentativi nella direzione dell’arahat.
Che io sappia, tutti i gruppi inseriti nell’indice del nostro Forum fanno riferimento a monasteri e a monaci fisici, ne abbiamo già parlato e non capisco perché ancora vedo che tu mi scrivi a tal riguardo, quando avevamo già chiarito le rispettive posizioni. So bene che l’attaccamento o le aspettative portano a ripetersi in una certa direzione, pur se forse non è il tuo caso e probabilmente tu vuoi solo essere di beneficio, però per noi resta che dobbiamo essere d’accordo sul fatto che bisogna riferirsi a maestri fisici e riconosciuti dal monastero o da altri monaci. Tutto questo per essere sicuri che si mantenga il lignaggio e la trasmissione. A presto, A.

Centro Nirvana: Grazie, malgrado tutto, apprezzo TUTTE le tue parole... Ma ritengo che nel Forum si possa aprire uno spazietto per presentare quelle realtà locali che COMUNQUE si dedicano al Dharma... Noi non facciamo capo ad un maestro certificato né ad una Istituzione gerarchica proprio per nostra libera scelta... Rispondendo ai dettami del vero Dharma e dei Sutra, noi aderiamo all'insegnamento senza parole né scritture (anche se ne facciamo uso)... ma soprattutto, senza lignaggi obbligati.
Il Chan dice: "Se incontri il Buddha per strada, girati dall'altra parte!" - alcuni dicono che il koan si concludesse con “Uccidilo!” - perché niente e nessuno in questo mondo deve disturbare la mente... e quindi, sia pur avendo riconosciuto l'Illuminazione di un insegnante, occorre capire che la sua illuminazione a noi non serve... A noi serve solo la NOSTRA illuminazione... che è appunto, eliminare le illusioni mondane e introvertirci al nostro interno per scoprire la nostra propria Natura-di-Buddha. E pur se all’inizio serve un maestro per poter trovare la nostra vera natura, dopo non bisogna più rimanere avvinti e attaccati a nessuna forma, nessun nome, nessuna scuola, nessun Buddha…...

Ecco perché, onestamente e del tutto umilmente, io non ho più da correre dietro alle verità proclamate da altri, in quanto seppur vere, esse devono poter combaciare con la verità scoperta da e in me stesso...e quindi, non mi dilungo più ad obiettare o ad essere d’accordo... Ho smesso da quindici anni di andare ai vari 'darshan', o agli ‘insegnamenti’ dati dai maestri, come avevo fatto nei precedenti venti anni... quindi, do per scontato che tutti coloro che parlano di verità, sappiano di cosa parlano, e poiché io non ho più bisogno di imparare, mi auguro solo che essi sappiano come trasmetterla agli altri che ne hanno bisogno... Questa è la mia sola speranza, ed è per questo che qui a Roma io cerco di fare ciò che altri pensatori indipendenti facevano nelle loro piccole dimore o capanne... Nel Chan si dice che il sentiero spirituale della conoscenza è come salire su un palo alto cento piedi... Quando hai compreso, sei arrivato in cima al palo... ma l'atto conclusivo è quello di gettarsi giù dal palo... capisci l'allegoria? Sicuramente si... E’ il fatto di dover lasciare tutto, anche ciò che si è imparato.

Perché il Buddha stesso insegnò che bisogna guardare DENTRO SE STESSI, e non dentro gli altri... a quello ci pensa già il mondo... Ecco perché molti pseudo-buddisti hanno ancora i difetti mentali (klesha, che sono principalmente i tre veleni), quali la rabbia, il desiderio e l’ignoranza… perché sono solo portati a voler praticare il Buddismo sulla pelle degli altri...

Perciò, siccome per trent'anni mi sono seduto ai piedi dei maestri, e la mia mente invece continuava a cercare i difetti in essi, alla fine, ho capito solo quando finalmente la mia mente si è rivolta su se stessa ed ha visto e compreso l'errore...

La sofferenza è uno stato della mente di chi non conosce la verità... Di sicuro, quando si è compreso il Chan, solo ALLORA non c'è più sofferenza.... Ma, quanti sono che hanno davvero compreso il Chan? Per anni ho provato sofferenza, anche quando non me ne accorgevo o volevo far finta di non accorgermi... la sofferenza è una sensazione sottile, non è solo dolore fisico, è qualcosa di più profondo... si alimenta anche con l'insicurezza del nostro futuro... Solo la verità del Dharma dona la pace e la serenità ed elimina la sofferenza... Questa è la Verità del Buddha (Quattro Nobili Verità), ed io non ho più bisogno di andare a sentirla da qualcun altro….

Anzi, tutto questo NON è per attaccamento, - dato che per me aiutare gli altri è un vero e proprio servizio – e ritengo che sia un vero e proprio atto di compassione e amore verso gli esseri. Il poter insegnare loro che la pratica del Dharma, praticata con coscienza e continuità, porta davvero risultati positivi nella nostra mente e nei nostri comportamenti verso gli altri e verso noi stessi... non credo proprio che sia da considerare come un metodo sbagliato.

Proprio giorni fa sono andato dal Venerabile monaco Ch.... e mi sono confidato con lui circa questo fatto dell'emarginazione da parte di alcuni confratelli verso chi insegna il Dharma senza essere nelle Congregazioni Ufficiali. Egli ha mostrato di capire e mi ha dato conforto... dicendomi la cosa più giusta. "Se uno è davvero libero, sarà libero anche dal volere che tutti gli altri siano a conoscenza della sua libertà!"
Questo è sicuramente vero. Quindi, d'ora in avanti, non disturberò più nessuno nel pretendere che ci si perdoni a vicenda, o che si riporti armonia tra noi. Lo farò solo pregando in silenzio (pregando per la mente di questi confratelli in errore, che possano trovare anch’essi armonia e pace) Grazie per il tuo messaggio di equilibrio... Aliberth