Articoli di Aliberth


 

Alimentazione e karma

 
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Spesso, nella rubrica ‘Posta’ di Facebook, possono generarsi dei dialoghi o domande veramente interessanti tra più interlocutori che dibattono sulle proprie opinioni personali e che, alla luce di una successiva rilettura, possono diventare interessanti anche per altri lettori. A questo scopo, comunque, visto che la cosa stimola il mio pensiero, mi sento spinto a postare sul sito questi dialoghi….

 

Nicoletta - Ciao Alberto, mi piacerebbe molto fare una raccolta di firme per il diritto di mangiare cibo sano nei ritiri e nei centri buddisti, come si puo' ancora fare nei centri Vipassana. L'ultimo ritiro di Yamantaka che ho fatto a Pomaia è stato un delirio di pancia gonfia e vari disordini di stomaco. A parte il fatto che non posso certo portare persone malate o a dieta a mangiare all'istituto. Da Yogananda e da Haivanov si mangia molto bene e c'è interesse per l'alimentazione. Avresti una idea di come potrei organizzare una raccolta firme, attenendomi al voto della moralità di aiutare i bisognosi ed essere di loro beneficio, cosa che è rimasta solo vuota teoria? Se hai qualche idea dimmela, ti tengo completamente fuori dall'iniziativa e mi accollo ogni tipo di responsabilità. Grazie! Ho trovato molto interessante la legge di Mose' e della costituzione Americana dove si sanciscono anche i diritti dell'individuo, e non soltanto i doveri. Grazie e ciao.

Aliberth: Cara Nicoletta, apprezzo molto la tua intenzione di fare qualcosa per migliorare l'alimentazione delle persone, ma vedi, in genere io credo che la gente ci arrivi da sola a questa consapevolezza, proprio quando ne ha bisogno... vale a dire, cioè, proprio quando comincia a capire che così come mangia, così si produce la sua salute e la sua energia... Potresti fare quello che già stai facendo, e cioè rendere le persone consapevoli attraverso i tuoi messaggi e mandando su Facebook, come in altri social network, le tue impressioni e le tue valutazioni in base alle tue esperienze...                                                                             In realtà, il cibo di Pomaia io non lo ritengo proprio malvagio... certo, non è molto macrobiotico o ayurvedico, ma data la situazione, credo che sia abbastanza positivo... e poi, dipende sempre da noi, in base alle cose ed alla quantità che mangiamo...
Ciao Nicoletta, e auguri per le tue buone intenzioni... Un abbraccio, Albert :-)

Nicoletta: Il cibo di Pomaia va bene per chi ci fa un week-end, o una settimana di ferie. Intanto è tutto di provenienza ‘Conad’ con oli terribili e cibo super-scadente. Si mangiano verdure congelate unite a quelle fresche e il problema, se uno è sano e di bocca buona, non c'è. Ma io ti assicuro che non ho portato li' delle persone proprio per il cibo. Inoltre ho amiche che hanno fatto il master-program che si sono dovute ritirare dopo essersi rovinate lo stomaco. Qui non si parla di cibi gustosi, perchè magari sono anche buoni, si parla di cibi sani, come magari una semplice zuppa di cereali e verdure e il riso sempre disponibili. Come fanno nei centri Vipassana. Purtroppo, i buddisti hanno dimenticato completamente il corpo, ma a dire il vero io ho visto tanti amici e maestri morti e non ho avuto il piacere di conoscere nessuno che sia guarito dalle sue malattie tramite le sole pratiche. Tu conosci qualcuno guarito? Se sì mi farebbe piacere sentirlo.

Aliberth: Beh, sì, hai ragione, il Buddismo non pensa troppo al corpo... ma è proprio questa la peculiarità del suo insegnamento... Ovvio che chi ancora tiene al corpo deve provvedere in altri modi... in fondo, non è affatto sbagliato unire la pratica di poter avere una buona mente con quella di mantenere sano un buon corpo... Condivido ciò che hai detto sul fatto di aver visto tanti amici e maestri morti, anche a me è successo questo (ti ricordi Cristina e Carla, le mie amiche, entrambe sono andate...) ma io, poi, ho capito che questo fatto si lega al karma di ciascuno e se uno ha da vivere a lungo, questo accade anche se è buddista e non sta molto attento al cibo (infatti, ho anche visto amici buddisti molto anziani, ed io sto preparandomi ad esserlo...). Quindi, cara Nicoletta, in definitiva è più importante il karma (e le tendenze che abbiamo - cioè, il fatto se ci interessa o meno avere una buona salute - che non il tipo di pratica spirituale che si fa... Ciao, Al

Nicoletta: Scusa se insisto… ma io tempo fa ho assistito al dramma di una amica di Anna D…, morta di cancro, e alla desolazione della sua famiglia e del marito che credevano invece di poterla salvare perchè ancora ci teneva a vivere. So che praticava il Buddha della medicina e quando ho letto i commenti struggenti all'evento sono inorridita. Ma come possono pensare di sconfiggere il cancro in questo modo? Con un po' di mantra? Non stiamo parlando di amici buddisti in buona salute e in veneranda età, io sto parlando di amici buddisti ammalati che vorrebbero vivere per realizzarsi maggiormente prima di andarsene. Dai macrobiotici, io ne ho conosciuti 3 guariti dal cancro e so anche che col metodo Clark e Gerson ce ne sono diversi che sopravvivono. Rinunciare agli attaccamenti è la via del Buddha, e ti assicuro che l'attaccamento piu' potente dopo il sesso è quello per il cibo. Per me è assurdo parlare di liberazione e poi mangiare tutto il cibo samsarico e sensuale, tipo nutella e roba simile. Questo è un grave problema. Mi piace molto la frase macrobiotica detta da Osawa: "Per la propria evoluzione vale molto di piu' una salute ritrovata che mille prediche inutili". A Cristina e Carla, credo sarebbe interessata la mia teoria di bene comune e di salute. Non credo che si tratti di karma, cioè che insomma esse dovevano per forza andarsene, ma solo che non hanno avuto opportunità diverse. Questo era il loro triste karma. Nessuna soluzione.

Aliberth: Si..., in effetti il KARMA significa proprio ‘nessuna soluzione’, se non si sa comprendere qual'è il vero problema... E spesso, questo problema dell’"alimentazione" viene sottovalutato... proprio come dici tu... Tuttavia, cara Nicoletta, ribadisco che seppure ogni vita umana sia preziosa, in realtà spesso noi abbiamo bisogno di PIU' VITE per arrivare alla comprensione dello scopo dell'esistenza... che è, appunto, quello dell'estinzione nirvanica...                                                                                Dunque, in realtà, lo scopo del Dharma è quello di farci capire che noi veniamo ad esistere proprio per imparare a non avere più la brama di vivere ("tanha") e per poter comprendere la "nisharana", cioè il disgusto per il samsara... E' importante notare, comunque, che una mente idonea per capire questo, la si ottiene proprio e SOLO se la natura ci aiuta a non farci avere problemi di salute. Quindi, ironicamente, bisogna arrivare ad avere una rinascita fortunata che ci dia la possibilità mentale di capire che la sofferenza è ancora una tappa dell'esistenza samsarica, così da generare una mente che aspira al nirvana...dunque, soffrire per aspirare a non soffrire più, cosa che NON E' POSSIBILE in questo mondo...                                                                             Va bene, Nicoletta, sono d'accordo con te, che a Pomaia non ci si debba andare per guarire dai mali fisici, ma solo da quelli mentali. Però, se uno non purifica la propria mente, visionando i propri pensieri attinenti al proprio 'Io', come potrà mai arrivare a quella 'nisharana'? Ecco, perchè il Buddhismo è considerato una "Via finale", e non una via intermedia, come tante altre dottrine che sono più interessate a questa nostra vita di adesso (quindi, che cercano di farci star bene solo in questo nostro corpo) piuttosto che a farci smettere di "desiderare" ogni tipo di benessere temporaneo. Ma, questo è un altro discorso... troppo profondo e inconcepibile, per parlarne qui... (Al)

Nicoletta: Caro Alberto, non voglio stare qui a discutere con te. La storia del cibo a Pomaia è una storia vecchia ed io ora vorrei portare un rinnovamento costruttivo basandomi unicamente sulle parole dei testi, per essere di beneficio agli esseri. Quindi:
Dal testo “La PREZIOSA GHIRLANDA”, alle strofe 121 e 122, Nagarjuna dà questo tipo di consigli al Re: ‘Come un’alimentazione sbagliata manda in rovina e un'alimentazione giusta procaccia lunga vita, libertà dalla malattia, forza e piacere, così la comprensione errata porta alla rovina, mentre la giusta comprensione procura beatitudine e totale illuminazione’. Forse è questo il vero punto di comprensione. Ai tempi del Buddha ci si nutriva di alimenti puri, non adulterati, colti sul posto e alla stagione giusta, assorben-doli in proporzioni naturali. Non vi erano nè industrie chimiche, nè libero scambio, ne' capitalismo. Ci si nutriva di purezza al cento per cento. Dopo aver letto questo, non c'è piu' da discutere perchè è già stato detto tutto. Comunque, accetto volentieri il tuo consiglio di continuare a scrivere la mia esperienza e ti mando un caro saluto. N.

Aliberth: Dolce Nicoletta... cosa c'è da discutere? Niente... mica stiamo discutendo... Io ti ho dato ampiamente ragione, soprattutto per quanto riguarda la nostra attuale vita di ESSERI UMANI... Non ho negato né contrastato quello che hai detto, anzi l'ho sperimentato anch'io, in passato, andando direttamente presso Centri Macrobiotici o che erano realmente Vegetariani. Infatti, sicuramente è come dici tu, riguardo alla purezza dei cibi, aria e acqua, ai tempi del Buddha… Io ho solo precisato il fatto di ricordare che il DHARMA, il VERO Dharma, quello profondo, sottile ed inconcepibile, ha altri punti di vista, cioè parte da un differente modo di vedere le cose... Il Dharma, parte dal punto di vista universale ed eterno (cioè, l’ASSOLUTO), e non si preoccupa troppo alle nostre piccole entità, se non per farci arrivare al suo punto di vista... Per il resto, ti dò ragione…             Però, permettimi un’ultima precisazione: Tieni comunque presente che Nagarjuna sta parlando con una persona ordinaria (sebbene fosse un Re)... perchè la mente del Re era ordinaria, a differenza della sua (di Nagarjuna) e, così come gli adulti fanno con i bambini, parlandogli con il loro linguaggio, così Nagarjuna mette in guardia le persone comuni ad avere comportamenti etici e salutari per poter proseguire nelle loro rinascite virtuose (fino ad arrivare alla fine all'esistenza ULTIMA, esistenza in cui esploderà la loro Buddhità...) Questi riferimenti li trovi anche nel SUHRLEHKHA - Lettera ad un Amico - sempre di Nagarjuna)... Comunque, concludendo, questo non significa che io non sia dalla tua parte... lo sono e perciò sono d'accordo con te.. Ciao, Nicoletta, Ti abbraccio, ti auguro tanto bene e serenità, e ti invito a continuare con il tuo impegno sulla sana alimentazione... Con affetto, Albert