Articoli di Aliberth


 

IO SONO? O ‘Non-Sono’?
 

 
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Spesso, nella nostra mail del sito www.centronirvana.it, arrivano delle lettere che, pur essendo in qualche modo private e personali, possono diventare poi, alla luce di una successiva rilettura, interessanti anche per altri lettori. Per questo motivo, visto che la cosa stimola il mio pensiero, mi sento spinto a postare sul sito questi dialoghi….

 

G.- Ascolta, Aliberth, avendoti letto a sufficienza, ti chiedo il permesso di "usare" un pò (anzi, molti) dei tuoi articoli che vorrei diffondere nel mio sito che sto provando a sviluppare, http://sites.google.com/site/0satguru0/, e in cui, volutamente, non parlerò di me. Ora, quindi, ti dico come la penso riguardo alla spiritualità.

Ho detto basta a quei vani "insegnamenti" tesi solo a rendere più piacevole il sogno, e che cioè, spiegano come creare la propria realtà, curare uno stile di vita salutare per il corpo, spiegare il funzionamento di questo agglomerato di materia (corpo-mente) con cui ci identifichiamo, coltivare il pensiero positivo, la legge di attrazione, impregnarsi della senszione IO SONO DIO, etc. etc.

Si sconfina nello sviluppo  personale  e pur accorgendosi che vi è solo l’unità si resta intrappolati nel cerchio illusorio di un ego sempre più vigoroso e resistente; il che è ancora peggio..! IO SONO è l'inizio dell'inganno!  (non sò se tu hai letto qualcosa su Nisargadatta). Io Sono = potere-conoscenza-volontà = maya = illusione, quindi EGO. ..IMMENSO, camuffato dalla grandiosità.

Quando la persona a cui si insegna ciò si sentirà GRANDE, capace di creare la sua realtà..., è solo mutata da un essere ego ad un essere MAXI-EGO, dal quale sarà poi molto, molto più difficile disidentificarsi. Potendo scegliere fra un vivere come vittime delle circostanze ed un vivere come creatori della propria realtà e ovvio che tutti opteranno per la seconda...

Ma quale realtà ?! Ma quale corpo ?! Ma quale dio ?!

A che serve dire alla gente: 'Tu crei il tuo mondo' tu sei TUTTO’,  il che è anche vero, poiché tutto è creazione mentale, quello che sembra "fuori", e se io cambio all'interno anche l'esterno cambia, questo lo dicono da secoli. .. Sembra "il Segreto" di Pulcinella. Quello di regnare su dei fantasmi?  E' un continuare ad ingannare, anche se potrebbe essere una tappa.... E' noto quanto adesso fioriscano i cosiddetti maestri "half way up the mountain" (essere a metà strada dalla vetta) che avendo inteso intellettualmente o con qualche sprazzo di visione dell’oltre, si mettono subito a  predicare. Ma, essi sono solo predicatori... non parlano dalle viscere. Nisargadatta abbandonò tutto per un anno e poi tornò ad incontrare le persone nella sua cameretta al seminterrato; egli andò in fondo a quanto indicato dal suo maestro, eliminando ogni concetto possibile. Lui non aveva più alcun interesse per il corpo-mente, pur accettandolo com’era, insieme alle vicende dolorose.

Aliberth, mi piace pensare che tu non sia uno di questi maestri che sono "half way up the mountain"... Grazie ad ogni modo per tutto quello che scrivi: vibra piacevolmente.   

                                                                                                         (Giuseppe).


 

Risposta di Aliberth: Fratello, usa pure tutto quello che vuoi! Sento che noi vibriamo all'unisono... grazie per aver pensato a me in questo modo pulito e onesto... anche se devo dire che "Nemo propheta in patria!"... Infatti, qui a Roma non è che vi sia molta armonia tra i seguaci del Buddha, dato che alcuni si attaccano SOLO alle sue parole, ed altri, invece, le mettono realmente in pratica su SE STESSI!... Questo è il punto, e i primi, molto spesso, snobbano i secondi, parlandone anche male e eliminandoli dalle possibilità di incontri comuni che potrebbero riaffratellarli, così come il Dharma dice e vorrebbe... Ma ormai, personalmente non ci faccio più caso e vado avanti per la mia strada, che spero sia quella dell'armonia, della fratellanza e del perdono...

Devi sapere, caro amico, che durante le mie giornate passate da solo in costante stato meditativo, o quando mi metto davanti al computer per comunicare con le altre anime, vedo spesso la mia mente rimuginare sul perché vi siano persone che si ammantano di praticare il Dharma solo nell’apparenza esteriore… andando in giro a sviolinare parole di amore e compassione, mentre poi nei loro cuori, e nella loro mente, mantengono pensieri, parole ed atteggiamenti di disprezzo, di rifiuto e di emarginazione rispetto ad altri praticanti, senza peraltro dare mai agli stessi l’opportunità di un faccia a faccia, o di un aperto dialogo che possa sciogliere gli eventuali giudizi e opinioni personali che, secondo gli insegnamenti autentici del Dharma, non dovrebbero mai sussistere nei veri praticanti.

Tra l’altro, quello che più mi rammarica è che, malgrado questo continuo ostracismo, che oserei dire violento, da parte mia vi è stata sempre una costante apertura, una continua ricerca di incontro e riappacificazione nel Sangha comune, indirizzata a chi dovrebbe dare davvero importanza alle parole del Buddha. Ma, purtroppo, finora nulla. Nessun invito, nessuna comunicazione, solo qualche mail offensiva e volgare da parte di qualcuno istigato da parole non certo ecumeniche. Questi i fatti, dunque, che cosa posso fare io, per riportare fratellanza e armonia nel cuore e nella mente di chi non ha e non vuole avere orecchie per intendere?...

L’ingiunzione “IO SONO”, nella sua più profonda e vera accezione, sarebbe da doversi capire come l’unione di ogni coscienza, l’unione in unità di TUTTE le coscienze, come una sola. E infatti, ognuno di noi esseri viventi può dire similmente “Io sono”, proprio mentre indica ciò che è “unico” e comune in tutti, e cioè la contemporanea esistenza ed uguaglianza dello stesso principio unitario che ci distingue tutti nel nostro comune esistere. Perciò, in realtà, l’asserzione ‘Io sono’ indica proprio ciò che la quasi totalità delle persone non sanno, e non conoscono. Il principio, unico e comune, che fa di tutti noi un’unica e sola cosa: la COSCIENZA ASSOLUTA. Così, in effetti, noi potremmo dire di noi stessi, cioè di quella parte che sentiamo erroneamente di essere, “Io NON sono (quello che credo di essere)”. E ciò è esplicitamente dichiarato non solo nell’Advaita-Vedanta di Shankara, Ramana e Nisargadatta, ma anche nel profondissimo messaggio soteriologico del Buddha.

Quindi, questi pseudo-buddhisti che badano solo all’aspetto esteriore della loro funzione apparente di voler propagare la dottrina del Buddha, che poi in se stessi rinnegano, mi riportano tanto alla memoria la faccenda degli Scribi e Farisei del Vangelo Cristiano. Per essi, è più importante indossare una bella tonaca scura, a volte radendosi il capo e fare belle cerimonie rituali, con recite di mantra in lingua originale, e preparare altarini con fiori e statue dorate del Buddha, così da imitare i loro maestri i quali, peraltro, hanno tutto il diritto di fare queste cose. Alla fine, visti i risultati, si può dire che essi facciano tutto ciò solo per far bella mostra e per far luccicare gli occhi e la mente degli ignari principianti, anziché avere il coraggio di isolarsi per un certo periodo di tempo, al fine di introspezionarsi e provare a mettersi in discussione. Ovviamente, anche coloro che non imitano esteriormente il loro insegnante, ma tuttavia assumono atteggiamenti di malignità e chiusura verso qualche altro praticante, rientrano in questa categoria di pseudo-buddhisti…

Qualcuno, per puro spirito di contrapposizione, potrebbe pensare e dire che, in fondo, quello di cui questi pseudo-praticanti sono accusati, potrebbe essere rivolto anche a me, viste le mie sferzanti dichiarazioni e imputazioni. Beh, c’è da tener presente che io non soltanto non faccio nomi (mentre gli individui imputati hanno sempre fatto nomi e cognomi), anche se poi essi sanno benissimo di chi sto parlando, per via dei loro stessi comportamenti, ed inoltre bisogna anche tener conto che lo stesso Buddha si riferiva agli stolti ed ai malvagi in termini di ammonimenti, perché la loro falsità e malvagità li avrebbe portati a pagare poi dei karma pesantissimi. Quindi, in definitiva, le nostre, come quelle del Buddha, non sono né accuse né rivendicazioni, ma solo buoni consigli affinché chi sta ancora sbagliando possa quanto prima porvi rimedio, per il benessere della loro stessa mente ed il beneficio del Dharma stesso…

In fondo, le cose sono sempre condizionate dal nostro stesso pensare (come, in effetti, hai detto anche tu) nella creazione personale della propria realtà. Così, fintanto che i cosiddetti praticanti pseudo-spiritualisti che si trovano "half way up the mountain", si ostinano a voler mantenere le loro opinioni ed i loro pensieri, per essi vi sarà sempre un nemico da combattere, o un eretico da sconfessare, che sia il mio nome o quello di qualcun altro, mentre per la mia coscienza tutto questo non sarà che un altro dei sogni illusori della mente umana, ai quali da tempo non dò più importanza… anche se, come i Patriarchi del Chan, io stesso uso parole e termini per coloro i quali parole e termini hanno ancora significato e importanza…

Riporto un brano di un mio precedente articolo, che potrà chiarire meglio questo punto finale: “.....Nel mondo delle Illusioni ed Apparenze, dobbiamo imparare a vedere i nostri stessi pensieri come illusori ed apparenti. Se crediamo fermamente alla loro apparenza ed illusorietà, i pensieri non potranno fare danni, perché non saremo più interessati a tramutarli in azione. Per questo fatto, il ‘karma’ non potrà più inseguirci e colpirci. Come potrebbe, una energia composta di Vacuità, colpire una Coscienza che sa di non appartenere più a questo mondo irreale di nome e forma? Sicuramente, questa energia irreale andrà in cerca di altre menti su cui appoggiarsi, altre persone da dover colpire. Vale a dire, tutte quelle persone che credono nel mondo, che ritengono “reali” le apparenze e che, purtroppo, credono alla stessa realtà del ‘karma’!....”