Centro Ch'An Nirvana
Articoli di Aliberth


 

Quando la cura e il farmaco
non funzionano…
Questo articolo vuole essere la conseguenza, e la conclusione, del precedente articolo “Riguardo a certi ‘Forum’ buddhisti…”, (http://www.superzeko.net/dharma_di_aliberth_da_rivedere/articolialiberthnirvananews71.htm)

 

Malgrado l’apparente durezza della mia risposta, in quel precedente articolo in cui si denunciava la facilità come, in certi ‘Forum’ auto-dichiaratisi ‘buddhisti’, vengano presi di mira  e offesi senza ritegno persone e situazioni del nostro piccolo universo spirituale italiano (e quindi, non solo la mia modesta persona, ma a volte anche personaggi ben più importanti), in realtà io sono fortemente grato a codesti pennivendoli perché così facendo, pur se in fondo essi offendono la loro stessa mente (che, in realtà, è la Mente Unica), danno modo a me di ribattere alle loro stupide offese con ampie spiegazioni del giusto e corretto modo di apprendere e praticare il Dharma del Buddha (Buddhadharma). Quindi, in un certo senso, questi poveri ottenebrati esseri senzienti  funzionano come i famosi ‘mezzi-abili’, che le misteriose Vie del Cielo sono in grado di trasmettere ai noi comuni mortali.

Detto questo, così che non possa esservi il rischio di far rigettare su di me l’abusato epiteto di serpente velenoso, in quanto il mio esprimermi non è un rimpallo di offese e vituperi a qualcuno in particolare (anche se le persone a cui mi riferisco, in genere potrebbero perfino riconoscersi a causa dei loro stessi atti, godendo però del poter rimanere in incognito non essendo indicati col loro nome e cognome), è bene precisare, come ho già detto proprio nell’articolo in questione, che il vero problema è la loro situazione mentale. Queste persone, anche se continuando a percorrere i demoniaci sentieri della Malalingua non fanno altro che peggiorare il loro karma, si dà il caso che siano pur sempre miseri esseri senzienti…. E allora, poiché il nostro còmpito di praticanti sinceri è quello di cercare ad aiutare tutti gli esseri a riportarsi nel sentiero della liberazione, vorremmo che essi nel tempo possano convertirsi, magari riuscendo finalmente a vedere ciò che si forma nella loro mente nel momento in cui essa genera quei pensieri offensivi e distruttivi nei confronti di alcuni loro simili. Infatti, se essi riuscissero soltanto una volta a “vedere” i loro pensieri, che poi si traducono in parole e azioni, forse ad un certo punto potrebbero riconoscere che queste loro produzioni mentali non sono affatto in linea col Dharma del Beato il quale, in tre semplici frasi, ammonisce i suoi pii e zelanti seguaci a… “Non pensar male, non parlar male, e non agire male”…

Magari, qualcuna di queste persone pensa perfino di essere una persona giusta, che cerca di mettere in guardia le altre persone dal cadere nella trappola di una visione spirituale “troppo” profonda a livello metafisico, come può essere interpretata una Via tosta come il Chan, dato che come ben si sa, gli spiriti malvagi di questo mondo (che i Cristiani chiamano ‘diavoli’ o seguaci di Satana, e il Buddha chiama ‘dèmoni’ o seguaci di Mara) hanno tutto l’interesse a far sì che il ‘samsara’ continui a procrastinarsi ed a prosperare indisturbato… Perciò, è bene che essi si rendano conto che, pur se per il sistema mondano potrebbero apparire dei bravi informatori e avveduti consiglieri, per la visione più autentica del Dharma, essi in realtà non sono altro che degli infidi Giuda che tentano di riportare le anime in cammino verso la più spietata e terrificante situazione samsarica. Naturalmente, siccome queste cose che sto dicendo, loro non potrebbero assolutamente comprenderle e quindi nemmeno sostenerle e confermarle, sicuramente queste mie dichiarazioni infiammeranno ancora di più le loro offuscate menti, purtroppo incapaci di fare l’unico e solo ‘vero lavoro’ che andrebbe fatto nella pratica spirituale interiore, cioè essere consapevoli del movimento pensativo e ragionativo della mente stessa, restandone distaccati e rimanendo insensibili alla volontà umana di agire e reagire in conseguenza…

Nelle scritture buddhiste (Sutra) è molte volte sostenuto come il sacro Dharma (cioè la conoscenza interiore stimolata dagli insegnamenti dei saggi) sia considerata il farmaco, la medicina, o cura per la malattia della mente (che è appunto, l’ignoranza di sé, la non-comprensione della Natura della Mente, chiamata nei testi “avidyà”). Però, in definitiva, per alcuni individui (purtroppo troppi, alla luce della situazione di questo mondo), né il farmaco e né la cura sembrano funzionare… E perché questo? Semplice, perché il fatto che un farmaco o una cura possano funzionare, necessita PRIMA che una persona sappia di essere malata e quindi senta la necessità di doversi curare e trovare così il farmaco o la medicina giusta… Se uno presume di essere nel pieno della propria ragione mentale, e crede che questa cosiddetta ‘realtà’ sia davvero ‘reale’, allora che bisogno sentirà di doversi curare? Al massimo, e proprio per spirito della sua stessa ignoranza, potrà maneggiare il farmaco come una sorta di aperitivo benefico da usare di quando in quando, così che la sua mente possa sì erudirsi, ma ciò che la rende malata, cioè il senso di ego e l’illusione di vivere in una realtà di individui separati, non potrà mai essere curata e, anzi, con l’andar del tempo e con l’insistente pervicacia di visioni erronee e dualistiche, non potrà far altro che peggiorare…

Ed ecco, allora, che proprio le azioni, le parole e i pensieri avversi e controversi, se fossero realmente ‘individuati, investigati e messi sotto un’osservazione distaccata’, sarebbero il materiale di base per questa eccellente cura, che è la ‘meditazione-Chan’, e che è proprio essa così terribilmente avversata e combattuta da simili ignoranti-della- vera-natura dei fenomeni e della Talità (tathatà). Naturalmente, a quel punto, e solo se la pratica meditativa viene portata al massimo ed estesa per tutto il tempo della nostra vita quotidiana, allora la natura avversa e negativa dei nostri pensieri, parole ed azioni si trasformerà… essa diventerà miracolosamente ‘positiva’ e altruistica… ma non ‘nel senso di vedere gli altri come ‘altri’… ma proprio ‘altruistica’ nel senso di diventare la “mente stessa dell’altro, visto come me stesso”… Colgo qui l’occasione per fare una rivelazione che non ho mai fatto prima (per iscritto), ma che ritengo essere stata la chiave di volta della mia comprensione finale del Dharma. Il mio ultimo maestro, un giorno che mi aveva dato il ‘darshan’, cioè l’incontro faccia a faccia, tra le altre cose, mi disse: “E inutile che cerchi tanto fuori di te, la verità è che Io sono te, e tu sei Me!”.

Lì per lì, non è che riusciì subito ad afferrare il significato profondo di quelle parole, ma col tempo, facendomene un koan, quella frase ruppe lo schema pre-strutturato della mia mente condizionata e, alla fine, a forza di ‘sentire’ questa cosa nel profondo, la verità sacrosanta apparve in tutta la sua brillante rifulgenza e splendore. Noi siamo tutti un’unica cosa, un’unica mente, un’unica esistenza e il fatto di sentirci e apparire separati e sofferenti è proprio il prodotto della nostra ignoranza fondamentale. Che razza di gigantesco errore! Ed è proprio questo errore fondamentale che fa muovere la nostra mente verso l’offendere, il vituperare i nostri simili, addirittura fino ad arrivare alla volontà di far loro del male, ucciderli e distruggerli!

Perciò, e per finire, questo è il motivo per cui mi sono sentito in dovere di replicare con l’unico mezzo che ho a disposizione, per sperare che le menti umane possano capire la verità, e cioè usando l’argomento dei miei articoli, non come difesa del mio ‘onore’ (!) pretestuosamente ferito, ma solo per far capire che quando si offende, si colpisce, o si uccide qualcuno (anche se si tratta di altri esseri non-umani), la misteriosa Legge del Karma si attiva in maniera da risultare come un boomerang, cioè creando le cause e condizioni con cui alla fine, anche se in altri momenti, quelle stesse azioni, parole e pensieri negativi si rivolgeranno prima o poi contro di noi, con atti prodotti e scagliati da persone apparentemente diverse (cioè, non le stesse a cui abbiamo fatto del male), ma in realtà fatte dagli stessi atomi o molecole viventi di cui è di fatto composto tutto l’universo vivente. Sarebbe un po’ come se quando uno offende, ferisce o uccide l’altro, offendesse, ferisse o uccidesse se stesso… Chi mai farebbe questo se sapesse la verità profonda dell’Essere? Chi sarebbe così stupido da offendere, ferire e uccidere un'altra persona se questo atto si rivoltasse contro se stesso? Eppure, a causa di questa avidyà - ignoranza fondamentale-, che è la vera ragione per cui siamo tutti intrappolati qui in questo mondo, quasi tutti si comportano così, e non sanno che così facendo creano le cause per la loro permanenza in questo mondo di sofferenza e illusione (samsara)…

Ecco perché è così importante, anzi importantissimo, comprendere realmente il vero Dharma. Se ci si ferma soltanto alla superficie dell’insegnamento e non si arriva alla profondità, che senso avrebbe imparare qualcosa che non impedisce alla mente di fare questi terribili errori? A che serve una medicina se non la si prende appositamente per far guarire dalla malattia? E dalla malattia dell’ignoranza mentale non c’è altro farmaco migliore che abbandonare tutti i nostri comportamenti consueti di tipo social-culturale, che non servono a modificare le incrostazioni cancrenose del nostro modo di pensare e anzi, alimentano ancora di più il senso di ego e la manìa di tronfio protagonismo che ogni individuo cela nel suo animo, almeno finché non ha davvero compreso quelle Leggi Universali che il meraviglioso Dharma ci insegna e che sarebbe davvero un enorme peccato non voler imparare, visto che alla fine esse riguardano proprio la nostra felicità e operano per la cessazione delle nostre sofferenze (con il nirvana).J

 

 


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