Articoli di Aliberth


COME DIVENTARE ARAHAT
e PRATYEKABUDDHA…

(Il Trattato della Grande Perfezione della Saggezza)
(Dal “Trattato sulla Grande Perfezione della Saggezza” di Nagarjuna)

(Trad. di Dharmamitra)
presentato da the Wanderling
http://www.angelfire.com/indie/anna_jones1/arhat.html#N20

Traduzione Italiana di Aliberth
 

 
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 Il buddhismo insegna che, dopo che un praticante ha raggiunto un certo grado di realizzazione, in lui si sviluppa il potere spirituale. Si dice che un individuo al livello di Arahat sia in possesso di certi poteri soprannaturali…(fonte)


 

Se è vero che il percorso del Pratyekabuddha è lo stesso di quello dell’Arahat, allora come si può distinguerli uno dall’altro? Sebbene le Vie dei Pratyekabuddha e degli Arahat (anche Arhat, Arahant, Arhant), siano del medesimo tipo, tuttavia i modi in cui essi utilizzano la loro saggezza hanno delle differenze. Nel caso in cui i Buddha siano già venuti [nel mondo] ed il Buddhadharma si sia poi già estinto, queste persone, sulla base delle cause e delle condizioni delle vite precedenti, portano avanti la loro propria saggezza da soli, e non lo fanno in base all’aver ascoltato qualcun altro. Da se stessi, essi usano la loro saggezza per ottenere il risultato della Via.

Ciò è illustrato da un esempio: C’era un re di un paese che era uscito a passeggiare nel suo giardino per sentirsi a suo agio. Quel mattino egli osservò gli alberi del bosco, i fiori ed i frutti, che erano assai belli e piacevoli. Poi il re, dopo aver pranzato, decise di andare a fare un pisolino. Le mogli e le donne di compagnia del re, nel frattempo, andarono tutte a raccogliere i fiori e, purtroppo, nel fare ciò esse danneggiarono gli alberi rompendone i rami. Quando il re si fu svegliato, osservò la distruzione nel giardino e spontaneamente egli si illuminò al fatto che tutto il mondo è impermanente e vincolato alla distruzione, proprio in quello stesso modo. Dopo aver contemplato questo, in lui sorse la mente della via-senza-uscita, così spezzò Le Dieci Catene, e perfezionando le sei super-coscienze ottenne la Via del Pratyekabuddha, e se ne andò solitario in una vuota e tranquilla zona della foresta...

Sulla base di cause come queste, che derivano dalla risultante retribuzione associata con i meriti, voti e condotta delle precedenti vite, nella vita presente, uno non può che osservare soltanto una minore causa o condizione e quindi essere in grado così di perfezionare la via del Pratyekabuddha. Sono i fattori come questi che fanno la differenza. Vi sono due tipi di Pratyekabuddha. Il primo tipo è noto come "Illuminato Solitario". Il secondo è denominato "Risvegliato da cause e condizioni". Essere "Risvegliato da cause e condizioni" è proprio come ci si è riferiti sopra. Riguardo alla condizione di "Illuminato Solitario", questa si riferisce ad una persona che completa la Via nella vita presente, realizzando una Illuminazione spontanea, che non (necessariamente) preveda l’ascolto di insegnamenti di qualcun altro. Questo è ciò che si intende per i Pratyekabuddha "Illuminati Solitari".

Il Pratyekabuddha "Illuminato Solitario" è di due tipi: Il primo è uno che originariamente stava sul sentiero dello studio e che poi è rinato tra le persone. In quel periodo non c’era un Buddha nel mondo e il (vero) Buddhadharma stava già per diventare estinto (o quasi). Questo Sotapanna aveva già compiuto sette successive rinascite, non doveva essere tenuto a prendere un’ottava rinascita, e poi spontaneamente è riuscito a realizzare la Via. Questa persona non è propriamente indicata come un Buddha o come un Arhat, ma invece è indicata come un "minore" Pratyekabuddha. In realtà, egli non è diverso da un Arhat. In alcuni casi, vi sono coloro che non sono neppure paragonabili ai grandi Arhats come Sariputra.

Il secondo è il Pratyekabuddha "maggiore". Questo ‘grande Pratyekabuddha’ crea meriti e aumenta la sua saggezza nel corso di un centinaio di kalpa e può arrivare a ottenere i trentadue ‘segni’. Può anche averne trentuno, o forse trenta, ventinove, e più o meno, anche solo uno dei segni. Riguardo ai ‘Quattro tipi di Arhat’, egli ha un’incisività di saggezza che è superiore rispetto alle caratteristiche generali ed a quelle specifiche dei Dharma profondi. Egli è in grado di entrare negli assorbimenti e sa come coltivarli a lungo; ha un costante piacere nel vivere da solo. Chi ha queste caratteristiche, viene indicato come "grande" Pratyekabuddha. Sono le caratteristiche come queste che fanno la differenza.

"Egli non ha alcun desiderio di fama, né di diventare qualcosa come un personaggio pubblico. Per lui sarebbe profondamente sgradevole, e così può essere che egli sia soddisfatto di condurre la sua vita come l’ha scelta e di essere da solo. Egli è troppo modesto per impostare se stesso come un esempio per gli altri, ma può essere che egli ritenga che alcune incerte anime, attratte da lui come le falene da una candela, si presenteranno nel tempo per condividere la sua stessa illuminata convinzione che la soddisfazione ultima (finale) si può trovare soltanto nella vita spirituale, come pure che seguendo con la sua stessa abnegazione e rinuncia il cammino di perfezione potrà esser loro utile, sia tramite lo scrivere libri o indirizzandosi alle moltitudini". (W. Somerset Maugham, scrivendo di Larry Darrell in ‘The Razor's Edge’, mesi dopo la sua suprema Illuminazione sulle montagne dell'India).

I QUATTRO TIPI DI ARAHAT:

I. Sukkhavipassaka: Il primo dei Quattro Tipi di coloro che soni degni. Coloro che hanno raggiunto il Nobile Sentiero tramite la Consapevolezza che porta all’Insight (saggezza-profonda), l'osservazione e l'investigazione della realtà della vita, e lo spirito distaccato dai Cinque Aggregati. Essi hanno almeno raggiunto il primo stadio di assorbimento (Primo Stato di Jhana) per realizzare il vero significato della vita e hanno raggiunto lo stadio della santità. Essi godono la felicità del Nirvana tramite la com-prensione dei frutti che essi hanno ottenuto. Vedi anche Vipassana.

Coloro che praticano i Quattro Fondamenti della Consapevolezza, otterranno il Nirvana grazie alla saggezza, ma non vedranno spiriti né esseri senzienti negli inferni o nei cieli di Brahma, perché essi non hanno poteri miracolosi della mente. Essi non vedono il Nirvana o il Buddha, ma realizzeranno che esistono molti piani di esistenza e che vi è una reale suprema felicità eterna in cui essi possono entrare dopo la loro morte.

II. Tevijja (triplice conoscenza di coloro che son degni): Il secondo tipo di quelli che son degni, sono gli Arahat o persone Illuminate che hanno raggiunto il nobile sentiero attraverso la super-conoscenza da quaranta argomenti di meditazione, come i seguenti tre:

1) La conoscenza delle vite precedenti (Pubbeniva sanusstinana).

2) La super-conoscenza della dipartita e della rinascita degli esseri (Cutupapata-nana). Cioè, il piano sul quale essi rinasceranno, o in uno stato di miseria o su un piano celeste…

3) La super-conoscenza dell’emancipazione. Tali persone Illuminate hanno facilmente abbandonato le passioni del corpo (cinque aggregati di odio, rabbia, desiderio, attaccamento e tutti i beni del mondo) con il più alto stato di assorbimento nella concentrazione meditazione. Essi hanno realizzato il vero significato della vita, la natura e l'universo, attraverso la suprema saggezza. Essi sono entrati nel nobile sentiero e hanno raggiunto il Nirvana, la felicità suprema.

III.Chalabhinna (Sestuplice Conoscenza di coloro che son degni). Il terzo tipo sono persone illuminate che godono della pace eterna, o Nirvana, e sono state liberate dal ciclo di vita e morte grazie ai quaranta metodi di meditazione ed hanno acquisito il miracoloso potere psichico e la soprannaturale conoscenza ben oltre di quella degli scienziati. Essi hanno praticato meditazione con gli otto metodi (kasina) fino a quando non hanno raggiunto il quarto stadio di assorbimento (unidirezionalità della mente) in ciascun metodo. Essi sono in grado di camminare sull'acqua, volare nell’aria, o diventare visibili o invisibili, e possono andare ovunque in pochi secondi. Essi manifestano numerosi poteri miracolosi che le persone ordinarie non possono comprendere. Il Sestuplice Sentiero di conoscenza soprannaturale o ‘Super-saggezza’ è il seguente:

1. IDDHIVIDHA - IL POTERE DI TRASFORMAZIONE.

Il Buddha disse: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questi: "Vorrei esercitare i vari poteri magici, vorrei essere uno che diventa multiforme, vorrei diventare visibile, diventare invisibile, passare senza ostacolo attraverso mura, bastioni o montagne, come attraverso l'aria, vorrei salire e sprofondare nella terra come nell’acqua, vorrei camminare sull’acqua come se fossi sulla dura terra, vorrei viaggiare attraverso l'aria come un uccello alato, vorrei toccare e sentire con la mia mano la luna e il sole anche se essi sono forti e potenti, e vorrei andare anche senza corpo fino al mondo di Brahma", allora egli deve essere perfetto nel precetti (Sila), portare il suo pensiero ad uno stato di quiescenza (Samadhi), praticare diligentemente gli stati di trance (Jhana), ottenere la saggezza della visione profonda (Prajna) ed essere un frequentatore di luoghi isolati".

2. DIBBASOTA – UDITO CELESTIALE.

L'Illuminato espose così: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questi: "Vorrei sentire con una chiara-udienza divina, che supera quella degli uomini, sia i suoni celesti che umani e quelli vicini e lontani", allora egli deve essere perfetto nei precetti (Sila), portare il suo pensiero ad uno stato di quiescenza (Samadhi), praticare diligentemente gli stati di trance (Jhana), ottenere la saggezza della visione profonda (Prajna) ed essere un frequentatore di luoghi isolati".

3. CETOPARIYA. - IL POTERE DI DISCERNIMENTO DELLA MENTE DEGLI ALTRI.

L'Onnisciente così continuò: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questo: "Vorrei che il mio cuore conoscesse e discernesse i pensieri degli altri esseri, i cuori degli altri uomini, vorrei discernere una mente appassionata dalle passioni, vorrei discernere una mente libera da passioni che sia libera da passioni, vorrei discernere una mente piena di odio che sia piena di odio, discernere una mente libera da odio ed essere libero dall’odio, vorrei scorgere una mente infatuata essere infatuata, vorrei discernere una mente libera da infatuazione essere libera da infatuazione, vorrei discernere una mente intenta essere intenta, vorrei scorgere una mente errante essere errante, vorrei scorgere una mente esaltata essere esaltata, vorrei individuare una mente non-esaltata essere non-esaltata, vorrei scorgere una mente inferiore essere inferiore, vorrei discernere una mente superiore essere superiore, vorrei discernere una mente concentrata essere concentrata, vorrei discernere una mente non-concentrata essere non-concentrata, vorrei scorgere una mente emancipata essere emancipata, vorrei scorgere una mente non-emancipata essere non-emancipata", allora egli deve essere perfetto nei precetti (Sila), portare il suo pensiero ad uno stato di quiescenza (Samadhi), diligentemente praticare gli stati di trance (Jhana), ottenere la saggezza della visione profonda (Prajna) ed essere un frequentatore di luoghi isolati".

Questo potere può essere di gran lunga superiore alla più alta forma di moderna lettura del pensiero ora ampiamente praticata in tutto il mondo.

4. PUBBENIVASA - POTERE DI CONOSCERE LE ESISTENZE PRECEDENTI.

L’Onnisciente inoltre così chiarì: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questi: "Vorrei richiamare alla mente molti precedenti stati di esistenza, cioè una nascita, due nascite, tre nascite, quattro nascite, cinque nascite, dieci nascite, venti nascite, trenta nascite, quaranta nascite, cinquanta nascite, un centinaio di nascite, un migliaio di nascite, un centinaio di migliaia di nascite, molte distruzioni di un ciclo del mondo (Kalpa), molte ristrutturazioni di un ciclo del mondo, molte distruzioni e molte ristrutturazioni di un ciclo di mondi: ho vissuto in un luogo, ho avuto un tale nome ed ero di una tale famiglia, di una casta, ho avuto tale mantenimento, sperimentato tale felicità e tali miserie, avuto una tale lunghezza di vita. Poi sono passato da quell’esistenza e rinato in quel luogo. Poi, alla fine, sono passato da quell’esistenza e rinato in questa esistenza". Pertanto, se egli volesse richiamare alla mente i suoi molti precedenti stati di esistenza e specificatamente caratterizzarli, egli dovrebbe allora essere perfetto nei precetti ecc. ecc."–

Questo potere è sicuramente attribuibile all’esposizione della ‘Teoria della Rinascita e Samsara' del Buddha per tutti gli esseri viventi in tutto l'Universo.

5. DIBBA-CAKKHU - VISIONE CELESTIALE.

Il Beato continuò: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questo: "Vorrei avere una visione chiara e divina, che supera quella degli uomini, come guardare gli esseri che passano da una esistenza e rinascere in un'altra esistenza, vorrei discernere la base e il nobile, il bello e il brutto, di quelli in uno stato superiore di esistenza e di quelli in un basso stato di esistenza sottostare al frutto delle loro azioni, così che io possa sapere come segue: 'Ahimè! questi esseri, dopo essere stati empi nel corpo, malvagi nella voce, empi nella mente, uccisori di nobili persone, erronei nelle loro visioni, acquirenti di falsi meriti per le loro visioni erronee, sono arrivati alla dissoluzione del corpo, alla loro morte, in un luogo di punizione, un luogo di sofferenza, di perdizione, l'inferno, o ancora, questi altri esseri, che essendo stati giusti nel corpo, giusti nella voce, giusti nella mente, non uccisori di persone nobili, retti nelle loro visioni, acquirenti di meriti per le loro rette visioni, sono arrivati alla dissoluzione del corpo, alla loro morte, in un luogo di felicità, un mondo celeste". Così, vorrei una visione chiara e divina, che supera quella degli uomini, discernere come gli esseri passano da una esistenza e fino a rinascere in un altra esistenza; vorrei individuare la base e il nobile, il bello e il brutto, di quelli in uno stato di esistenza più elevato e di quelli in una stato di esistenza più basso sottostare al risultato delle loro azioni", quindi egli deve essere perfetto nei precetti, ecc. ecc."

Questo si riferisce al potere di conoscere la verità del Karma.

6. ASAVAKKHAYA – (Conoscenza Ultramondana o Potere Distruttivo delle ASAVA e il riconoscimento delle Quattro Nobili Verità).

Inoltre, il Compassionevole così illustrò: "Se un monaco dovesse maturare un desiderio come questo: "Vorrei, tramite la distruzione della depravazione, nella vita presente e nella mia persona, ottenere la libertà dalla depravazione, la liberazione della mente, liberazione grazie alla saggezza", così egli deve essere perfetto nei precetti (Sila), poi portare il suo pensiero in uno stato di quiescenza (Samadhi), praticare diligentemente le trances (Jhana), ottenere la saggezza della visione-profonda (Prajna) ed essere un frequentatore di luoghi isolati".

Tuttavia, dev’essere inteso che il Buddha non considerava ogni tipo di trance come necessariamente buono, perché essi dovrebbero puntare a scopi spiritualmente positivi. Egli era cosciente del fatto che ci sono quelli che si dedicano ad esercizi yogici solo per acquisire poteri soprannaturali. Il Buddha raffinò la pratica dicendo ai devoti che l'acquisizione di poteri soprannaturali non conferisce alcun speciale vantaggio spirituale (Akankheyya Sutta, Vol. SBE. XI). Ed è per questo motivo che il Buddha vietò ai suoi discepoli di fare miracoli per dimostrazione. Desiderare i poteri soprannaturali ed averne piacere dopo averli acquisiti non aiuta a liberare uno dai tre veleni del desiderio, odio ed ignoranza. E' consigliabile che chiunque si sforzi sulla via della santità verso la liberazione finale guardi affinché non venga catturato in questi inganni e finisca per dimenticare il vero scopo.

IV. Patisambhidhapatta (Il quarto tipo di Coloro che son Degni o Illuminati). Coloro che praticano tutti i quaranta metodi di meditazione e le quattro basi della consapevolezza, e si liberano dal ciclo di vita e morte, raggiungono il Nirvana. Essi sono molto intelligenti con molti tipi di super-conoscenza e possono eseguire potenti azioni miracolose, in particolare avere la super-conoscenza dei testi sacri e dei linguaggi, e possono spiegare semplicemente qualsiasi difficile problema e rendere più accessibile la super-conoscenza alle altre persone per poter capire di tutti gli insegnamenti del Buddha. Questo tipo di Illuminazione è una combinazione di Tevijja-Arahat e Chalabhinna-Arahat. Essi raggiungono il quarto stadio di assorbimento nella forma e negli altri quattro dispositivi senza-forma, chiamati ‘Gli Stati degli Otto Jhana’. Essi ottengono il Nirvana con specifici tipi di super-conoscenze e prestazioni di super-poteri.(fonte)

Talvolta sono indicati altri due tipi di Arahats, spesso estrapolati da una combinazione dei quattro tipi di cui sopra, miscelandone la delineazione o prendendone in prestito i vari aspetti. Questi due sono: (1) Pannavimutta-Arahat: uno che si è emancipato grazie alla Prajna (saggezza), simile o uguale al Sukkhavipassaka Arahat di cui sopra.

(2) Ubhatobhagavimutta-Arahat: uno che si è emancipato in due modi, ossia tramite arupa jhana e ariyamagga.

COSA SONO I ‘KASINA’?

Kasina: (correlativo del sanscrito krtsna, 'tutto, completo, intero'), è il nome che indica un tipo di strumento puramente esterno per produrre e sviluppare la concentrazione della mente e raggiungere i Quattro Assorbimenti (Stati di Jhána). Esso consiste nel concentrare la propria piena e indivisa attenzione su un oggetto visibile, come immagine preparatoria (parikamma-nimitta), come un punto o disco colorato, o un pezzo di terra, o un laghetto a una certa distanza, ecc, fino a quando uno ce la fa a percepire, anche con gli occhi chiusi, un riflesso mentale, l'immagine acquisita (uggaha-nimitta). Ora, continuando a dirigere l'attenzione su questa immagine, potrebbe sorgere una contro-immagine (patibhága-nimitta) immobile e pura e, insieme con essa, una confinante concentrazione (upacára-samadhi) sarà stata ottenuta. Mentre ancora si persevera nella concentrazione sull'oggetto, alla fine si raggiungerà uno stato di mente in cui ogni senso di attività è stato sospeso, in cui non c'è più vedere e sentire, non più la percezione di impressioni e sensazioni del corpo, e cioè lo stato del primo assorbimento mentale (Primo Jhána).

Nei Sutra sono menzionati Dieci Kasina: di terra, d’acqua, di fuoco, di vento, blu, gialla, rossa, bianca, di spazio e di coscienza. Ci sono dieci sfere-kasina: qualcuno vede la kasina di terra, sopra, sotto, su tutti i lati, senza divisioni, senza limiti.... qualcuno vede la kasina d’acqua, sopra, sotto, ecc. (M. 77; D. 33) Cfr. inoltre, abhibháyatan, bhávaná; in Fund.IV.

Per la kasina di spazio e di coscienza, nel Vis.M.V. troviamo anche i nomi di kasina di spazio-limitato-(paricchinnákása-kasina;... S. app.) e kasina di luce (áloka-kasina).

LA DIFFERENZA tra un ARAHAT e un BUDDHA:

L’Arahat ha bisogno degli Insegnamenti (Dharma) enunciati dal Buddha, mentre il Buddha rivelò il Dharma.
L’Arahat mette in pratica gli Insegnamenti, mentre il Buddha ha istituito la pratica.

L’Arahat ha posto fine alle cause della sofferenza, ma non è necessariamente in grado di trasmettere ad altri questa esperienza, mentre il Buddha solitamente condivide la sua esperienza con gli altri.

L’Arahat ha una conoscenza passiva dell’Insegnamento (cioè, jnana, non jhana), ma è privo della vera Saggezza (prajña); mentre il Buddha ha (è) Saggezza attiva.

L’Arahat non ha la vera Compassione (Karuna); mentre il Buddha ha (è) la Grande Compassione (maha-Karuna).

(Copyright © 2001. Bhikshu Dharmamitra. Tutti i diritti riservati).

(Dal “Trattato sulla Grande Perfezione della Saggezza” di Nagarjuna (Trad. di Dharmamitra)


NOTA(*): In questo particolare contesto la parola è jnana, non jhana. Jnana è derivato dalla radice sanscrita jna, di conoscere, di imparare, di esperienza. In altre parole, la saggezza. Nel contesto della Bhagavad-Gita e le Upanishad, jnana è generalmente usato in senso spirituale di conoscenza o di sensibilizzazione. Jhana con la "h" è uno stato di meditazione concentrativa o concentrazione.


(II° PARTE) - COME DIVENTARE un ARAHAT o un PRATYEKABUDDHA
Originale attribuito a: Methawee Bhikkhu
http://www.angelfire.com/indie/anna_jones1/arhat_way.html
Trad. Italiana di Aliberth Meng


 

Durante la vita del Signore Buddha, molti dei suoi discepoli divennero Arahats (talvolta anche indicati come Arhat, Arahant, Arhant). Tra questi, vi furono i primi cinque monaci, e cioè Shariputra, Maudgalyayana e lo stesso padre del Buddha, Shuddhodana, per citarne solo alcuni. L’Arahat è "Colui che è Perfetto", che ha vinto i Tre Veleni di desiderio, odio e ignoranza. Alla fine di questa vita, egli non rinasce più. In altre parole, è uno che si è finalmente liberato dalla sofferenza di esistere nel ciclo di nascita e morte, e ha raggiunto il Nirvana.

Quando una persona realizza che, ogni volta che è nuovamente generato nel ciclo di nascita e morte, non c'è nessuna felicità e libertà permanente, egli si adopererà per raggiungere la mèta del Nirvana. La Via dell’Arhat è il sentiero che conduce al conseguimento di questo obiettivo. L’Arahat raggiunge il Nirvana seguendo rigorosamente le tre modalità di pratica, cioè, Buona Condotta, Sviluppo mentale e Saggezza.
 

Buona Condotta: Purificare corpo, parola e mente

Il futuro Arahat raggiunge la perfetta purezza con i tre tipi di Azioni di Corpo, Azioni di Parola e Azioni di Mente (Karma), con un rigoroso rispetto dei Cinque Precetti (evitare di uccidere, rubare, di fare abusi sessuali, dire bugie e di prendere intossicanti) e evitando le Dieci Azioni Non-virtuose (che sono uccidere, rubare, cattiva condotta sessuale, dire bugie, parole inutili e vane, parole dure, offendere, avere una mente avida, una mente rabbiosa e avere visioni errate), anche conosciute come la Tomba dei Dieci Precetti. Evitando le prime tre azioni non-virtuose di uccidere, rubare e fare abusi sessuali, si purifica il proprio corpo. Evitando le quattro azioni non-virtuose di dire bugie, parole inutili e vane, parole dure e offendere, si purifica il proprio parlare. Infine, evitando l'avidità, la rabbia e le visioni errate, si purifica la propria mente.

Tuttavia, la Buona Condotta tramite la perfetta disciplina di corpo, parola e mente, getta solo le basi per il sentiero che conduce al Nirvana. Essa prepara la strada per la coltivazione di Sviluppo Mentale e Saggezza. Secondo l'insegnamento del Nobile Ottuplice Sentiero, lo Sviluppo Mentale comprende il Retto Sforzo, Retta Consapevolezza e Retta Meditazione.

Sviluppo Mentale: Praticare meditazione e consapevolezza

Ci sono vari metodi con cui l’aspirante Arahat gradualmente disciplina e controlla la sua mente così che essa rimanga calma, non distratta e consapevole. Due dei più noti metodi sono Concentrazione che porta all’Assorbimento e Consapevolezza che porta all’Insight.

Concentrazione che porta all’Assorbimento

Lo scopo della meditazione è quello di sviluppare il potere della concentrazione. Come un coltello affilato che può tagliare facilmente un oggetto solido, così la mente concentrata è in grado di vedere le cose come realmente sono. A quel punto, il meditante riesce ad avere una visione profonda nelle tre caratteristiche dell’esistenza. Egli capisce perfettamente che tutte le cose sono impermanenti, coinvolte nella sofferenza e impersonali. Per la prima volta, ha un lampo di Nirvana ed è in procinto di diventare un Arahat.

Consapevolezza che porta all’Insight

Lo sviluppo della consapevolezza che porta all’Insight non sempre arriva tutt’in una volta, ma tramite una serie di lampi-flash. Con il graduale progresso sul sentiero, questi lampi di intuizione arrivano più frequentemente e sono più sostenuti. Alla fine, uno è in grado di sperimentare continuamente la luce della Saggezza. Questo progresso graduale verso l’otteniimento della Saggezza è come il progresso che fa un bambino quando impara l'apprendimento di una abilità, ad es. come l’andare in bicicletta. Quando all’inizio comincia a salirci sopra, egli può solo cercare di stare in equilibrio per una distanza breve. A poco a poco, come diventa più abituato alla nuova esperienza, egli può viaggiare per più lunghe distanze, fino a che è in grado di pedalare e, naturalmente, quasi senza sforzo.

I Quattro Stadi del Diventare un Arahat

Il progresso sul sentiero dell’Arahat è misurato dalla capacità della persona ad attenuare o eliminare Le Dieci Catene che lo legano al ciclo di nascita e morte, e che gli impediscono il raggiungimento del Nirvana. Ci sono quattro fasi riconoscibili che segnano questo progresso lungo il sentiero. Queste fasi sono spiegate in relazione alle Dieci catene, di cui sotto.

La prima fase:

Nella prima fase c’è il ‘Sotapanna’, cioè uno che è entrato nel "flusso" che alla fine porta nell' "Oceano del Nirvana". Quando egli è in questa fase, la sua intuizione è abbastanza potente per rimuovere le prime tre catene, e cioè:

la credenza nell’esistenza di un ‘sé’ permanente;

il dubbio nella capacità dei Tre Gioielli di condurlo verso gli obiettivi;

l'errata convinzione che le regole morali e i riti ascetici da soli siano sufficienti a portare una persona verso l’Illuminazione. (Silabbata Paramasa)

Raggiungendo questa prima fase, l’aspirante Arahat non rinascerà più in uno dei regni di esistenza più bassi. Egli potrà rinascere non più di sette volte nei piani di esistenza umana o celeste, prima di raggiungere il Nirvana.

La seconda fase:

Allorché egli fa un ulteriore progresso e perfeziona ancor più il suo sguardo interiore, egli raggiunge la seconda fase del ‘Sakadagami’ (Colui che ritorna). Dopo questa vita, egli rinascerà ancora una volta sola come essere umano. In tale rinascita, potrebbe raggiungere il Nirvana. In questa fase, egli è anche riuscito a indebolire la quarta e la quinta catena. Queste sono:

l’attaccamento al desiderio dei sensi;

la cattiva volontà.

La terza fase:

La terza fase è quella dell’‘Anãgãmi’ (Colui che non-ritorna). In questa fase, egli elimina totalmente la quarta e la quinta catena dell’attaccamento al desiderio sensuale e la cattiva volontà. L’Anagami non sarà più costretto a rinascere nel regno umano; egli rinascerà in una delle Terre Pure nei Paradisi in cui raggiungerà il Nirvana. In questa fase, le prime cinque catene sono state totalmente eliminate.

La quarta fase:

Nella quarta fase, egli fa l’avanzamento finale verso il diventare un Essere-Perfetto (Arahat), il quale raggiunge il Nirvana perché ha rotto tutte le Dieci Catene, di cui le ultime cinque sono:

il desiderio di esistenza nei mondi della Forma;

il desiderio di esistenza nei mondi Senza-forma;

L’orgoglio e la presunzione;

L’ irrequietezza, o nevrosi mondana;

L’ignoranza.

La carriera dell’Arahat è come la carriera di uno studente il cui sviluppo è misurato dalla realizzazione del più alto livello o fase che ha realizzato finora. Quando uno studente della scuola mondana compie i suoi progressi passando dalla scuola primaria alla secondaria, al Liceo e infine, all’Università, la sua conoscenza e padronanza di abilità aumentano ad ogni più elevato livello raggiunto. Poi, alla fine, egli si laurea quando passa l’esame dell’ultimo anno. Allo stesso modo, l’aspirante Arahat supera mano a mano le successive fasi rompendo tutte le catene ad ogni stadio del suo sviluppo. Quando passa con successo la quarta fase, egli raggiunge la fine della sua carriera e non è più soggetto alla rinascita.

Tuttavia, anche alla luce di quanto detto sopra sulle Dieci Catene e le altre varie offerte, è opportuno ricordare che la vera Illuminazione, come sperimentata dal Buddha e trasmessa dai Patriarchi, è indipendente dalle spiegazioni verbali, incluse le registrazioni degli Insegnamenti del Buddha (cioè, i Sutra) e le successive elaborazioni dottrinali. (fonte)

In altre parole:

             “Una speciale trasmissione al di fuori delle Scritture;

Nessuna dipendenza da parole e lettere;

Puntare direttamente alla mente dell’uomo:

Vedere nella propria natura e realizzare la Buddhità”.

             Il Sesto Patriarca del Chan Cinese, Hui Neng

Ricordiamo, inoltre, di sottolineare in essenza ciò che disse il Buddha nel libro del Dr. Walpola Rahula "What The Buddha Taught" (pp. 2-3), estrapolando dal Kalama Sutra quanto lontano il Buddha andò: "Egli disse ai bhikkhu (monaci) che un discepolo dovrebbe esaminare perfino il Tathagata (il Buddha) stesso, così che egli (il discepolo) possa essere pienamente convinto del valore reale del Maestro che egli ha seguito".

"Non appoggiatevi su ciò che è stato acquisito dai ripetuti ascolti, né sulla tradizione, né sulle parole, né su ciò che si trova in una delle Scritture, né su supposizioni, né su assiomi, né su ragionamenti speciosi, né su una deviazione verso un concetto che è stato più meditato, né su altre vostre abilità apparenti, né sulla considerazione che 'Il monaco è il vostro insegnante.' "(Fonte)



Nota sulla cura dei materiali stampati di Dharma: Bhikshu Dharmamitra - also Reverendo Heng Shou - un monaco buddhista ordinato nella tradizione del Venerabile Maestro Hsuan Hua, si riserva il diritto d'autore di questo materiale tranne che per le note e i commenti del Wanderling, e/o dove indicato diversamente. Anche se tutti i diritti sono riservati, espressamente consentito e incoraggiato scaricare, stampare da un p.c., fotocopiare e tradurre in libera diffusione, purch tali fotocopie e traduzioni mantengano la dichiarazione del diritto d'autore che si trova in ciascuna sezione.

Le tradizionali culture buddhiste trattano i materiali di Dharma come sacri. È considerato irrispettoso metterli in una posizione bassa, leggerli stando sdraiati o in luoghi in cui possano essere danneggiati da alimenti o bevande. Anche se ciò può sembrare strano a coloro che non sono stati sensibilizzati a questa tradizione, si dovrebbe riflettere bene e capire che il non trattare i materiali di Dharma con il dovuto rispetto potrebbe facilmente portare a non essere idonei alla pratica del Dharma e potrebbe portare anche gli altri a considerare gli stessi con leggerezza.


 

Finito di tradurre nel Marzo 2009 – per conto del Centro Nirvana di Roma- senza scopo di lucro