Articoli di Dharma

 I PRECETTI DEL BODHISATTVA
Di Ben (Elaborata dal Centro Nirvana)
 

 
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 Come disse il " BUDDHA", cioè il Risvegliato, il dono più grande è quello della verità, la verità della vita: il "DHARMA", in altre parole, la conoscenza e la pratica della Legge di tutto il Cosmo e l’Universo. Chi segue tale disciplina specifica, in piena regola, è considerato parte del "SANGHA", "comunità" anche solo ideale di tutti coloro che, secondo l'indicazione del Beato, seguono il Dharma.

 

La Via del Bodhisattva
Non si tratta di una religione, ma di una seria disciplina di vita presa su di sé: come quando si segue una dieta. Anche restando parte di qualche fede o culto, "non importa chi" possa al contempo praticare il DHARMA che non preveda una "fede", o adorazione ad alcuna entità superiore o divina. Lo stesso può fare un ateo, oppure un agnostico, che non ha preso posizione in campo spirituale.
Non c'è assolutamente conflitto d'interessi. Come nel caso di una dieta, che qualsiasi persona può applicare a se stessa pur essendo di una certa confessione, o essendone priva; se ciò è salutare.... In questo caso la "dieta", o meglio la disciplina, consiste nel fare.....COSTANTEMENTE ATTENZIONE AL PROPRIO COMPORTAMENTO.
 

(Il Bodhisattvacharyavatara, letteralmente Una Guida allo Stile di Vita del Bodhisattva) è uno dei grandi classici del buddhismo mahayana. Presentato in forma di una personale meditazione in versi, delinea il sentiero dei bodhisattva – gli esseri che, cercando di mettere fine alle sofferenze del. ..mondo, rinunciano alla pace della salvezza personale e fanno voto di operare per la liberazione di tutti gli esseri, ottenendo così l’illuminazione per il loro bene. Originariamente scritto in India in sanscrito, divenne ben presto un classico nel curriculum di studi delle università monastiche dell’India, e la sua fama è continuata a crescere sin da allora, per più di mille anni. Il testo venne tradotto in lingua tibetana subito dopo la sua composizione, nell’ottavo secolo dell’era presente e, sino ai nostri giorni, in tutte le quattro scuole del Buddhismo tibetano non vi è singolo trattato più profondamente venerato e ampiamente praticato della Via del Bodhisattva. La presentazione fatta da Shantideva dei metodi atti ad armonizzare il proprio modo di vivere con l’ideale del bodhisattva inizia con una lode alla mente dell’illuminazione, l’aspirazione altruistica del bodhisattva di ottenere l’illuminazione per il beneficio di tutti gli esseri. Shantideva ispira il lettore a coltivare ognuna delle sei perfezioni che costituiscono il fondamento dello stile di vita del bodhisattva: la generosità, l’etica, la pazienza, la perseveranza colma di entusiasmo, la meditazione e la saggezza. L’insegnamento sulla meditazione culmina con le profonda pratica di scambiare se stessi con gli altri, mentre il famoso capitolo nono presenta la diretta realizzazione della vacuità, la perfezione della saggezza, come spiegata nella tradizione Madhyamaka, o ’Via di Mezzo’ di Nagarjuna e Chandrakirti. Mediante i versi di questo testo, Shantideva riesce a comunicare le qualità di accuratezza espositiva, esperienza contemplativa e bellezza lirica che hanno ispirato intere generazioni di praticanti dello spirito.

Come afferma Sua Santità il Dalai Lama: Il principale scopo degli insegnamenti del mahayana è lo sviluppo di una mente che desidera fare il bene degli altri esseri viventi. Accrescendo la nostra sensazione di pace e di felicita saremo naturalmente in grado di contribuire in misura molto maggiore alla pace e alla felicita degli altri. Trasformare la mente e coltivare un atteggiamento altruistico, positivo e responsabile fornisce immediatamente grandi benefici. Qualsiasi siano i problemi e le difficoltà che dobbiamo sperimentare, possiamo affrontarli con coraggio, con calma e con animo lieto. Per tale motivo, questa positiva trasformazione della mente diventa anche il fondamento di ogni felicità futura, in tutte le prossime vite. Gli insegnamenti e le istruzioni del Buddha-dharma e in particolare gli insegnamenti del Mahayana contenuti nel Bodhisattvacharyavatara continuano ad essere validi e utili anche oggi, ai nostri giorni. Se mettiamo sinceramente in pratica l’essenza di questi insegnamenti, non avremo alcun dubbio sulla loro efficacia. I benefici derivanti dallo sviluppo di qualità come l’amore, la compassione, la generosità e la pazienza non sono confinati unicamente al livello personale; essi si estendono a tutti gli esseri viventi e contribuiscono persino al mantenimento dell’armonia dell’ambiente in cui tutti viviamo. Ecco perché incoraggio le persone a prestare attenzione a queste pratiche; il motivo non è quello di preservarne la tradizione.


I TRE GIOIELLI ed I PRECETTI DEL BODHISATTVA –
Nel Buddhismo non esiste adorazione o culto di qualcuno: solo rispetto, per le tre Gemme di questo patrimonio culturale,che sono: il BUDDHA, il DHARMA, e il SANGHA.
Dal Sūtra della Rete di Brahma (Brahmajāla Sūtra)
SEZIONE I° : Trasgressioni gravi (gurukapatti). Questi sono i dieci precetti maggiori:

1. NON UCCIDERE: Un discepolo del Buddha non deve uccidere, né incoraggiare gli altri a farlo, né uccidere usando espedienti, né lodare uccisioni, né rallegrarsi di esserne testimone e né uccidere con pratiche magiche. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma in cui vi sia intenzione di uccidere alcun essere senziente.(1)

Come discepolo del Buddha dovrebbe sviluppare la mente di compassione ed il sentimento filiale, trovando sempre abili mezzi per soccorrere e proteggere tutti gli esseri. Se invece non sa frenarsi e con piacere gratuito uccide, egli commette una grave trasgressione.

2. NON RUBARE: Un discepolo del Buddha non deve rubare, né incoraggiare altri a farlo, né rubare usando espedienti o con pratiche magiche. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma per il furto. Cio vale anche per oggetti appartenenti a ladri, delinquenti, nonché spiriti o fantasmi, sia pur piccoli come un ago o un filo d'erba.

Come discepolo del Buddha dovrebbe avere la mente di compassione ed il sentimento filiale, aiutando sempre le persone a produrre azioni meritorie e virtu, ed ottenere felicità. Se invece ruba i beni altrui egli commette una grave trasgressione.

3. NON AVERE PRATICHE SESSUALI SCORRETTE: Un discepolo del Buddha non deve indulgere in atti licenziosi, né incoraggiare altri a farlo con alcun tipo di essere, sia esso umano, animale, divinità o spirito. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma per tali atti.

Come discepolo del Buddha dovrebbe avere una mente filiale, soccorrere tutti gli esseri ed istruirli al Dharma della purezza. Se invece privo di compassione, incoraggia altri in tali pratiche licenziose, o egli stesso è coinvolto in pratiche promiscue con animali, parenti stretti ecc, egli commette una grave

trasgressione.

4. NON MENTIRE E NON DIRE FALSA PAROLA: Un discepolo del Buddha non deve dire false parole, né incoraggiare altri a farlo, né mentire con espedienti. Non deve farsi coinvolgere in cause, metodi, condizioni, o karma di menzogne, dicendo di aver visto ciò che non ha visto e viceversa, o mentire implicitamente con comportamenti e gesti.

Come discepolo del Buddha dovrebbe mantenere giusta visione e vera parola, conducendo tutti gli altri a fare altrettanto. Se invece causa falsa parola, visioni sbagliate o cattivo karma in altri, egli commette una grave trasgressione.

5. NON COMMERCIARE BEVANDE ALCOLICHE E INTOSSICANTI: Un discepolo del Buddha non deve commerciare in bevande alcoliche o incoraggiare altri a farlo, non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma per la vendita di qualsiasi sostanza intossicante, perché gl'intossicanti sono causa e condizione di tutti i tipi di trasgressione.

Come discepolo del Buddha dovrebbe aiutare tutti gli esseri senzienti ad acquisire chiara saggezza.

Se invece procura loro disordinati modi di pensare, egli commette una grave trasgressione.(2)

6. NON DIFFONDERE GLI ERRORI DEL SANGHA: Un discepolo del Buddha non deve diffondere gli errori del Sangha dei Bodhisattva (monaci, monache, laici, laiche) o incoraggiare altri a farlo. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma per discutere degli errori o colpe del Sangha.

Come discepolo del Buddha se sente persone malvagie, non buddhisti o seguaci del piccolo veicolo, parlare di pratiche contrarie al Dharma o contrarie ai precetti all'interno della comunità buddhista, dovrebbe, con mente compassionevole guidarli a sviluppare una giusta fede nel mahāyāna. Se invece discute delle colpe e degli errori che accadono nel Sangha, egli commette una grave trasgressione.

7. NON LODARE SE STESSI E DISPREZZARE GLI ALTRI: Un discepolo del Buddha non deve fare le lodi di se stesso e parlare male degli altri, o incoraggiare altri a fare ciò. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma per tale comportamento.

Come discepolo del Buddha dovrebbe servire tutti gli esseri viventi sopportando anche eventuali insulti e trasgressioni, accettando pazientemente di venire sfavorito per favorire gli altri. Se invece si vanta delle proprie virtù e misconosce il buono negli altri causando diffamazione, egli commette una grave trasgressione.(3)

8. NON ESSERE AVARI E NON INGIURIARE: Un discepolo del Buddha non deve essere avaro, e né

incoraggiare altri ad esserlo. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma di avarizia.

Come discepolo del Buddha, tutte le volte che una persona indigente viene a chiedergli aiuto, dovrebbe dargli qualsiasi cosa di cui abbia bisogno. Se invece con stizza e sdegno si rifiuta di aiutarlo anche solo con uno spicciolo, un ago, un filo d'erba o col pronunciare una frase, un verso o dare un minuscolo granello del Dharma e per di più lo rimprovera e lo umilia, egli commette una grave trasgressione.

9. NON AVERE IRA O RISENTIMENTO: Un discepolo del Buddha non deve avere ira e risentimento, o incoraggiare altri a nutrirli. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma di ira e rabbia.

Come discepolo del Buddha dovrebbe essere compassionevole e filiale aiutando tutti gli esseri senzienti a sviluppare buone radici di pace. Se invece ingiuria o umilia gli esseri senzienti o le divinità con aspre parole, persino colpendoli con calci o pugni o attaccandoli con mazze e coltelli mantenendo rancore anche quando riceve la loro confessione con parole sincere di pentimento, egli commette una

grave trasgressione.

10. NON DIFFAMARE I TRE GIOIELLI: Un discepolo del Buddha non deve parlare male dei Tre

Gioielli, né incoraggiare altri a farlo. Non deve creare cause, condizioni, metodi, o karma di

calunnia.

Se un discepolo del Buddha ascolta anche una sola parola ingiuriosa rivolta al Buddha, proveniente da un non buddhista o da un essere malvagio, sperimenta un dolore simile a quello prodotto da trecento lance che gli trafiggano il cuore. Come, perciò, potrebbe diffamare egli stesso i Tre Gioielli?

Se quindi un discepolo del Buddha manca di fede e di sentimento filiale e partecipa, assieme a persone malvagie o che hanno opinioni aberranti, nel diffamare i Tre Gioielli, egli commette una grave trasgressione.(4)


 

N O T E

1. "Non deve creare cause… in cui vi sia intenzione di uccidere alcun essere senziente." La mente è il fattore chiave in tutti i precetti del Bodhisattva. Realizzare la "vera natura" momento per momento e la pratica del Bodhisattva. Nel buddhismo, il karma sorge da tre fattori: pensiero, parola e azione. Tutto il karma, buono o cattivo, è piu forte quando questi tre convergono. In generale, la maggior parte dei precetti si focalizza nel disciplinare il corpo e la parola. I precetti di Bodhisattva, invece, enfatizzano la mente; sono considerati i precetti della "Mente fondamentale" riconoscendola come la fonte di ogni nostra azione.

2. Nel quinto precetto dei laici si parla solamente dell'astenersi dall'usare intossicanti; riguarda la salvaguardia di se stessi. Nel quinto precetto del Bodhisattva è sottolineato anche il fare commercio di sostanze inebrianti e intossicanti. Questo perché lo spirito autentico e la fondamentale caratte-ristica dell’azione dei Bodhisattva è quella di agire con compassione non arrecando danno agli esseri e aiutandoli a sviluppare e mantenere una mente chiara.

3. Parlare male degli altri e lodare se stessi è comune alla maggior parte delle persone. Molto più raro è ascoltare qualcuno parlare dei propri difetti e bene degli altri. Se le persone volgessero la luce della consapevolezza al loro interno e non fossero rivolte con mente dispersiva alla critica esterna, si creerebbe, a partire ognuno dalla propria dimensione, una realtà di pace estesa a nuclei familiari, società, stati, mondi… Questa pratica è di fondamentale importanza per il Bodhisattva che dovrebbe sempre riconoscere i propri difetti che altrimenti, con il passare del tempo, potrebbero ingigantirsi fino al punto da non essere più correggibili, impedendogli, in tal modo, di aiutare altri a liberarsene.

4. Non si deve diffamare alcun aspetto del Dharma, ad esempio: disprezzando come inadeguati gli insegnamenti del piccolo veicolo. Così come non sono da condannare persino la rottura dei precetti da parte dei maestri che, malgrado ciò, possono tuttavia essere autentici insegnanti del Dharma. Un discepolo del Buddha, avendo mente calma e libera dal discriminare, dovrebbe saper individuare il giusto insegnamento e non fissarsi sulla persona.


 

 

SEZIONE II° - Trasgressioni lievi (lahukapatti); Questi sono i 48 precetti minori:

1. Non mancare di portare rispetto ai maestri, ai monaci e a coloro che hanno preso i precetti da più tempo. Si dovrebbe sempre mantenere la mente di filialita e compassione.

2. Non consumare bevande alcoliche, né incoraggiare altri a farlo.

3. Non mangiare la carne di qualsiasi essere senziente. Chi mangia carne non fa germogliare la radice della grande compassione e recide il seme della grande buddhità presente in lui stesso e negli altri esseri causando paura negli animali.

4. Non mangiare i cinque tipi di piante pungenti: aglio, cipolla scalogno, porro, erba cipollina. (Questi, se mangiati cotti, aumentano il desiderio sessuale; se crudi, l'ira.)

5. Non mancare di insegnare come fare pentimento in colui che è stato visto violare i precetti.

6. Non mancare di ospitare, fare offerte e chiedere insegnamenti ad un maestro di Dharma venuto per una visita da molto lontano.

7. Non mancare di ascoltare le spiegazioni dei Sūtra, dei commenti e degli insegnamenti morali, là dove si trovi un maestro di Dharma.(1)

8. Non parlar male, essere in opposizione all'insegnamento mahāyāna o seguire insegnamenti non buddhisti.

9. Non trascurare chi sta male. Si dovrebbe provvedere a lui/lei come se si facessero offerte al

Buddha.(2)

10.Non tenere o usare trappole per nuocere o distruggere la vita. Né mai vendicarsi della morte di qualcuno, persino di quella dei propri genitori.(3)

11.Non agire come un emissario della nazione dove tale impegno può causare guerre col massacro di vite. Agire, se possibile, per la pace.

12.Non far commercio di schiavi, schiave, animali domestici a fine alimentare o oggetti funebri.(4)

13.Non calunniare la gente virtuosa (monaci, monache, saggi, maestri).

14.Non accendere fuochi distruttivi per pulire foreste, specie nei periodi in cui vi è più vegetazione e vita.

15.Non dare insegnamenti parziali o devianti. Insegnare a tutti la via del Bodhisattva per realizzare la natura di Buddha.

16.Non dare insegnamenti senza prima aver studiato e ben compreso il profondo significato dei Sūtra. Non insegnare mai per profitto personale.

17.Non rendersi amici dei potenti per esigere viveri, danaro o prestigio.

18.Non ingannare gli altri e se stessi pretendendo d'insegnare come un maestro senza un'adeguata comprensione del Dharma e mancando di osservare i precetti.

19.Non parlare maliziosamente e con doppiezza, creando discordia e disarmonia tra le persone virtuose.

20.Non mancare di coltivare la mente compassionevole per soccorrere tutti gli esseri senzienti in pericolo di morte liberandoli dalle loro sofferenze, come ad esempio gli animali dalla macellazione. Si dovrebbe riflettere che durante infiniti eoni, tutti gli esseri senzienti possono essere stati nostro padre e nostra madre. Se un Bodhisattva vede un animale che sta per essere macellato, dovrebbe cercare il modo di salvarlo, per esempio comprandolo o altrimenti recitargli il nome del Buddha.

21.a) Non rispondere all'odio con l'odio, né cercare vendetta nemmeno se il padre, madre o i propri cari vengono uccisi. Togliere la vita ad un altro essere per vendicarsi è contrario alla filialita; siamo tutti interrelati attraverso eoni di rinascite.

     b) Non bisogna nemmeno mantenere in schiavitu alcun essere o abusare del suo servizio creando cattivo karma con la mente, il corpo e la parola.

22.Un Bodhisattva novello non deve essere arrogante fidando nelle sue qualità interiori ed esteriori e rifiutarsi di ricevere istruzioni sul Dharma da un maestro di condizioni più umili. Non dovrebbe mai giudicare il maestro di Dharma in base alla corrente logica mondana.

23.a) Non inorgoglirsi della propria conoscenza del Dharma, né rifiutare di dare risposte a chi le richiede, né farlo mal volentieri e con arroganza.

     b) I precetti del Bodhisattva vengono dati da un maestro di Dharma che li ha ricevuti a sua volta in trasmissione. Tuttavia se, eccezionalmente, nel raggio di circa 600 km non ci sono maestri di Dharma, dopo almeno sei giorni di pratiche di pentimento e di purificazione, ci si può conferire da soli i precetti. Ciò deve avvenire di fronte alle immagini del Buddha e dei Bodhisattva soltanto dopo aver ricevuto, come auspicio, una visione a testimoniarne la sincerità.

24.Non trascurare di studiare e praticare gli insegnamenti del mahāyāna, cercando di non dedicarsi a quelli non mahāyāna.

25.Un abate, un maestro di Dharma, un maestro dei precetti, un maestro di meditazione o un responsabile per gli ospiti, dovrebbe amministrare bene le risorse di cui dispone, questo è un presupposto all’armonia del Sangha. (Ad es: le offerte ricevute per un'immagine del Buddha non devono essere utilizzate per stampare i Sūtra).

26.Non si deve mancare di trattare i monaci in visita al tempio allo stesso modo dei residenti, offrendo loro sistemazione e vitto adeguati al loro grado di anzianità monastica o di virtù. Li si  dovrebbe, inoltre, invitare alle cerimonie in cui vi sono donazioni.

27.Non accettare per se stessi le offerte dei laici che invece appartengono al Sangha dei monaci e delle monache; né accettare offerte o inviti discriminatori. Prendere per se stessi ciò che è stato offerto è come rubare quello che appartiene agli otto campi dei meriti e cioè, Buddha, saggi, maestri di Dharma, maestri dei precetti, monaci e monache, madri, padri, malati.

28.Nel fare offerte i donatori non dovrebbero discriminare tra monaci e monache. Ciò è contrario e contraddice lo spirito di filialita per tutti gli esseri e pregiudica l'offerta.(5)

29.Non sostentarsi sfruttando la prostituzione o esercitando magia, divinazione, lettura delle mani, produzione di veleni, addestramento di falchi e cani per la caccia, macellazione di animali ecc.

30.a) Non agire per combinare matrimoni. Astenendosi da ciò, il Bodhisattva pratica la compassione non creando karma di attaccamento tra gli esseri (la principale causa delle rinascite nel samsāra).

     b) Un discepolo laico dovrebbe per almeno sei giorni al mese o per tre mesi l'anno seguire una dieta vegetariana e mantenere strettamente i precetti.

31.Cercare di riscattare oggetti sacri quando si trovino in situazioni di abuso o contrabbando. Non evitare di soccorrere gli individui maltrattati. Se il bodhisattva sà che i membri del Sangha sono stati imprigionati o schiavizzati, deve cercare di liberarli con mezzi abili.

32.Non nuocere agli esseri senzienti: facendo commercio di armi, abusando del proprio eventuale potere per espropriare proprietà altrui, imprigionarli, oppure allevando cani, maiali e altri animali per farne commercio (e quindi ucciderli a fine alimentare).

33.Non guardare, con intento malevolo, esercitazioni militari, combattimenti tra uomini o animali. Si capisca che ognuno ha il proprio karma. Non indulgere nell'ascoltare musica mondana, non giocare d'azzardo o predire il futuro. Evitare tutte quelle attività che precludono alla mente di restare calma.

34.Non si dovrebbe mai perdere la determinazione adamantina di mantenere i precetti del Bodhi-sattva. Consapevoli di aiutare gli esseri a divenire futuri Buddha, realizzando la loro natura, si dovrebbe sviluppare per i precetti una fiducia sana, praticandoli e recitandoli. Nel fare ciò si mantiene costantemente la bodhicitta (la mente del risveglio), senza il rischio di regredire.

35.Non trascurare di fare “grandi” voti personali, come essere filiale con i propri genitori e i Maestri del Dharma; di incontrarsi con buoni compagni della Via; trovare un buon insegnante e osservare i precetti.

36.Non trascurare di adempiere alle proprie risoluzioni della Via, generate per prevenire la mente dall'essere coinvolta in azioni impure o nel rompere i precetti.

37.Il bodhisattva dovrebbe fare ritiri intensivi due volte all’anno, e recitare i precetti nei giorni di luna piena e luna nuova. Nei periodi dei ritiri estivi e invernali il Bodhisattva dovrebbe evitare i luoghi e le situazioni pericolosi, come i paesi che sono in crisi e che sono governati da cattivi governanti, giungle remote, foreste infestate da animali feroci, zone percorse da predoni o avversate da calamità naturali.

38.Non trascurare di avere un comportamento umile e rispettoso nei confronti dei membri più anziani del Sangha, lasciando loro le posizioni e i posti a sedere anteriori.

39.Non trascurare di seminare buone cause per raccogliere buoni effetti: parlare del Dharma e della moralità per il bene di tutti; incitare a edificare templi e stūpa per il Sangha; trovare dimore per i ritiri stagionali; recitare i Sūtra per il bene dei malati, del paese, per soccorrere gli esseri in pericolo e altre azioni virtuose.

40.a) Non discriminare o essere prevenuti nel conferire i precetti del Bodhisattva: sia questi un re, una persona nobile, un funzionario dello Stato, un monaco, una monaca, un laico, una laica, un libertino, una prostituta, uno schiavo, un asessuato, un bisessuale, un omosessuale, uno straniero, uno spirito o altro. Comunque, tutte le persone che hanno commesso uno delle sette trasgressioni gravissime non possono ricevere i precetti del Bodhisattva in questa vita. Le sette gravissime trasgressioni sono: ferire il Buddha, uccidere un arhat, matricidio, patricidio, uccidere il proprio maestro spirituale, uccidere il proprio maestro di Vinaya, creare divisione nel Sangha.

     b) Il Bodhisattva dovrebbe istruire i monaci e le monache ad usare abiti di colore misto (ocra, zafferano, porpora, bordeaux, marrone) distinguendosi in tal modo dai laici.

41.Non insegnare il Dharma per trarne profitto. Non impartire i precetti del Bodhisattva a chi, avendo commesso una o piu delle dieci gravi trasgressioni, non si sia sinceramente pentito durante almeno sei giorni e abbia ricevuto un segno, un auspicio (aver visto il Buddha deporre una corona sul suo capo, aver visto una luce, ecc).

42.Non officiare le cerimonie quindicinali (di luna piena o nuova) dei precetti dinanzi a persone che non li abbiano ancora ricevuti, a non buddhisti, a coloro di opinioni eterodosse. (Ciò ha lo scopo di creare una protezione per le cerimonie da comportamenti irriverenti e ostili.)

43.Non avere intenzione di violare i precetti. Chi fa ciò è preda dell'istinto come animale, e non è degno di ricevere le offerte dei donatori.

44.Non mancare di rispetto ai Sūtra mahāyāna e ai testi dei precetti, che si dovrebbero sempre recitare sinceramente, adoperandosi di usare per la loro fabbricazione materiali pregiati. Andrebbero conservati, ricopiati e distribuiti. Se un libro dovesse essere danneggiato, dovrebbe essere subito riparato. Non si dovrebbe porre sopra di essi oggetti di alcun tipo, non togliere la polvere soffiandoci sopra, non poggiarli per terra o leggerli in luoghi che non siano quelli propri.

45.Non mancare di diffondere la conoscenza del Dharma agli esseri senzienti.(6) Ovunque si trovi, il Bodhisattva dovrebbe aiutare tutti gli esseri, umani e animali, a sviluppare la bodhicitta (la mente del risveglio), insegnando anche agli animali.

46.Non insegnare il Dharma occupando una posizione inferiore, sedendo in basso o stando in piedi di fronte a coloro che ricevono l'insegnamento.

47.Non abusare della propria eventuale influente posizione per stabilire regole che contrastino con le regole morali del Buddhadharma.

48.Non nuocere al Dharma col rischio che esso venga distrutto: insegnando, ad esempio, i principi morali a uomini di potere in maniera aggressiva, arrogante o maliziosa o creando condizioni avverse ai membri del Sangha (rischio di imprigionamento o uccisione per monaci, monache e praticanti).


 

N O T E

1. Ascoltando un insegnamento, se ne dovrebbe cogliere il suo significato essenziale e non fare apprezzamenti personali su chi lo pronuncia; se sia, ad esempio, simpatico o antipatico, o se ha una bella voce ecc.

2. I malati rappresentano per il Bodhisattva un campo di meriti per esercitare la loro compassione; mentre monaci, monache, saggi e maestri rappresentano campi di merito per esercitare gratitudine.

3. Il Bodhisattva non deve vendicare nemmeno la morte dei suoi genitori, perché ciò significherebbe uccidere chi in passato potrebbe comunque essere stato suo genitore. Astenendosi cosi dall'uccidere, si interrompe la catena karmica di violenza, piantando nel presente semi di saggezza e compassione per il futuro. Più trasgressioni gravi una persona commette e più un Bodhisattva dovrebbe avere compassione! Questo insegnamento esiste perché ci sono persone che compiono molte trasgressioni. I Bodhisattva piu coraggiosi sono quelli che dimorano nei luoghi ove maggiore è la sofferenza!

4. Vendere oggetti funebri è considerato non compassionevole perche il commerciante potrebbe desiderare la morte degli altri per aumentare i suoi affari.

5. Nell'esercitare dāna (l’offerta), importante è la mente del donatore. Se il dono viene offerto con

compassione ed equanimita, senza alcun pensiero sul dare, su chi riceve e chi dona, allora la pratica di dāna è pura; altrimenti è limitata.

6. Ci sono diversi modi di insegnare agli esseri senzienti: con le parole, con il corpo, con la mente. Usare le parole per insegnare il Dharma è il modo piu comune e diffuso tra gli umani; altre volte è il meno efficace e il meno efficiente. Se non si ha la capacità di insegnare verbalmente, lo si puo fare con il proprio comportamento. Notando un comportamento etico e nobile, le persone svilupperanno rispetto e desiderio di seguirvi. Il modo di insegnare con la mente, prevede voti silenziosi e dediche di meriti.


 
(SEGUE: il Bodhisattvachariavatara – (Lo Stile di Vita del Bodhisattva) di SHANTIDEVA

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