Centro Ch'an Nirvana
 

Il significato del Vèsak
(Visakha)– La Festa di Buddha
di Ponchai Pong (da Facebook)
Trad. di Aliberth

 

  

  Il Visakha Puja Day è una delle maggiori festività buddhiste che cade il 15° giorno della luna nuova del mese lunare, che è il sesto mese nel corso dell'anno lunare. Quindi, il Visakha Puja Day cadrà il 15° giorno della luna nuova del nostro mese di Magio. Il Visakha Puja Day è considerato come il giorno più significativo di tutti i buddhisti, in tutto il mondo. Infatti, esso è il giorno in cui il Signore Budda nacque, si illuminò e passò nel Parinirvana nello stesso giorno lunare. È il giorno più sacro del calendario buddhista,  perciò quando arriva questo giorno, monaci e laici eseguono appositamente cerimonie, ricordando la grande saggezza, la purezza e la compassione del Buddha.
Il significato del Visakha spetta al Buddha ed al suo messaggio di pace universale per l'umanità. Mentre ricordiamo il Buddha e la sua illuminazione, abbiamo subito in mente la unica e più profonda conoscenza e comprensione che sono sorte in lui la notte della sua illuminazione. Ciò ha coinciso con i tre importanti eventi che hanno avuto luogo, corrispondenti ai tre periodi della notte.
Durante il primo periodo della notte, quando la mente del Buddha era calma, chiara e purificata, nacque in lui la luce, è sio generò la conoscenza e l'intuizione. Egli vide le sue vite precedenti, prima una, poi due, tre, fino a cinque, e infine i multipli di esse..., dieci, venti, 30, 50. Poi 100, 1000 e così via.... Mentre avanzava nella sua pratica, durante il secondo periodo della notte, egli vide come gli esseri muoiono e rinascono, a seconda del loro Karma, come scompaiono e poi riappaiono in una forma o nell'altra, da un piano di esistenza a un'altro. Infine, durante la parte finale della notte, egli vide il sorgere e il cessare di tutti i fenomeni, mentali e fisici. Vide, così, come le cose che sorgono dipendono da cause e condizioni. Questo lo portò a percepire il sorgere ed il cessare della sofferenza e di tutte le forme di insoddisfazione, aprendo la strada per lo sradicamento di tutte le macchie del desiderio e della brama.

Con la cessazione completa del desiderio, la sua mente fu completamente liberata. Egli raggiunse la perfetta e totale Illuminazione. La realizzazione spuntò in lui, insieme a tutti i poteri psichici (siddhi).
Questa saggezza e luce che lampeggiò e si irradiò sotto lo storico Albero della Bodhi di Bodhgaya, nel distretto di Bihar nel nord dell'India, più di 2500 anni fa, fu di grande importanza per il destino umano. Venne a schiarirsi il modo in cui l'umanità potrebbe passare da un mondo di superstizione, di odio e di paura, in un nuovo mondo di luce, di vero amore e felicità. Il cuore degli insegnamenti del Buddha è poi contenuto negli insegnamenti delle Quattro Nobili Verità, vale a dire:

La Nobile Verità di Dukkha o Sofferenza

L'origine o la causa della sofferenza
La fine o la cessazione della sofferenza
Il Sentiero che conduce alla cessazione di tutte le sofferenze
La Prima Nobile Verità è la Verità di Dukkha, che è stato generalmente tradotto come 'sofferenza'. Ma il termine dukkha, che rappresenta la visione della vita e del mondo, nel senso del Buddha, ha un più profondo significato filosofico.
Nascita, vecchiaia, malattia e morte sono universali. Tutti gli esseri sono soggetti a tale insoddisfazione. Che è la separazione dalle persone care e dalle condizioni piacevoli, l'associazione con persone odiose e le condizioni spiacevoli, e il non ottenere ciò che si desidera – anche tutti questi sono fonti di sofferenza e di insoddisfazione. Il Buddha, quindi, riassume Dukkha in ciò che è noto come i ‘Cinque aggregati di attaccamento’.
Qui, si trova il più profondo significato filosofico di Dukkha, perché essa abbraccia tutto lo stato di essere o esistenza. La nostra vita, o l'intero processo della vita è visto come un flusso di energia che comprende i cinque aggregati, vale a dire l'insieme di forma o processo fisico, la sensazione, la percezione, le formazioni mentali e la coscienza. E, di solito, questi sono classificati come processi mentali e fisici, che sono costantemente in uno stato di continuo flusso o di cambiamento.
Quando alleniamo le nostre menti ad osservare il funzionamento dei processi mentali e fisici pian piano realizzeremo la vera natura della nostra vita. Vedremo come essa sia soggetta a modificazioni e all’insoddisfazione. E, in quanto tale, non c'è vera sostanza o ente, o Sé, che possa aggrapparsi ad un qualcosa come 'io', 'me' o 'mio'.
Quando si diventa consapevoli della natura insoddisfacente della vita, noi vorremmo naturalmente uscire da questo stato. Ed è a questo punto che cominciamo seriamente a farci domande sul significato e lo scopo della vita. Così, questo porterà noi stessi a cercare la verità, per quanto riguarda la vera natura dell'esistenza e della conoscenza per superare l’insoddisfazione.
Dal punto di vista buddhista, perciò, lo scopo della vita è di porre fine alle sofferenze ed a tutte le altre forme di insoddisfazione - per realizzare la pace e la vera felicità. Tale è il significato della comprensione e la realizzazione della Prima Nobile Verità.
La Seconda Nobile Verità, poi, spiega l'origine o la causa della sofferenza. Il desiderio o la bramosia (tanha) è la causa universale della sofferenza. Essa comprende non solo il desiderio di piaceri sensuali, ricchezza e potere, ma anche l’attaccamento al proprio personale punto di vista delle idee, opinioni, concetti e credenze. E' la brama per la carne, la concupiscenza per la sopravvivenza (o eternalismo) nei regni sensuali della esistenza, come pure nei reami della forma e in quelli senza forma. Inoltre, vi è anche il desiderio e la brama di non-esistenza (o nichilismo). Queste sono tutte forme diverse di egoismo, cioè, il volere le cose per se stessi, anche purtroppo a scapito di altri.
Se non si realizza la vera natura di se stessi, va a finire che ci si aggrappa a cose che sono impermanenti, mutevole e deperibili. L'incapacità di soddisfare i propri desideri attraverso queste cose, provoca delusione e sofferenza. Nell’attaccamento o brama è presente in tutti noi una potente forza mentale. Essa è la causa principale delle nostre sofferenze. È questo desiderio che ci lega al Samsara - il ciclo delle ripetute nascita e morte.
La Terza Nobile Verità punta alla cessazione della sofferenza. Dove non c'è desiderio, non c'è divenire, e non c’è rinascita. Dove non c'è rinascita, non vi è decadenza, non c’è la vecchiaia, la morte, e quindi non c’è la sofferenza. È così che la sofferenza arriva alla fine, una volta per tutte.
L
a Quarta Nobile Verità, spiega il percorso o la Via che conduce alla cessazione della sofferenza. Questa Via si chiama il Nobile Ottuplice Sentiero.
Il Nobile Ottuplice Sentiero evita gli estremi di auto-indulgenza, da un lato, e di auto-tortura, dall'altro. Esso si compone di Corretta Comprensione, Corretto Pensiero, Corretto Modo di Parlare, Corretta Azione, Corretto Comportamento o Modo di Vivere, Corretto Sforzo, Corretta Consapevolezza o Attenzione e Corretta Concentrazione. Questi otto fattori del Sentiero possono essere riassunti in 3 fasi del training, o pratica, che coinvolgono la morale, la coltivazione mentale e la saggezza.
La moralità o buona condotta è la prevenzione di azioni malvagie o malsane - le azioni che sono viziate da avidità, odio e illusione, e la esecuzione delle azioni buone o sane, - le azioni che sono esenti da avidità, odio e illusione, ma motivate da liberalità, bontà e saggezza.
La funzione di moderazione, o della buona condotta morale, è di liberare la mente dal rimorso (o dalla coscienza sporca). La mente che è libera dal rimorso (o dalla colpa) è naturalmente calma e tranquilla, e pronta per la concentrazione con consapevolezza.
La mente concentrata e coltivata è una mente analitica e contemplativa. E' in grado di vedere la legge di causa ed effetto, e la vera natura dell'esistenza, aprendo in questo modo la strada per la saggezza e l'intuizione.
Saggezza’, nel contesto buddhista, è la realizzazione delle verità fondamentali della vita, vale a dire le profonde Quattro Nobili Verità. La comprensione delle Quattro Nobili Verità ci fornisce un adeguato senso di scopo e direzione nella vita. Esse costituiscono la base della ‘risoluzione’ dei problemi. Oggigiorno, il messaggio del Buddha costituisce la causa fondamentale di sviluppo ed espansione della conoscenza, proprio così come quando esso fu enunciato, essendo rimasto inalterato nel tempo.
Non importa fino a che punto l’aumento delle conoscenze scientifiche renda possibile di estendere l’orizzonte mentale dell'uomo, ci sarà sempre spazio per l'accettazione e l'assimilazione di ulteriori scoperte, all'interno della struttura degli insegnamenti del Buddha. L'insegnamento del Buddha è aperto a tutti, per vedere e giudicare da soli. L'universalità degli insegnamenti del Buddha ha portato uno dei più grandi scienziati del mondo, Albert Einstein, a dichiarare che 'se vi è una religione che possa far fronte alle moderne esigenze scientifiche, essa è il buddhismo'
L'insegnamento del Buddha è diventata una grande forza civilizzatrice, ovunque sia andato. Esso fa appello alla ragione e alla libertà di pensiero, riconoscendo la dignità e le potenzialità della mente umana. Esso fa riferimento all'uguaglianza, la fraternità e la comprensione, esortando i suoi seguaci ad evitare il male, a fare il bene ed a purificare la propria mente.
Realizzando la natura transitoria della vita e di tutti i fenomeni mondani, il Buddha ha consigliato di lavorare per la nostra liberazione con ‘piena attenzione’, perché la ‘piena-attenzione’ è la ‘Via degli Immortali'. I suoi chiarissimi e profondi insegnamenti sulla coltivazione della ‘piena-attenzione’, altrimenti noti come Satipatthana, o “I Quattro fondamenti della Consapevolezza”, è il percorso diretto per la purificazione degli esseri - per il superamento del dolore e dell’angoscia, per la distruzione di tutte le sofferenze mentali e fisiche, per il raggiungimento della intuizione (insight) e conoscenza, e per la realizzazione di Nibbana (nirvana). Questo è stato verificato dai suoi discepoli. Esso, è quindi un percorso, una via, una tecnica che può essere verificata da parte di tutti, a prescindere dalla casta, colore o credo. (Mahinda ~ Venerabile)
Ogni anno da queste parti, in questo giorno importante, tutti noi buddhisti coglieremo l'occasione per rendere omaggio al Buddha, come un modo per esprimere la nostra gratitudine per la sua bontà. Sacrifichiamo i nostri affari quotidiani per rendere merito a Lui, in maniera idonea, facendo cose come il praticare la generosità, l’osservare i precetti, e ascoltare il Dhamma. Questo si chiama rendere omaggio alle virtù della Triplice Gemma (o Tre Gioielli): il Buddha, il Dharma e il Sangha.

Il Buddha è come nostro padre, mentre il Dhamma è come la nostra madre - in quanto è quello che dà vita alla nostra conoscenza degli insegnamenti del Buddha. Pertanto, anche se attualmente il nostro padre Buddha Sakyamuni è morto, la nostra madre (il Dharma) è ancora in vita. Entrambi ci danno tutela e protezione, prendendosi cura di noi, così che siamo stati in grado di rimanere liberi e felici, fino ad oggi. Siamo quindi in modo significativo a loro debitori e dovremmo così trovare un modo per mostrare la nostra gratitudine in linea con il fatto che siamo i loro figli.
Di solito, quando i genitori delle persone muoiono, esse piangono e si lamentano, si vestono di nero, ecc, come modo di mostrare il loro lutto. Il Visakha Puja Day - che è l'anniversario del giorno in cui nostro padre, il Buddha, è scomparso - noi dimostriamo il nostro lutto, ma lo facciamo in modo diverso. Invece di piangere, cantiamo i sutra che riflettono le virtù di Buddha, Dharma e Sangha. Invece di vestirci di nero, piuttosto ci togliamo i nostri gioielli, andiamo senza profumi o acqua di colonia, e ci vestiamo in modo molto semplice. Per quanto riguarda i comodi letti e i materassi su cui di solito ci stendiamo, in questo giorno ci asteniamo da essi. Ed invece di mangiare tre o quattro volte al giorno, come normalmente ci piace fare, abbiamo ridotto a solo due volte o una sola. Dobbiamo offrire il nostro piacere abituale, se vogliamo di mostrare il nostro lutto per il Buddha - nostro padre - in modo sincero e genuino.
Oltre a questo, portiamo fiori, candele e incenso, da offrire in omaggio al Buddha, al Dharma e al Sangha. Questo è chiamato amisa-puja, o omaggio materiale. Questa è una forma di pratica sul piano esterno - una questione di parole e azioni. Si riferisce alle voci di generosità e virtù, ma non conta come la più alta forma di omaggio. Vi è ancora un altro livello più alto di omaggio - patipatti-puja, o omaggio fatto attraverso la pratica - che il Buddha disse essere il ‘supremo’: cioè la meditazione, o lo sviluppo della mente, in modo che possa saldamente dimorare nella sua naturale bontà interiore, indipendente da tutti gli oggetti esteriori. Questo è il punto cruciale su cui il Buddha ha voluto concentrarsi quanto più possibile, perché questo tipo di pratica era quella che gli ha permesso di raggiungere la più alta realizzazione, facendolo essere un Buddha Pienamente Auto-Risvegliato, e permettendo a molti dei suoi nobili discepoli pure di diventare arahant. Quindi dovremmo tutti interessarci e impostare la nostra mente per seguire il loro esempio, come modo di seguire le orme dei nostri padre e madre. In questo modo, possiamo essere chiamati i loro grati e leali eredi, perché noi ascoltiamo con rispetto gli insegnamenti dei nostri genitori e li mettiamo in pratica.
In entrambi i tipi di pratica, l'obiettivo conclusivo è la felicità, ma un tipo di felicità che non è il piacere trovato nel mondo, quanto piuttosto la felicità che si trova sopra e al di là del mondo.
Quando rendiamo omaggio al Buddha, Dharma e Sangha, non è il caso che dobbiamo prendere i risultati della nostra pratica e cercare di spingere più in alto la Triplice Gemma. In realtà, quello che stiamo facendo è di dar luogo al bene che dà benefici a noi stessi.
Sia che si offra un omaggio materiale o l’omaggio attraverso la pratica, se vogliamo ottenere risultati dal focalizzare la nostra mente e metterla nelle nostre azioni - cioè, se ci attacchiamo alle nostre buone azioni, come nel praticare la virtù, la generosità, ecc - questo si chiama vattagamini-Kusala, ed è un’azione che ci riporta al ciclo (di nascita e morte). La mente non è libera. Non dobbiamo diventare schiavi di questa o quella cosa, questo o quel pensiero, questa o quella azione o preoccupazione. Essa è ancora una lunga ed estenuante causa che ci costringerà a tornare a rinascere. Ma se prendiamo il risultato delle nostre buone azioni in termini di virtù, generosità, ecc, e lo rendiamo la base interiore della mente, in modo che sia messo da parte nella mente, senza lasciare che la mente scada verso le cause esterne, questo andrà a ridurre di molto i nostri stati di divenire e di rinascita, così che alla fine non si abbia da ritornare e rinascere. Questo è vivattagamini-Kusala, abilità che porta fuori dal ciclo (samsara). È questa la differenza tra queste due forme di abilità. (~ Ajaan Lee Dhammadharo)
Poiché
il giorno del Vèsak è il Memorial Day per la grandezza del Signore Buddha, di conseguenza, il 15 dicembre 1999 il Comitato generale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha accettato la risoluzione proposta dagli ambasciatori di 16 paesi operanti delle Nazioni Unite (Sri Lanka, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Laos, Maldive, Mongolia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Filippine, Corea del Sud, Spagna, India, Ucraina, e Thailandia) per dichiarare il significativo giorno del Vésak come il giorno di tutti i buddhisti di tutto il mondo. Il mondo stesso realizza una grande persona, il Buddha, e che i suoi insegnamenti sulla misericordia e la pazienza tra tutte le creature, per la pace nel mondo e la felicità, sono gli stessi delle politiche delle Nazioni Unite. E che l'accettazione dimostra che il significato del buddhismo è riconosciuto anche dall'ONU. Inoltre, la sede delle Nazioni Unite e l'Ufficio dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno impostato ogni anno il Rispetto per il riconoscimento internazionale del Giorno del Vèsak.
In questa vita presente, tutti noi siamo fortunati perché il buddhismo esiste ancora e abbiamo la possibilità di imparare gli insegnamenti del Buddha. Ricordiamoci della sua virtù e della Triplice Gemma, portiamo la luce del Dhamma e facciamo sì che la nostra vita stia alla luce della luna, seguendo le istruzioni del Buddha di evitare il male, fare il bene e purificare la mente. Solo la pratica del Dhamma può mantenere per sempre in vita il buddhismo.