Conoscere il CHAN…

di Master Sheng Yen

Tratto da-  http://www.chan1.org - Dharma Drum Publications – U.S.A.

Ch'an Meditation Center – 90-56 Corona Avenue - Elmhurst, New York  1373,

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Questa è la trascrizione di un discorso data da Master Sheng Yen nel 1977, all'inizio della sua carriera di insegnante
negli Stati Uniti. Esso fu pubblicato originalmente in un piccolo opuscolo. Anche se nell'articolo le informazioni
riguardanti le lezioni date dal maestro sono sorpassate, la sua visione d'insieme dell'essenza della pratica del Chan è senza tempo.  

Che cos’è il Chan?

“Vorrei cominciare col dirvi che il Chan non è semplicemente la conoscenza, benché essa a non sia affatto separata dal Chan. E ancora, il Chan non è solo religione, benché conseguimenti di religione possano essere raggiunti dal Chan. Il Chan non è filosofia, benché mai la filosofia può allontanarsi dallo scopo del Chan. Il Chan non è scienza, benché anche nel Chan è richiesto lo spirito di enfatizzare la realtà e l'esperienza. Perciò, per favore, non tentate di esplorare il contenuto del Chan motivati da mera curiosità, perché il Chan non è qualcosa di nuovo portato qui [negli Stati Uniti] dagli Orientali; Il Chan è presente dappertutto, nello spazio senza limite e nel tempo senza fine. Tuttavia, prima che il buddhismo dall'Oriente fosse propagato nel mondo occidentale, le persone di questa parte del mondo non sapevano nulla dell'esistenza del Chan. In realtà, il Chan insegnato in Occidente dagli Orientali non è il vero Chan. È solo il metodo di realizzarlo. All’inizio, il Chan fu scoperto da un principe di nome Siddhartha Gautama (chiamato Shakyamuni dopo la sua illuminazione) che nacque circa 2500 anni fa in India. Dopo che egli fu illuminato e chiamato il Buddha, insegnò a noi il metodo di conoscere il Chan. Questo metodo fu trasmesso dall'India in Cina, e poi in Giappone. In India era chiamato dhyana che in Cinese è pronunciato "Chan" e in giapponese "Zen". In realtà, tutti e tre i nomi sono identici.  

Il Chan ha un’esistenza universale ed eterna. Non ha alcun bisogno che qualche insegnante lo trasmetta; quello che è trasmesso dagli insegnanti è solo il metodo con cui si può sperimentare personalmente questo Chan. Alcune persone erroneamente credono che il Chan sia una sorta di misteriosa esperienza; altri pensano che attraverso l'esperienza del Chan possono raggiungere i poteri soprannaturali. Ovviamente, il processo di praticare la meditazione Chan può provocare vari tipi di strani eventi a livello di sensazioni mentali e fisiche; inoltre, attraverso la pratica di unificare corpo e mente, si può essere capaci di raggiungere il potere mentale per controllare o alterare le cose esterne. Ma tali fenomeni, che sono considerati come i misteri della religione, non sono lo scopo della pratica Chan, perché essi possono solamente soddisfare la curiosità o la megalomania di qualcuno, e non possono risolvere i veri problemi della vita delle persone.  

Il Chan parte dalla radice del problema. Non parte dall'idea di conquistare l'esteriorità materiale e gli ambienti sociali, ma parte per ottenere la completa conoscenza del proprio ‘se stesso’. Nel momento che conoscerete qual’è il vostro ‘vero-sé’, questo "io" che ora crede di essere il ‘sé’, simultaneamente scomparirà. Noi chiamiamo questa nuova conoscenza della nozione del ‘sé’, "illuminazione" o "vedere la propria natura fondamentale". Esso è l'inizio che aiuterà a risolvere completamente i veri problemi. Alla fine voi scoprirete che l'individuo che ritenete di essere, insieme con tutta l’esistenza, non è altro che una totalità che non può essere divisa.  

Siccome voi stessi avete delle imperfezioni, perciò sentite che l'ambiente è imperfetto. È come uno specchio con una superficie disuguale, anche le immagini riflesse in esso sono distorte. Oppure, è come la superficie dell’acqua disturbata da increspature, cosicché la luna riflessa in essa è irregolare e instabile. Se la superficie dello specchio è chiara e liscia, oppure se l'aria sulla superficie dell'acqua è immobile e non ci sono increspature, allora il riflesso nello specchio e la luna nell'acqua saranno chiari e precisi. Perciò, dal punto di vista del Chan, la causa più grande del dolore e della sfortuna sofferta dall’umanità, non è l'infido ambiente del mondo in cui viviamo, né l’orribile società umana, ma è il fatto che noi non siamo mai stati in grado di riconoscere la nostra natura di base. Quindi il metodo del Chan non è di spingerci ad evadere la realtà, né di chiudere gli occhi e infilare la testa nella sabbia, come fa lo struzzo quando vede arrivare il pericolo, pensando che così tutti i problemi sono risolti. Il Chan non è un idealismo auto-ipnotizzante.  

Con la pratica Chan uno può eliminare l’ "io"; non solo il piccolo egoista "io", ma anche il grande "Io", che in filosofia è chiamato "l'Essenza" o "Verità". Solo allora vi è la libertà assoluta. Così un esperto praticante Chan non sente mai che una qualsiasi responsabilità sia un peso, né sente la pressione che le condizioni di vita esercitano sulle persone. Egli sente soltanto che sta portando perpetuamente l’energia della vita in ogni attività. Questa è l'espressione della libertà assoluta. Perciò la vita del Chan è inevitabilmente normale e positiva, felice ed aperta. La ragione di ciò è che la pratica Chan vi fornirà in continuità uno strumento per scavare la vostra preziosa miniera di saggezza. Più in profondità scaverete, più elevata sarà la saggezza raggiunta, fino a che alla fine otterrete tutta la saggezza dell'intero universo. A quel punto, non c’è una sola cosa in tutto il tempo e spazio che non sia contenuta all'interno dello scopo della vostra saggezza. A quello stadio, la saggezza diventa assoluta; e siccome è assoluta, la parola saggezza non serve per nessun altro scopo. Sicuramente, a quello stadio, l’"io" che vi motivava a ricercare cose come la fama, la ricchezza ed il potere, o a sfuggire la sofferenza ed il pericolo, sarà completamente scomparso. Ed in più, perfino la saggezza che eliminò il vostro "io", per voi diventerà un non necessario concetto. Ovviamente, dal punto di vista dell’Illuminazione improvvisa, è assai più facile per un praticante Chan arrivare a questo stadio; ciononostante, prima di giungere alla porta dell’illuminazione improvvisa bisogna esercitare un grande sforzo nel viaggio. Altrimenti, i metodi del Chan sarebbero inutili. 

I Tre Stadi della Meditazione Chan: Attualmente, il metodo di Chan che io sto insegnando negli Stati Uniti è diviso in tre livelli. 

1° Livello: Equilibrare lo sviluppo di corpo e mente per raggiungere la salute mentale e fisica.  

Riguardo al corpo, sottolineamo la dimostrazione e la correzione delle posture del camminare, stare in piedi, sedere e sdraiarsi. Allo stesso tempo, insegniamo i vari metodi di esercizio fisico per camminare, stare in piedi, sedere e sdraiarsi. Essi sono metodi unici che combinano l’Hatha-Yoga Indiano ed il Tao-yin Cinese, e possono arrecare la salute fisica, come pure dar luogo alla meditazione. Quindi, uno che pratica il Chan e ha ottenuto buoni risultati, avrà di sicuro un forte corpo capace di resistere alla fatica. Per la mente, noi evidenziamo l'eliminazione della paura e della frustrazione, l’ansia, l’impazienza, il sospetto, come pure lo stabilire uno stato di sicurezza di sé, la determinazione, l'ottimismo, la pace e la stabilità.  

Un bravo studente, dopo cinque o dieci lezioni, raggiungerà il primo livello e sarà in grado di ottenere i risultati di cui sopra. Un rapporto di alcuni nostri studenti dichiarò: "Questo tipo di studio del Chan è buono specialmente per coloro che, come me, per professione o abitudine, sono abituati ad usare il cervello funzionante quasi ogni minuto del giorno. Spesso trovo queste sedute Chan molto utili per rilassarmi. Così, perfino senza un più grande scopo, questa classe di Chan è stata molto utile, e dovrebbe essere estremamente raccomandata". [Chan Magazine, Vol.1; N.1]  

Nella prima lezione di ogni classe, io chiedo sempre individualmente a ciascuno degli studenti quale sia il suo scopo nell'imparare il Chan, se speravano di beneficiare il corpo, o cercare aiuto per la mente. Le risposte mostrano che la maggioranza aveva il secondo scopo. Questo indica che la gente che oggi vive nella società Americana, sotto lo sforzo e la pressione dell'ambiente presente, soffre di eccessiva tensione, e molti hanno perso il loro equilibrio mentale. Alcuni sono così severamente tesi da dover consultare uno psichiatra. Fra quelli che vengono ad imparare il Chan, c’è uno studente donna, conferenziere in una nota università, che alla prima riunione mi chiese se potevo aiutarla ad alleviare il suo umore teso e difficile. Io le dissi che questa è una questione assai semplice per un praticante Chan. Dopo cinque lezioni lei ha sentito che il Chan era una grande benedizione nella sua vita.  

Il metodo del primo livello è molto semplice. Principalmente, richiede di rilassare tutti i nervi e i muscoli del vostro intero corpo, ed a concentrare la vostra attenzione sul metodo che avete appena imparato. Poiché la tensione dei nervi e muscoli colpisce l'attività del cervello, la chiave perciò è di ridurre il carico sul cervello. Quando diminuiscono le vostri illusioni ed i pensieri erranti, il vostro cervello gradualmente troverà un po’ di pace. Allorché il suo bisogno di sangue si ridurrà, più sangue circolerà attraverso l’intero corpo. Nel frattempo, grazie al rilassarsi del cervello, anche tutti i muscoli si rilasseranno; così i vostri vasi sangugni si espanderanno, e voi vi sentirete del tutto a vostro agio, il vostro spirito sarà fresco e vigile, e le risposte mentali saranno naturalmente più agili e più vivaci.  

Se lo scopo del vostro studio è soltanto di acquisire equilibrio fisico e mentale, e non di studiare la corretta meditazione, allora uno probabilmente sentirà che il completamento del primo livello è sufficiente; ma molti studenti non sono contenti solo di questo, e davvero, alcuni cercano fin dall'inizio la mèta del secondo livello.  

2 Livello: Dal senso del piccolo "io".  

Il primo stadio aiuta soltanto a portare alla concentrazione la vostra mente confusa; ma quando praticate la concentrazione, gli altri pensieri sparsi continuano ad apparire nella mente – talvolta pochi, talvolta molti. Il vostro scopo nel praticare il Chan è per avere benefici mentali e fisici. Questo è uno stadio in cui il vostro concetto è puramente egocentrico. Non c'è nessuna idea di idealismo filosofico o esperienza religiosa. Quando arriverete al secondo livello, sarete in grado di liberarvi dalla ristretta visione dell’"io". Nel secondo livello comincerete ad entrare nello stadio della meditazione. Quando si pratica il metodo della coltivazione insegnato dal vostro maestro, allargherete la sfera di visione del piccolo "io", finché coinciderà con il tempo e spazio. Il piccolo "io" si fonderà all'intero universo, formando un'unica unità. Quando vi guarderete all’interno, la profondità sarà illimitata; quando guarderete all’esterno, la vastità sarà senza limiti. Poiché vi siete fusi e siete divenuti uno con l’universo, il mondo del vostro stesso corpo e mente non esisterà più. Ciò che esiste è l'universo, che è infinito in profondità e vastità. Voi stessi non siete solo una parte dell'universo, ma anche la totalità di esso.  

Quando realizzerete questa esperienza nella vostra seduta Chan, allora capirete cosa si voleva intendere in filosofia col termine ‘principio o sostanza fondamentale’, ed anche cosa sia in realtà l’esistenza fenomenica. Tutti i fenomeni sono la superficie galleggiante o lo strato percettibile della sostanza fondamentale. Da un punto di vista superficiale, i fenomeni hanno innumerevoli distinzioni ed ognuno ha caratteristiche diverse; in realtà, le differenze tra i vari fenomeni non intaccano la totalità della sostanza di base. Per esempio, sul pianeta in cui viviamo noi, vi sono innumerevoli generi di animali, piante, minerali, vapori, liquidi e solidi che incessantemente sorgono, mutano e periscono, costituendo i fenomeni della terra. Tuttavia, se è vista da un altro pianeta, la terra è solo un unico corpo. Quando abbiamo l'opportunità di liberarci dai limiti del ‘sé’ o delle visioni soggettive, per assumere l’oggettiva visione dell'intero ed osservare tutti i fenomeni in un insieme, possiamo eliminare gli opposti e le visioni contraddittorie. Prendete un albero, per esempio. Dalla parte dei rami e delle foglie individuali, essi sono del tutto distinti l'uno dall'altro, e possono anche essere percepiti mentre si toccano l'un contro l'altro. Ma, dalla parte del tronco e delle radici, tutte le parti senza eccezione sono di un'intero unificato.  

Nel corso di questo secondo livello, comprenderete che voi non avete solamente un'esistenza individuale e indipendente, ma che insieme avete anche un'esistenza universale illimitatamente con questo profondo e vasto cosmo, e perciò il confronto tra voi e l'ambiente circostante non può più esistere. Infelicità, odio, amore, desiderio - in altre parole le tendenze ad afferrare ed a rifiutare, scompaiono naturalmente, e voi sentite una sensazione di pace e soddisfazione. Dato che avrete eliminato il piccolo "io" egoista, sarete in grado di reputare tutte le persone e tutte le cose come se fossero fenomeni prodotti dalla vostra stessa sostanza, e così amerete tutte le persone e tutte le cose nello stesso modo in cui amavate e vi curavate del vostro piccolo "io". Questa è la mente di un grande filosofo.  

Ovviamente, tutte le grandi figure religiose hanno dovuto superare le esperienze di questo secondo stadio, in cui si sono liberate dai confini del piccolo "io", scoprendo che la loro propria sostanza fondamentale non è null’altro che la stessa esistenza dell'intero universo, e che non c'è differenza tra se stessi e tutto nell'universo. Tutti i fenomeni sono manifestazioni della loro stessa natura. Essi hanno il dovere di amare e salvaguardare tutte le cose, ed anche il diritto a utilizzarle; proprio come noi abbiamo il dovere di amare i nostri propri figli ed il diritto di usare la proprietà che ci appartiene. Così si forma la relazione tra la divinità e la moltitudine delle cose create. Simili persone impersonano la sostanza di base dell'universo che esse sperimentano attraverso la meditazione, generando la credenza in Dio. Esse sostanzializzano quest’ idea di un grande "Io" con l'amore stesso per Dio e formulano la missione di essere un Redentore del mondo, o un emissario di Dio. Esse unificano tutti i fenomeni e li reputano come oggetti che sono stati creati e devono essere salvati. Di conseguenza, queste figure religiose pensano che la natura fondamentale delle loro anime è la stessa di quella della divinità, e che essi sono le incarnazioni umane della divinità. E così, essi si considerano Redentori del mondo. Altri pensano che seppure la natura di base delle loro anime non sia identica o inseparabile da quella della divinità, il fenomeno della loro incarnazione dimostra che essi sono stati inviati in questo mondo da Dio come messaggeri per promulgare l'intenzione di Dio stesso.  

Generalmente, quando i filosofi o le figure religiose raggiungono l'altezza del secondo livello, essi sentono che la loro saggezza è illimitata, il loro potere è infinito, e le loro vite sono eterne. Quando lo scopo dell’"io" si allarga, la sicurezza di sé diventa più forte di conseguenza, ma questa più forte sicurezza di sé in effetti è soltanto l'illimitata intensificazione di un senso di orgoglio e superiorità. Perciò è chiamato grande "Io", e ciò non significa che sia stata realizzata quella libertà assoluta dalle irritazioni e dalla negatività.  

3 Livello: Dal grande "Io" a nessun-"io"  

Quando uno giunge all'altezza del secondo livello, comprende che il concetto di "io" non esiste. Ma lui ha solamente abbandonato il piccolo "io" e non ha negato il concetto di sostanza di base o l'esistenza di Dio; si può anche chiamarlo la Verità, l’unico e solo Dio, l'Eccelso, il Principio Immutabile o perfino il Buddha del buddhismo. Se si pensa che esso sia ‘reale’, allora si è ancora nel reame del grande "Io" e non si è lasciata la sfera della filosofia e della religione.   

Ora devo enfatizzare che il contenuto del Chan non appare finché non si giunge al terzo livello. Il Chan è oltre ogni immaginazione. Non è né un concetto né una sensazione. È impossibile da descrivere né in termini astratti né concreti. Benché la meditazione sia il percorso corretto che ordinariamente conduce al Chan, una volta che si è arrivati alla porta del Chan, anche il metodo della meditazione è reso inutile. È come usare vari mezzi di trasporto per fare un lungo viaggio. Però, quando si giunge alla destinazione finale, ci si trova davanti una ripida rupe diritta. È così alta che non se ne può vedere la cima, e così larga che il suo lato non può essere trovato. A questo punto una persona che è stata dall'altra parte della rupe viene a dirti che dall’altra parte  c’è il mondo del Chan. Quando l’avrai scalata, sarai entrato nel Chan. E però, lui dice che non dipende da nessun mezzo di trasporto il volare oltre, aggirarla, o penetrarvi dentro, perché essa è la stessa infinità, e non c'è nessun modo di scalarla.  

Perfino un eminente maestro Chan capace di portare i suoi studenti a questo luogo si troverà incapace di aiutarne alcuni. Pur se lui stesso è stato dall'altra parte, egli non può prendervi con "né e portarvi là, proprio come il mangiare ed il bere di una madre non può togliere la fame e la sete del bambino che si rifiuta di mangiare o bere. A quel punto, l'unico aiuto che lui può darvi è dirvi di eliminare tutte le vostre precedenti esperienze, la vostra conoscenza, e tutte le cose e le idee che voi pensate essere più affidabili, più magnifiche e più sicure, inclusa anche la vostra speranza di arrivare nel mondo del Chan. È come se doveste entrare in un edificio sacro. Prima di farlo, il guardiano vi dice che non dovete portare armi, che dovete togliervi tutti i vestiti, e che non solo dovrete essere completamente nudi, ma dovrete lasciarvi dietro anche il vostro corpo e la vostra anima. Dopodiché, potrete entrare.  

Perché il Chan è un mondo dove non c'è il ‘sé’, pur se qualche attaccamento nella vostra mente ancora c’è, non c'è alcun modo di poterlo armonizzare con il Chan. Perciò, il Chan è il territorio del saggio, il territorio del coraggioso. E se non si è saggi, non si crederebbe mai che dopo aver abbandonato tutti gli attaccamenti potrebbe apparirci davanti un altro mondo. Come pure, se non si è coraggiosi, si troverebbe assai difficile eliminare tutto ciò che si è accumulato in questa vita - ideali e conoscenza, spiritualità e cose materiali. Ci si potrebbe chiedere quale benefici si otterrebbero, dopo aver fatto simili grandi sacrifici allo scopo di entrare nel mondo del Chan. Vi dirò che non potreste mai entrare nel mondo del Chan avendo ancora questa domanda con voi. Cercare benefici, per se stessi o per gli altri, appartiene allo "stadio-dell’Io". In Cina, il sesto patriarca della setta Chan insegnò alle persone che il modo di ottenere l’illuminazione del reame Chan è di: "Non pensare al bene, né pensare al male". Ovvero, si devono eliminare le opposte visioni, come il ‘sé’ e l’altro, l’interno e l’esterno, l’essere e il non-essere, il grande e il piccolo, il buono e il cattivo, l’ignoranza ed il Risveglio, l’illusione e l’illuminazione, il falso ed il vero, o la sofferenza di nascita e morte e la gioia dell'emancipazione. Solamente allora l’Illuminazione, o il reame del Chan potrà apparire, ed arrecarvi una nuova vita.  

Questa nuova vita voi l’avete sempre avuta, e però non l'avete mai scoperta. Nel Chan, noi la chiamiamo il ‘volto originale prima che si nascesse’. Esso non è il piccolo "io" di corpo e mente, né il grande "Io" del mondo ed universo. Questo è assoluta libertà, libertà dal dolore di tutte le vessazioni e limiti. Entrare nel Chan come sopra descritto, non è facile. Molte persone hanno studiato e meditato per decenni, eppure non hanno ancora mai raggiunto la porta del Chan. Tuttavia, questo non sarà difficile quando cause e condizioni saranno mature, o se vi accadrà di avere un buon maestro Chan che vi guida con la piena attenzione. Questo maestro potrebbe adottare vari atteggiamenti, azioni ed espressioni verbali che potrebbero apparirvi ridicoli, come mezzi indiretti per assistervi a realizzare velocemente la vostra mèta. E quando il maestro vi dirà che ora avete attraversato la porta, voi improvvisamente capirete che non c'è alcuna porta nel Chan. Prima di entrare, voi non potete vedere dov’è la porta, e dopo essere entrati troverete che la porta è non-esistente. Altrimenti, vi sarà sempre la distinzione fra dentro e fuori, tra l'illuminato e l'ignorante; e se ci sono tali distinzioni, allora non siete ancora nel Chan.  

Quando si è nel secondo livello, anche se si sente che l’"io" non esiste, ancora esiste la sostanza di base dell'universo, la Verità Suprema. Anche se si riconosce che tutti i diversi fenomeni sono l’estensione di questa sostanza fondamentale, o Verità Suprema, però esiste ancora una forma di opposizione della sostanza di base contro i fenomeni esterni. Finché le distinzioni di tutti i fenomeni non saranno scomparse, e tutto ritorna alla verità, o Cielo, non potrete avere l’unità e la pace assoluta. Finché il mondo dei fenomeni è ancora attivo, non potrete farla finita con il conflitto, le calamità, la sofferenza e il crimine. Perciò, anche se i filosofi e le figure religiose percepiscono la pace della sostanza originale, tuttavia essi ancora non hanno modo di liberarsi dal karma della confusione dei fenomeni.  

Chi è entrato nella porta del Chan non considera la sostanza di base e i fenomeni come due cose che stanno in opposizione l'una con l'altra. Essi non possono nemmeno essere considerati come se fossero il dorso ed il palmo di una stessa mano. Questo è perché la sostanza di base sono i fenomeni stessi, e separatamente dai fenomeni non c'è nessuna sostanza di base che si possa trovare. La realtà della sostanza fondamentale esiste proprio nell'irrealtà dei fenomeni che cambiano incessantemente e non hanno una forma costante. Questa è la Verità. Quando si sperimenta che i fenomeni sono irreali, dopo si sarà liberi dal concetto di "né ed altro, giusto e sbagliato, e liberi dalle irritazioni di avidità, odio, preoccupazione e orgoglio. Non si avrà bisogno di cercare pace e purezza, e non si avrà bisogno di detestare le cattive irritazioni e l'impurità. Anche se si vive nel mondo della realtà fenomenica, per voi qualunque ambiente sarà la Pura Terra di un Buddha. Per le persone non-illuminate, voi sarete sempre una persona ordinaria, mentre per voi, tutte le persone ordinarie saranno identiche al Buddha. Sentirete che la vostra  propria auto-natura è la stessa come quella di ogni Buddha, e che la auto-natura dei Buddha è universale attraverso il tempo e spazio. Voi applicherete spontaneamente la vostra saggezza e le vostre proprietà, dandole ovunque a tutti gli esseri senzienti, nel tempo e spazio.  

Ciò che io ho detto, rivela una piccola parte della sensazione di uno che è entrato nel reame illuminato del Chan, ed è anche il percorso che si deve seguire per andare dal piccolo "io" allo stadio di non-"io". Ciononostante, una persona da poco tempo illuminata che è appena entrata nel reame del Chan è ancora alla sezione iniziale dell’intero passaggio del Chan. Essa è come uno che ha appena avuto il suo primo sorso di vino. Lui ora conosce il suo gusto, ma il vino non rimarrà per sempre nella sua bocca. Lo scopo del Chan non è di farne bere un solo sorso, ma di avere la propria intera vita immersa e dissolta in quel vino, finanche al punto di dimenticare l'esistenza del vino e di se stessi. Dopo aver assaggiato il primo sorso di assenza-di-ego, quanto più lontano si dovrà andare? Che genere di cose rimangono da vedere? Ve lo saprò dire quando ne avrò l'opportunità!