Il Sanbo Kyodan Zen: L'Eredità dello Zen Occidentale

Gradirei ora attirare l'attenzione del lettore su un soggetto Zen apparso nella Rivista Tricyle che tende, secondo la mia opinione, a riflettere la forma più popolare dello Zen in America, vale a dire "Il Sanbo Kyodan Zen" (in futuro, SKZ). Presenteremo un breve schizzo storico del SKZ e poi concluderemo facendo alcuni commenti sulla relazione del SKZ con lo spirito tradizionale dello Zen Cinese. Il Sanbo Kyodan (Associazione dei Tre Gioiellii) è una organizzazione Zen laica e contemporanea che fu formalmente stabilita da Yasutani Hakuun (1885-1973) nel 1954. Basato sugli insegnamenti di Harada Daiun (1871-1961) che, nel caso, era l'insegnante di Yasutani, il progetto del SKZ di Yasutani stabilì un nuovo genere di Zen giapponese, che era una sintesi di Zen Sôtô e Rinzai, e utilizzava ciò che lui credeva gli elementi migliori di entrambe le scuole. Grazie alla leadership ed alla visione dinamica di Yasutani, il SKZ eluse le antiche istituzioni Zen giapponesi di Sôtô, Rinzai, e Ôbaku che, nell'opinione di Yasutani, erano degenerate, essendo poco più che corporazioni religiose intente a promuovere e preservare i loro propri speciali interessi. Per effetto degli sforzi di Yasutani, il SKZ divenne un’organizza-zione aperta al pubblico in cui chiunque poteva partecipare e coinvolgersi diretta-mente nella ricerca mistica della verità Zen. Effettivamente, questo fu un grande vantaggio per lo Zen ed aiutò a renderlo più popolare. Senza il bisogno di perpetuare un "clero", il SKZ invece diresse la sua attenzione verso il processo di ottenere una comprensione (kensho) della propria vera natura. Harada e Yasutani furono dei geni nello sviluppare il sistema del SKZ, in cui l’esperienza Zen del ‘kensho’ poteva essere rapidamente compresa. Di conseguenza, il SKZ divenne subito popolare. Il suo pedagogico schema brillantemente concepito offrì a chiun-que l'opportunità di avere un autentico 'insight' nella propria vera natura. Durante la pratica del SKZ, per esempio, i praticanti si sforzavano di raggiungere un primo 'kensho' con l'aiuto degli insegnanti del SKZ che erano più come degli allenatori. E se fossero stati fortunati ottenendo immediatamente il loro status del kensho, nel SKZ sarebbero stati trattati in modo differente dal resto dei membri che non lo avevano raggiunto. Ancora, dopo questo iniziale risveglio, vi erano molti più livelli di kensho - e molto lavoro da fare sui koan.

Allargando lo sguardo sul SKZ, esso può essere categorizzato come "Nuova Religione" (in Giap.shin-shûkyô) che, pur non essendo strettamente un "culto" in termini Americani, non è di certo tradizionale. In questo senso, il SKZ rappresenta qualcosa più di una riforma – almeno come strategia per rendere popolare lo Zen. E’ interessante notare che il SKZ non ha affiliazioni legali né con Sôtô, Rinzai, o Ôbaku, eccetto forse quella titolarità legale che vi fu quando Yasutani abbandonò il Sôtô, dopo essersi dimesso per protesta. Parlando seriamente, il SKZ è una sua propria creatura, per così dire, ed esso oggigiorno è totalmente indipendente dalle istituzioni Zen del Sôtô, Rinzai, e Ôbaku. La chiave per capire l'influenza del SKZ in America ed Europa è il libro di Philip Kapleau, “I Tre Pilastri dello Zen”, pubblicato per la prima volta nel 1965. Pur non essendo di per se realmente un libro sul Sôtô Zen o Rinzai Zen giapponesi, esso offre piuttosto uno sguardo nei principi interni attraverso i quali il SKZ emerse per divenire lo Zen dominante in Occidente. Esso contiene temi popolari su quello Zen che è diventato il gancio per i praticanti Zen dei giorni nostri. Ancora, sarebbe sbagliato accettare ciecamente il materiale contenuto in ‘I Tre Pilastri dello Zen’ come se fossero il cuore dello Zen Cinese, che poi è lo Zen-classico. Nel libro di Kapleau è presentato molto di ciò che è più indicativo del revisionismo del SKZ, che vero Zen. Per prima cosa, il SKZ non si occupa di koans nella maniera tradizionale Cinese o nella maniera tradizionale usata oggi nel Rinzai Zen. In ‘I Tre Pilastri dello Zen’ non c'è virtualmente nessuna menzione dell'esercizio del hua-t'ou del maestro Zen Ta-hui eccetto un disinvolto riferimento a ‘wato/hua-t'ou’ a pagina 336, che è lasciato in un modo indefinito. (Hua-t'ou significa "antecedente-alla-parola" e sta per Mente-Non-Nata, prima che la parola sia stata detta). Essendo ciò contrario al trattamento del maestro Zen Hsu Yun, dell'esercizio del kung-an/koan, nel libro di Charles Luk “Ch'an e Zen Teaching” (Prima Serie), si ha presto l'impressione che vi sia una frattura enorme tra i due metodi. Nel trattamento dello Zen del SKZ, è anche ignorato il buddhismo stesso, e più specificamente il buddhismo Mahayana. In ‘I Tre Pilastri dello Zen’, Kapleau illustra (p. 345) che poiché "Lo Zen è una trasmissione speciale al di fuori delle scritture" i Sûtra agiscono meramente "come uno sprone alla piena illumina-zione"! Dato che Bodhidharma, il primo Patriarca Cinese, sigillò il kensho del suo discepolo col Lankâvatâra Sutra, appare alquanto ironico che il SKZ consideri i Sûtra un semplice "incitamento". Senza i Sûtra, come il maestro Zen Tsung-mi indica, non c'è criterio con cui controllare e vedere se la propria illuminazione sia in accordo con il Buddha. Pur se nella mente collettiva dello Zen contemporaneo c’è una tendenza a svalutare automaticamente i Sûtra, non ci può essere alcun dubbio sul fatto che lo studio dei Sutra è necessario per poter realizzare una piena comprensione dello Zen. Malgrado ciò, oggi è prevalente questo atteggiamento anti-Sutra - che serve ai non-buddhisti per attaccarsi ai relativi insegnamenti del SKZ, i quali ignorano i discorsi del Buddha. Infatti, durante l’incarico di Yamada-Roshi che divenne il successore di Yasutani, un certo numero di suore e preti cattolici si unirono al SKZ e furono riconosciuti. Yamada pensava che il kensho trascendesse la religiosità - e fino ad una certo punto, è così. Ma ben lungi dal kensho e dal buddhismo, è che i suoi Sûtra furono trasmessi proprio per spiegarli  mentre le altre religioni non possono farlo. Per di più, il SKZ ha avuto un impatto enorme sulla psiche degli Americani ed Europei, perché è propagato da un attivo seguito di insegnanti che assicurano che il colore dello Zen è di stile Sanbo Kyodan Zen. Impressionante, l'elenco dei relativi insegnanti SKZ, la maggior parte dei quali non è più associata con l'organizzazione-ufficiale in Giappone, come una sorta di “Chi è Chi” del buddhismo Zen Americano. Sotto la leadership di Yasutani, riconosciamo nomi come Philip Kapleau, Robert Aitken, Maezumi-Roshi, Charlotte Joko Beck, Bernard Glassman, Peter Matthiessen, John Loori, Dennis Merzel, Ross Bolleter, e John Tarrant. E questo parziale elenco non include i loro successori! Comprensibilmente, si può concludere che ciò che è stato finora presentato come Zen Occidentale non è bilanciato, ma è preminentemente il SKZ. E ciò può portare alcunii inconvenienti. Uno in particolare è che l’inclinazione delle pubblicazioni di Zen può pendere verso editori che inconsapevolmente simpatizzano per i riferiti insegnanti del SKZ ed i loro insegnamenti. Tuttavia, questo non significa che una sinistra trama debba controllare la direzione dello Zen, benché vi sia bisogno di un pubblico riconoscimento che lo Zen non sia esclusivamente Sanbo Kyodan Zen. Né lo Zen Americano richiede Associazioni buddhiste Zen quasi-legali create da insegnanti del SKZ, che pretendono di determinare chi è certificato e chi non lo è. Lo Zen è abbastanza libero per stare sui suoi due piedi come ognuno da solo è libero di giudicare per sé, se si ritiene lo Zen di valore. In realtà, questo è quello che Yasutani Hakuun avrebbe veramente voluto. --- JJJ

(Fonte: Giornale Giapponese di Studi Religiosi: Sanbokyodan-Zen e la Via della Nuova Religione).