Centro Ch'an Nirvana
Testimonianze

 

LA GRANDE RIVOLUZIONE
ESISTENZIALE DEL BIOCENTRISMO
Di Franco Libero Manco
In collaborazione con ABIN (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale)  www.medicinanaturale.biz;
www.vegetariani-roma.it; www.universalismo.it;

 

     Molti non hanno la consapevolezza della portata storico-sociale della rivoluzione esistenziale del Biocentrismo (movimento culturale che pone al centro dei valori etico-spirituali la Vita, in ogni sua espressione), la cui compo-nente fondamentale è il veganismo-animalista: la sola filosofia di vita che supera gli ampi confini della visione antropocentrica e include nei codici del diritto al rispetto, alla libertà e all’esistenza ogni essere senziente, superando in ampiezza e profondità ogni dottrina che limita tale concetto alla sola specie umana.

Dal mondo laico e non religioso sboccia la cultura della non violenza universale, della valorizzazione delle differenze formali che compongono la vita, dalla simbiosi armonica delle differenti culture. Ma essere coerenti in questa causa sembra essere privilegio di pochi. Pochi infatti sanno interpretare ed incarnare coerentemente gli ideali che animano la nostra causa che, nella sua essenza richiede testimonianza di un modo nuovo di essere e vivere le relazioni interumane ed extraumane.

In questo movimento non trova spazio l’incoerenza, le aggressioni verbali, le intolle-ranze ideologiche: il nostro essere universalmente pacifisti si riflette in ogni espres-sione della nostra vita di relazione, con il nostro simile, con gli altri animati e con tutto l’ambiente naturale, patria di tutti i viventi. Chi difende gli animati dalla violenza dell’uomo e si disinteressa delle problematiche umane, o si manifesta aggressivo, in-tollerante o volgare nei confronti dei suoi simili, non ha compreso il senso della nostra causa. La volgarità non ci appartiene; noi siamo gente virtuosa, ma liberi da ogni bigottismo; la nostra morale si burla della morale, la nostra dimensione spirituale è libera da dogmatismi fideistici, la nostra fede splende di luce propria al servizio del bene universale. Noi amiamo la pace, la libertà la vera conoscenza, crediamo in un  mondo migliore e la nostra opera è libera da attese gratificanti. Ma il movimento vegetariano-animalista solo se inserito nella visione più ampia dell’universalismo avrà la forza di cambiare questo mondo.

Colui che sente giustamente il dovere di non mangiare la carne per non nuocere all’animale ma non sente la necessità di dare il suo contributo in ogni causa giusta per proteggere allo stesso modo anche le vittime umane dell’ingiustizia e dalla violenza degli uomini non è un vero animalista. Essere animalisti, nel vero significato del termine, significa amare, rispettare e proteggere ANCHE gli animali ma non solo gli animali.

Noi siamo la punta più evoluta dell’intelligenza positiva e della sensibilità umana. Per questo abbiamo il dovere di essere coerenti con il nostro ideale e di esempio in ogni circostanza. La nostra visione del mondo parte dal rinnovamento del pensiero e della coscienza umana che mette al primo posto la realizzazione integrale dell’essere in tutte le sue componenti vitali e rende l’individuo capace di determinare il proprio destino, consapevole delle infinite possibilità riposte nella sua anima. Noi crediamo che solo da una nuova mentalità di capace e di giustizia, di condivisione e di amore verso tutte le cose, è possibile porre fine alle guerre, alla violenza, alla fame, alla miseria, alle malattie, alla distruzione dell’ambiente. La guerra si farà finché ci sarà gente disposta ad uccidere, a considerare sacrificabile l’altro per il vantaggio di se stessi.

Ma per attuare questo progetto di vita è necessario che ognuno, a cui sta a cuore la salvezza del mondo e degli animali, incarni in prima persona questi ideali e sia testimonianza viva e tangibile di un nuovo modo di essere, di esprimersi, di relazionarsi, di amare: se il rimprovero trattiene una volta su dieci la promessa di un beneficio slancia nove volte su dieci.

La nostra filosofia di vita si esprime in modo prioritario attraverso le relazioni familiari, di amicizia, affettive: non è possibile cambiare il mondo se prima non si cambia se stessi. Non possiamo sperare in una società migliore se noi stessi non incarniamo, in prima persona, quel comportamento che vorremmo vedere negli altri. Non possiamo sperare nella lealtà degli altri, nella bontà degli altri, nella giustizia degli altri, nel rispetto degli altri, se per primi non diamo l’esempio incarnando questi valori. Coloro che sperano in una realtà migliore ma non si attivano per la sua realizzazione non hanno poi diritto a coglierne i frutti. I valori fondamentali della vita non si realizzano solo invocandoli: nei confronti di coloro che ne sono scarsi il modo migliore è la nostra diretta testimonianza: l’amore è il mezzo più potente per attirare l’amore. Il solo modo per rendere felice un uomo è quello di aiutarlo ad essere migliore.

L’esterno è sempre la manifestazione tangibile del suo contenuto spirituale. Ciò che è imperfetto, zoppicante, insicuro, non può generare trasparenza, linearità, forza innovativa. Non si può combattere questo stato dei cose ed esserne nel contempo parte in causa: la tiepidezza, l’inerzia, l’aspettare che siano gli altri a risolvere i problemi, questo è ciò che impedisce alla nostra causa di raggiungere i suoi obiettivi. Ha parole tutti gli uomini sono uguali: è nell’azione che si vede la differenza, ma soprattutto nel momento della prova, della provocazione, nel momento in cui ci viene sottratto o negato un diritto. Tutti vogliono cambiare il mondo, ma nessuno vuole cambiare se stesso.

La nostra causa ha bisogno di uomini liberi ed è libero solo chi è in grado di dominare i propri impulsi disarmonici, i propri istinti irrazionali, le proprie passioni, la propria rabbia, il rancore, l’ira, la critica disfattista; liberi da pregiudizi, da frustrazioni, da manie, da soggettivismi esasperati, da schemi mentali precostituiti, da caratteri spigolosi, da passioni incontrollabili, da antipatie o avvilenti competizioni. Chi non è in grado di governare se stesso, chi non è padrone della propria mente e del proprio cuore, non è ancora pronto ad essere punto di riferimento morale e incarnare i nuovi valori del Biocentrismo.