Testimonianza:

Libertà espressiva nella spiritualità laica

Da: circolo.vegetariano@libero.it,

 

La nostra vera natura spirituale, se ascoltata con rispetto, è aldilà del dualismo. Purtroppo lo schema mentale delle religioni, sovrimposto alla spontanea rivelazione dell’umano in noi, continua ad offuscare la semplice coscienza di esistere, di appartenere ad un tutto inscindibile di cui siamo parte integrante.

Prima ancora di essere cristiani, maomettani o buddhisti, noi siamo "coscienza", ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite da vari credo religiosi. Un recinto che impedisce la libertà espressiva in termini di spiritualità naturale dell'uomo.

Basti vedere l'uso improprio che viene fatto del termine "laico" dalla religione cattolica, sottintendendo che si tratti di persona non appartenente alla classe sacerdotale, e pur tuttavia un membro della religione. Cosa assurda dal punto di vista etimologico e glottologico. Ma questo mistificante uso viene portato sfacciatamente avanti nelle menzioni fatte dal vaticano in riferimento ai cosidetti credenti "laici" della chiesa (intendendo persone comuni, capifamiglia od altro, non ordinati nella casta sacerdotale ma appartenenti alla religione). Questo imbroglio lessicale contribuisce a mistificare e differenziare quel che è assolutamente indivisibile: lo spirito.

Dalla nascita alla morte, restiamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile. Pian piano l’uomo si sta riconoscendo sempre più un abitante della Terra, e non solo particolarmente di una religione od etnia. Questa tendenza alla "unità" va aiutata attraverso la coscienza di una vera spiritualità naturale e laica, che riporti la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione.

I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori e dagli obblighi "sociali" (ormai consolidati) a sottostare alle stru-mentalizzazioni religiose. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi "religione", un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto
inconsapevolmente, cominciando con il battesimo, poi la cresima e poi ancora la comunione ed infine il matrimonio. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.

In tal modo non si aiuta la libera espressione spirituale, ma si rinchiude la società in una prigione di pensieri, e ciò vale sia per le religioni che per le ideologie.

Io invito le persone sincere e per bene a divenire consapevoli di ciò, ed invito contemporaneamente i "religiosi" (ovvero gli ipocriti imbroglioni) a smetterla con questo massacro dell'intelligenza umana.

                                                     Paolo D'Arpini (www.circolovegetarianocalcata.it)

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COMMENTO di ALIBERTH - C’è ben poco da aggiungere… Anche se abbastanza ‘dura’, questa lettera centra in qualche modo il bersaglio… Infatti, quanti di noi sono realmente ‘religiosi’ perché hanno ‘compreso’, o lo sono solo per induzione, cioè per una sorta di plagio, eseguito con precisione chirurgica sulla mente delle persone, da strutture religiose che in totale ‘pompa-magna’ ed in modo assai subdolo, iniettano concetti e varie ipotesi di tipo spirituale al solo scopo di spaventare e sottomettere al proprio potere masse enormi di popolazione, preoccupate solo di poter sopravvivere in questo precario mondo ‘crudele’? Per meglio precisare quanto asserito, ho l’occasione di aggiungere questa storiella inviatami dall’Istituto Bremologia Applicata che, di certo l’ha ripresa da qualche testo Sufi...

“Un giorno il Sultano cavalcava per le strade di Istanbul, circondato da cortigiani e soldati. Tutta la popolazione della città venne fuori per vedere il Sultano. Ognuno s'inchinò al suo passaggio, eccetto un solo, cencioso derviscio (devoto del Corano, che pratica una forma di meditazione danzante).

Il Sultano fece fermare la sua processione e fece condurre il derviscio in sua presenza. Egli voleva sapere perché il derviscio non si era inchinato al suo passaggio.

Il derviscio rispose: "Si inchini pure a voi tutta questa gente. Essi vogliono tutti ciò che voi avete: denaro, potere, stato sociale. Grazie a Dio queste cose non significano più nulla per me. Inoltre, perché dovrei inchinarmi a voi, se io ho con me due schiavi che sono vostri padroni?"

La folla rimase senza fiato e il Sultano impallidì di collera. "Che cosa intendi dire?" egli gridò.

"I miei due schiavi, che io tengo legati e che sono vostri padroni sono la bramosia e l'ira" disse calmo il derviscio, guardando bene in faccia il Sultano. Riconoscendo la verità di quanto aveva udito, il Sultano allora si inchinò al derviscio.

La luna riflette la luce del Sole. Il Sole è la Verità; la luna è le parole di ogni religione.