Testimonianze

L'illuminazione non esiste

Tratto da “Nessuno nasce, nessuno muore. Insegnamenti di Nisargadatta Maharaj” - a cura di Ramesh Balsekar – Edizioni Il punto d’incontro, 1992
http://www.riflessioni.it/testi/illuminazione-non-esiste.htm

 


 Maharaj dice spesso che pochissimi di coloro che vengono da lui sono novizi nel campo della conoscenza spirituale. Generalmente sono persone che hanno viaggiato in lungo ed in largo in cerca della conoscenza, che hanno letto molti libri, incontrato molti Guru e che hanno una certa idea del tutto, ma raramente una chiara visione di ciò che hanno cercato.
Molti di essi non esitano a riconoscere che tutti i loro sforzi si sono dimostrati vani e che si sentono frustrati e delusi. Ci sono alcuni che si chiedono persino se hanno rincorso una semplice illusione. Comunque, a dispetto di tutta la loro frustrazione e depres-sione, sembra che sappiano che la vita ha un significato ultimo.
Maharaj è profondamente interessato a questi visitatori e ha una particolare disponibilità per essi, ma ignora totalmente coloro che vengono da lui per vana curiosità o con lo scopo di poter poi parlare di lui ad una festa con l'attitudine "sono più santo di te" o forse con condiscendenza.
Infine, c'è un tipo di persone - gli intellettuali cotti a metà - che vengono da Maharaj a mettere alla prova la loro "conoscenza" accumulata e quando rispondono alla solita domanda di Maharaj sul loro retro terra spirituale, costoro raramente tralasciano di menzionare, con orgoglio, la lunga lista di libri che hanno studiato e di santi e saggi che hanno incontrato.
Maharaj riceve queste informazioni con un sorriso birichino e potrebbe dire qualcosa che gonfierebbe ulteriormente il loro ego. Per esempio potrebbe dire: Bene, allora oggi avremo una conversazione insolitamente elevata. Oppure potrebbe dire:
Bene, devo dire che oggi siamo tutti onorati dalla tua presenza e potremmo imparare qualcosa di nuovo. O potrebbe dire: Ho studiato soltanto sino alla quarta elementare ed ora eccoti qui, laureato in filosofia con tutte le Upanishad sulla punta delle dita; com' è gratificante! Mentre le discussioni procedono, ci sarà una vasta gamma di reazioni da parte di questi luminari. Alcuni di essi inizieranno dal campo di conoscenza in cui si considerano più o meno allo stesso livello di Maharaj. Poi, nel giro di pochi minuti, l'enorme differenza diventerà così ovvia che cominceranno ad adottare un atteggiamento di umiltà ascoltando, piuttosto che parlando. Presto realizzano quanto è vuota la loro pedanteria e la pignoleria delle loro teorie e dei loro concetti.
Un mattino, arrivò da Maharaj una donna Europea. Lodò profusamente il libro Io Sono Quello e disse che era una grande fortuna essere in grado di porgere i suoi omaggi a Maharaj, di persona. Aveva viaggiato in lungo ed in largo, aveva incontrato molti insegnanti spirituali, ma non aveva mai sentito di avere trovato ciò che stava cercando ed era ora sicura che la sua ricerca era finalmente terminata ai piedi di Maharaj.
Evidentemente aveva avuto alcune "esperienze" che altri Guru avevano probabilmente catalogato come prova del suo "progresso" spirituale. Ella cominciò a narrare queste esperienze a Maharaj molto dettagliatamente. Maharaj ascoltò ciò che stava dicendo per alcuni minuti e poi la interruppe chiedendo: “Dimmi, chi ha avuto queste esperienze? Chi si è sentita compiaciuta da queste esperienze? In assenza di che cosa queste esperienze non sarebbero affatto sorte? Esattamente, dove compari tu in queste esperienze? Durante questo periodo piuttosto lungo di addestramento spiritua-le, qual è l'identità che sei stata in grado di scoprire come tu?
“Ti prego, non pensare nemmeno per un momento, disse Maharaj, che io intenda insultarti, ma devi veramente ottenere delle risposte chiare a queste domande prima di poter decidere se stai procedendo nella giusta direzione. Nell' attuale situazione tu sei come una bambina di cinque anni che sia stata abbigliata con bei vestiti e graziosi ornamenti.
”Quella stessa bambina tre anni prima avrebbe ignorato i bei vestiti e i begli ornamenti, o li avrebbe accettati come un fastidio forzato imposto dai suoi genitori, ma ora, dopo il condizionamento ricevuto nel frattempo, la bambina non vede l'ora di uscire per rallegrarsi dell' invidia delle sue piccole amiche che non possiedono quegli abiti eleganti.
“Ciò che è accaduto, tra l'infanzia e la fanciullezza, è esattamente l'ostacolo per vedere la tua vera natura. L'infante, a differenza del bambino, trattiene ancora la sua personalità ed identità soggettiva. Prima del condizionamento fa riferimento a se stesso così com'è, si considera semplicemente un "oggetto", non come "me", il conoscitore/soggetto. Pensa profondamente a ciò che ho detto. L' "entità" personale e l'illuminazione non possono andare insieme.
“Se, dopo ciò che ti ho detto, decidi di continuare a farmi visita, ti devo mettere in guardia, disse scherzosamente Maharaj: non soltanto non acquisirai nulla, ma perderai qualunque cosa hai "acquisito" con così tanto sforzo negli ultimi anni. Inoltre, perderai persino il tuo sé! Quindi, sei avvisata! Se continuerai a visitarmi, arriverai alla conclusione che non c'è "me" né "te" che cerca l'Illuminazione.
In effetti non esiste una cosa come l' "illuminazione". La percezione di questo fatto è in se stessa illuminazione.
La donna sedette persa nel suo pensiero. La sovrastruttura di preconcetti che aveva costruito così assiduamente negli anni era stata scossa fin dalle fondamenta. Congiunse le mani in omaggio a Maharaj e chiese il permesso di fargli visita giornalmente sino a che era a Bombay.
“Sei la benvenuta", disse Maharaj.