Agli Studenti della Via…

(tratto da www.darkzen.com- Insegnamenti di ZENMAR

traduzione di Aliberth

“Io non posso insegnarvi il vero significato dello Zen, se voi siete più interessati ai problemi di tutti i giorni piuttosto che alla comprensione della verità. Vi prego perciò di non infastidirmi con domande del tipo, ‘dove devo mettere le scarpe, o appendere i cappotti’. Io non sono vostro padre né vostra madre. Io non sono qui per sgridarvi, o per darvi il latte caldo, o per mettervi a letto. Ora, alcuni di voi, l’ho notato quando sono entrato, sembravano annoiati. Siete annoiati dallo Zen? Forse vi aspettavate che io estraessi un coniglio vivo da un nero cappello a cilindro? 

Io sospetto che alcuni di voi vogliano vedere dei miracoli. Io non sono mica un mago. Lo Zen non è un'attrazione circense. Inoltre, io sospetto che alcuni di voi siano venuti qui pensando di diventare immediatamente illuminati, aspettandosi che io mi eserciti a fare un buco nella loro testa e riempirlo subito con la saggezza. Io non posso fare questo. Non sarebbe Zen. Voi dovete imparare ad asciugare da soli il vostro naso, ed effettuare la vostra propria illluminazione e raggiungere la misteriosa trasmissione della Mente, che il nostro fondatore Bodhidharma ancora trasmette - anche se alcuni credono che egli sia morto molto tempo fa. 

Molto tempo fa, il Buddha ci disse che la vita è un inferno; che è un cesso, e che non importa ciò che noi facciamo per migliorarlo, a lungo andare i nostri sforzi ancora si dimostrerebbero insoddisfacenti. Per rimediare a questa esistenza dolorosa il Buddha ci ammonisce di non aggrapparci a questo mondo ed a questo corpo mortale, nei quali ci viene data ospitalità, essendo noi, con parole sue, "semplici inquilini". Egli ci ha avvertiti che la conseguenza di tale attaccamento creerebbe solo problemi peggiori.

Io so che voi ora starete pensando che il Buddha era un pessimista; che quando era vivo, lui andava di villaggio in villaggio nell’antica India a dire a tutti che l’esistenza di tutti è misera e da accettare proprio così. Ma questo non è il messaggio del Buddha. Il Buddha non era un pessimista. Se volete che ve lo dica diritto al cuore, il Buddha sperimentò la ‘grande gioia’ proprio quando realizzò l’illuminazione, liberandosi e divenendo disincarnato dal corpo datogli dai suoi genitori, e dal mondo stesso in cui il suo corpo dimorava. Anche durante la mia pratica, io sono stupito nel guardare questa mia fabbrica di sterco, generata dai miei genitori e mi chiedo perché mi tuffai in esso, restando così coinvolto nella sua nascita e morte. C'è molta più bellezza al di fuori di questo corpo mortale, che vivendo una vita così conficcati in esso - e c'è più libertà nel nirvana che non l’andare ancora da un corpo ad un altro. 

Quindi questa sera, per favore, tentate di interessarvi alla ricerca della verità assoluta, arrivando alla gioiosa realizzazione della vostra Buddha-natura. È la vostra unica speranza per evitare una futura vita di dolore e di sofferenza. Studenti della Via, se cominciate sinceramente a cercare la verità, io vi prometto, le cose andranno molto meglio. Un giorno voi mi ringrazierete per avervi detto di cercare la vostra Buddha-natura. Ma se voi insistete ad infastidirmi con i vostri piccoli dettagli di tutti i giorni, temo che non scoprirete mai la vostra Natura-di-Buddha. Vi prego dunque di smettere di aggrapparvi a problemi così limitati e di fare, invece, domande su chi o che cosa sta muovendo questo vostro corpo. Tentate almeno di pensarci sù stanotte.