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AD GLORIAM MATRIS DEI CHRISTIQVE GENITRICIS

DE LVMINE INTERMEDII MVNDI LIBER VNVS

Dario Chioli

   

 LA MADRE DI DIO

Del Lume del mondo intermedio è intitolato questo scritto, significando con ciò la qualità prima che va riconosciuta alla Madre di Dio, colei che stando tra l'uomo e Dio, tra la ragione e la Grazia, può esser detta la suprema Matrice dei pensieri.

Poiché è colei che, nel buio dello spirito, congenera la luminosa anima che ascende al cielo, circondando di cure, come di un infante che nulla sa, i suoi pensieri, i suoi detti, le sue azioni.

Ella si fa infatti nei pensieri Rivelazione di Dio Padre, nei detti Generatrice di Dio Figlio, nelle azioni Presenza dello Spirito Santissimo. Ed è in tal modo attuata la creazione dell'uomo, e similmente è attuata l'incarnazione della Parola divina nell'uomo dio Cristo, e così pure è attuata la vera Chiesa universale degli angeli e dei santi, il vero Israele, il vero Tempio dell'Eterno.

Infatti nella Rivelazione si compie la creazione, dalla Generatrice sono contessute la Parola e la carne, e nella Presenza è la ragione del Tempio. E tutto ciò è posto in atto per tramite della Madre divina, della Guida celata nel cuore dell'uomo.

   

L'UOMO

Quanto all'uomo, egli agisce in guisa di simbolo, né sa lui stesso dove la sua esistenza lo condurrà. Sia però fedele nella ricerca della verità e certo allora la Madre di Dio si prenderà cura di lui, e presto lo trarrà con sé nelle regioni del Cielo. Né ciò vale unicamente per il singolo, ma anche tutta l'umanità, perduta in apparenza nelle tenebre, è invece espressione docile della materna arte divina, estranea all'errore, manifesta in qualità di Genitrice di Cristo, intangibile, sacrosanta ed unica Vergine del mondo.

Sempre gli uomini conobbero tal sacro Mistero. In ogni stagione di ogni tempo seppero gli uomini della Vergine Madre. Non tutti ne ebbero chiara intelligenza, ma alcuni sempre ne ebbero intelligenza.

Eterno è Dio; come pensare dunque che in qualche tempo non fosse adorato? Come uscirebbe tale tempo dalla divina eternità? Come uscirebbe da colui onde nulla può uscire? Infatti chi non si volge a Dio liberamente non può che essergli schiavo e fare ciò che non vuole; ma il libro di tanta stoltezza non è per il savio che il Testo dell'eterna Parola e Potenza di Dio. E sempre qualcuno vi lesse. E sempre qualcuno per mezzo di esso e cercando in esso adorò e glorificò Dio. E unitamente a Dio glorificata fu anche la Madre Sua con culto di iperdulìa.

   

L'IPERDULÌA

Ed ecco cos'è l'iperdulìa.

Il sacro Mistero di Dio, che uccide i menzogneri, accieca gli impuri, brucia le mani degli indegni, è chiamato adorazione ovvero latrìa.

Il venerabile Mistero dei santi di Dio, che sostengono il mondo, dissuadono dal male gli incerti, traggono a noi gli angeli di Dio, è chiamato culto di venerazione ovvero dulìa.

Il beatifico Mistero della Madre di Dio, soglia tra la carne e lo Spirito celeste, tra il sonno terreno e la veglia di Grazia, generatore e irradiatore di luminose Stelle nel cuore di coloro che bussano, tal beatifico, chiaro, limpido e profondo Mistero è chiamato culto di santificazione ovvero iperdulìa.

Infatti nel sacro interno del Santuario gli impuri bruciano al cospetto di Dio.

Nel cortile esterno invece gli impuri riflettono, nel tempo dato loro da Dio, aiutati in ciò dai santi, che sono gli antenati nello spirito, gli avi della famiglia veritiera, le guide del popolo santo, i profeti d'Israele, i pontefici della Chiesa.

Ma allorché siano appena entrati nel luogo intermedio del Santuario, e siano immersi nel loro cuore alla ricerca della verità, ecco che i santi antenati da entro il loro stesso cuore li volgono al più profondo abisso, ove si cela, dietro il velo del Suo Corpo, sulla soglia tra l'illusione e il cammino sacro, la divina Vergine Madre, colei che si celò lontano all'epoca dei tuoi errori, che nessun occhio malvagio poté contemplare, nessuna impura mano dissacrare, colei il cui nome d'azione è Ascendere, il cui nome d'esistenza è Lume, il cui nome di virtù è Grazia e contemplazione, colei che è madre di Cristo, cioè madre dell'uomo e madre di Dio, madre dell'Eterno e madre del tempo, madre della morte e madre del Vivente, colei che ebbe molti nomi e ancora molti ne ha, poiché sempre perdura nel seno dell'eternità.

   

IL SENTIERO

Così è dunque. In quello stadio del cammino spirituale che è detto ricerca ed erranza, in quel tempo i santi di Dio ti assistono. E in quello stadio del cammino spirituale che è detto libertà ed arrivo, in quel tempo il Signore Iddio ti si manifesta. Ma in quello stadio del cammino spirituale che è detto entrata nel Santuario e cammino che sforza la soglia, in quel tempo è la Genitrice della Luce che ti assiste, che guida i tuoi passi ed illumina per te, affinché tu possa vederla, una strada verso le vette lontane. E nei tortuosi sentieri della tua terra interiore è Essa la tua ispirazione, e interpreta la tua aspirazione con quello dei suoi molti nomi che tu ami, poiché Essa è la Madre dei Nomi e conosce le strade del tuo cuore. E così cospira con te nel tuo proprio segreto, nell'intimo centro del tuo essere, lungi dagli sguardi del mondo, e tu non puoi smarrirti. E nel respiro tuo, ch'Ella stessa, la Profondissima, respira, trovi la forza per accendere la Stella del tuo cuore.

   

I COLORI

Alcuni chiamarono il cammino di ricerca Ascesi e lo dissero nero, come un nòcciolo di ciliegia nel fango e nel marciume della terra.

Il cammino che entra sforzando la soglia, bianco lo dissero, come il fior del ciliegio nato dal seme che la terra accolse, o come la Luna che ispira i sogni dei dormienti, culla le maree e dialoga con le stelle interiori nella notte.

Il cammino poi che si è concluso nell'intimo del Santuario, quando il viandante è ormai il vero sacerdote, il santo di Dio, questo lo dissero rosso, come il frutto che succede al fiore e che solo colui che fu tenebra, seme e fiore può diventare, o come il nascente Sole, che conduce la veglia degli uomini puri, inganna gli impuri, quelli ristora e questi distrugge. Poiché il Sole, datore di vita, è anche elargitore della morte, la veglia essendo crescita e gioia per l'uomo vero, ma dispendio e dolore per l'ingannatore affaticato dal proprio inganno.

   

IL RICORDO

Felice non è chi s'affretta a parlare di Dio, ma colui che, pur tacendo, tuttavia lo ricorda. Felice è soltanto chi in tal modo ricorda.

E tale ricordo è la Madre dell'Essere a concederlo.

Noi pertanto fuggiamo l'inganno e sosteniamo il ricordo col rendere qui lode alla Luce del mondo intermedio, alla Vergine Madre, alla Madre dell'uomo dio, alla divina, alla pura Signora.

   

LA SALITA

Ecco un Monte si cela nel mondo dell'uomo, un Monte sacro, più che sacro, un Monte che è Dio stesso, in quanto Messo che lo esprime, Angelo che lo manifesta, Madre che lo partorisce.

Ecco un Albero si cela nella selva dell'uomo, un Albero sacro, più che sacro, Dio stesso in quanto proprio Messo, proprio Angelo, propria Madre.

Poiché l'uomo, come cerca qualcuno, a volte un messo presso quegli lo chiama, un ritratto poi glielo descrive, ma meglio glielo fa conoscere la madre sua che l'ha partorito, se egli ha occhi per esaminare, udito per sentire, intelletto per apprendere.

Così per terra, pendici, vetta e visione, ovvero per radici, tronco, rami e foglie si manifesta la vicenda dell'uomo, ovvero l'uomo quando un messo lo chiama, l'uomo quando un angelo lo illumina, l'uomo quando una madre lo adotta, l'uomo quando acquista il fratello celeste.

Poiché al modo che Giovanni figlio del Tuono fu adottato come fratello di Dio, così noi pure ci deve adottare la Madre celeste, se entrar dobbiamo al cospetto di Dio. E in verità noi pure saremo allora figli del Tuono, di quel Tuono che spezza le parole e dona il silenzio.

   

I SEGNI

Nelle tue parole, nei tuoi gesti, nei tuoi pensieri e azioni una dimensione segreta si cela, un rito sacro si nasconde. Un giorno le cose che ti attorniano diverranno segni di cose celesti, simboli di cose celesti, le cose celesti stesse.

Poiché vi sono al mondo i segni che l'uomo vede con gli occhi, i segni che l'uomo nota con lo spirito, i simboli che lo legano a quel che non sa vedere, e quelle cose stesse che non sa vedere.

E i segni che vede con gli occhi sono la sua vita e il suo mondo.

I segni che nota con lo spirito sono i suggerimenti dei santi.

I simboli che lo legano alle cose celesti sono il tessuto che la Vergine Madre tesse sul Corpo di Dio.

Le cose celesti poi sono il Corpo di Dio stesso e il Suo manifestarsi.

Ecco dunque che ai segni che vedi con gli occhi nessun culto tributerai, se non il tuo stesso amore della vita, i rapporti ivi compiendosi non per intenzione ma per solidarietà.

Ai segni che noti con lo spirito concorderai il culto di venerazione ovvero dulìa, ché sono il cammino dei santi, e i rapporti ivi si compiono per progresso di purificazione.

Ai simboli che ti congiungono alle cose celesti concorderai il culto di santificazione ovvero iperdulìa, ché sono il cammino della Vergine Madre, e i rapporti ivi si compiono per amorosa contemplazione.

Alle cose celesti poi concorderai il culto di adorazione ovvero latrìa, ché sono il vestimento intimo di Dio, i Suoi molti Angeli d'Aspetto o di Faccia, la Sua stessa Parola, il Suo Cristo, e i rapporti ivi si compiono per identificazione sacra.

Quanto al Volto di Dio, al Suo Cuore ed alla Sua Generazione, non vi sono parole.

   

I TRE MONDI

Ecco dunque che il Mondo Vero procede da Dio tramite la Vergine Madre ed i santi, e Paradiso è lo stato di colui che ha percorso e ripercorso il cammino, che ha scordato e ricordato, perso e ritrovato.

Chi invece solo s'è incamminato, il suo stato fu detto dolore, fatica, Purgatorio.

Chi poi non ha mosso un passo, il suo nome e stato è Inferno e morte.

   

LA TRINITÀ

E il Padre, Signore della giustizia, guidò l'uomo fino ai regni dell'oblio.

E il Figlio, Signore della misericordia, guidò l'uomo fino ai regni della sofferenza.

E lo Spirito, Signore della verità, guidò l'uomo fino ai regni dell'amore.

Così fu il Padre origine della creazione di tutte le cose, infime e celesti.

E fu il Figlio origine del tempo, in cui tutte le cose si mescono, comunicano, crescono e scemano.

E fu lo Spirito origine dell'eternità, in cui tutte le cose si santificano, comunicano col Corpo di Dio, crescono a Lui, scemano dal mondo infimo.

Così il Padre fu Giudice dell'uomo.

E il Figlio fu Signore del mutamento e dell'angoscia.

E lo Spirito fu Presenza di bellezza e gioia.

Perciò il Padre è Signore del profondo sonno.

Perciò il Figlio è Signore del sogno.

Perciò lo Spirito è Signore della veglia.

   

LE REALTÀ MISERICORDI

I santi avi, dapprima, ti conducono alla santificazione del regno del sogno, del mutamento e dell'angoscia.

La Vergine Madre ti reca poi al Trono dell'Amore, dello Spirito, del Corpo Trasfigurato di Dio, santificando, facendoti ivi entrare, il regno del sonno profondo.

Assisa tra il sogno e il profondo sonno, o tu che molto hai vagato, Ella ti chiama e ti guida, t'istruisce e t'illumina, e se pur tu allora nel tuo corpo morissi, Ella non cesserebbe di parlarti, finché tu non avessi appreso, nitidamente compreso come percorrere la strada verso il paese profondo dell'anima, ove l'Amore si schiude in Misericordia e la Misericordia si schiude in Giustizia. Infatti non v'è errore in tale paese, non v'è opposizione in esso se non per la tua disposizione, nell'uso che tu fai dei tuoi talenti e non nei talenti stessi.

La Giustizia infinita si vestì di Misericordia e in aspetto di sofferenza vagò per il mondo, qui prodigando se stessa come amore, che è il Vino dei santi, l'Elisir della vita e della giovinezza.

E Colei, la Misericorde, che tesse il vestimento di Dio, e che genera il Sofferente, altri non è che la Vergine Madre, contessuta nella sua propria veste, Signora del mondo e Madre degli esseri.

Sia Essa lodata molto, la santificatrice, la Luce del mondo intermedio, del mondo interposto tra la Giustizia e il dolore, del mondo celato tuttavia in ogni errore, senza di che l'errante si perderebbe, si avvilirebbe, né mai potrebbe redimersi.

Sia Essa lodata molto, la Madre dei santi avi, per mezzo dei quali nel tempo ogni cosa sacra perdura. Infatti i progenitori, errando, erano però ancora pieni del ricordo delle cose intraviste in precedenza, mentre noi nulla abbiamo veduto direttamente e sempre più lungi siamo dall'origine. Tuttavia il nostro ricordo i santi avi ce lo costituiscono, ce lo tramandano, ce lo donano nei paesi del sangue e del sogno. A noi che nulla vedemmo, innumerevoli che videro, figli di quelli che per primi videro, o di questi poi seguaci, così da sempre tramandarono il ricordo; e come crebbe la lontananza nel tempo così crebbe il numero dei santi, finché il Mistero della Misericordia sarà compiuto e tutti i santi avranno bevuto il Vino della Gloria e si saranno cibati del Pane della Giustizia.

E tal Vino e tal Pane sono il Tempio e la Pietra su cui poggia il Tempio.

E il Tempio è l'Arca di Dio che sulle acque del mondo sempre naviga, e nessuno può distruggerla o prevalere su di essa, e l'Arca è la vera Chiesa di Dio, ove chi entra rimane per sempre, per sempre è .

Sventurati gli estirpati, gli snaturati, i morti nello spirito! Per essi il Padre era radice, e non hanno più radice, il Figlio era natura umana, e non hanno più natura umana, lo Spirito era vita e bellezza, e non hanno più vita né bellezza.

Se solo ricordassero! Se soltanto potessero ricordare!

Infatti Colei, la Misericorde, che intesse il nostro spirito come vestimento di Dio, che congenera la nostra anima al cospetto di Dio, ove in pieno stupore giungiamo; la Madre della glorificazione per cui non vi è popolo che non abbia tessuto lodi, Essa, la Santa per eccellenza, l'Ava degli avi, non cesserà mai di guidarci.

   

LE REALTÀ GENERATIVE

Il mistero onde nasce l'uomo è segno della Madre, Mistero di Unità tra l'uomo e Dio, il mondo e l'uomo.

Ella, l'Unificatrice, chiude nel seno le innumerevoli manifestazioni, e il suo nome e stato è Formatrice dell'Uno, Madre del Numero e delle Potenze, Signora delle Generazioni terrestri e celesti.

Il suo governo si cela in un regno dell'ombra, e quest'ombra è Ombra sacra. E l'ombra sacra sua è Ombra di Dio, e l'Ombra di Dio ciò che copre santifica, rende pregno, arricchisce a dismisura.

Uomo e donna sono segno del Mistero di Dio e della Sua Ombra, del Roveto Ardente e della Sua Luce, del Vento Tempestoso e del Suo Emettere.

Altro sono però le cose, altro Ciò di cui sono segni. Così non credere di poter vedere facilmente nelle cose del mondo i significati reconditi. Non vi è vera conoscenza se non nel seno della divinità, e se tu pertanto cerchi altro e non quest'unica cosa che vale, giammai potrai vedere il tuo vero volto, il volto di prima, il volto che potresti avere, il volto che forse avrai, il volto di sempre, celato, molto celato, celato nel profondo.

Colei che ti assiste sull'orlo dell'abisso, quando tutto ciò che sapevi è svanito, ciò che credevi è divenuto vacuità, ciò che volevi semplice fango, Ella è la Vergine Madre che il tuo sguardo non può corrompere. La Pace di Colei che forma l'Unità non può infatti essere rotta né corrotta. Se fosse possibile che qualcuno ci provasse, e non so come potrebbe, o se pure solo si proponesse di farlo, giammai La vedrebbe, ma vedrebbe solo i fantasmi generati dalla sua impurità. Così anche gli antichi tramandarono che voler vedere la Vergine, che essi chiamavano Diana, nuda coi propri occhi impuri, rende ciechi. È però vero che il cieco può tornare a vedere, e in più profondo senso chi cieco non è stato non conosce la luce. Chi infatti non ha colpe, come otterrà perdono? L'uomo che non ha errato, quando potrà tornare? Il figlio non smarrito, chi lo festeggerà?

Né ovviamente un'intenzione impropria può in alcun modo portare danno allo Spirito. Esso non può essere toccato con mani impure, ma molte vesti lo rivestono di volta in volta a seconda delle mani, e solo si mostra ai santi. E in realtà solo costoro sfuggono all'ingiustizia, gli altri la fanno e la subiscono, per il potere della loro illusione.

Tale è invero il Destino sommo, la celeste Provvidenza, che solo la Verità rende liberi, e a questa legge soggiacciono tutte le vicende umane.

E la Verità è propria dei soli santi, che la ottennero dalle mani della Vergine Madre.

Volgi dunque i tuoi occhi a Lei, ma non gli occhi del corpo o di una vuota immaginazione, bensì gli occhi dello Spirito, che si aprono per frutto dell'amore della Verità.

Ed è la Verità la cosa più pericolosa, la lama a due tagli che devi afferrare con le mani nude. Ti farà male, ma il suo male lenirà la tua angoscia, e nella solitudine del tuo cuore si accenderà la luce dei suoi occhi.

   

DE LVMINE INTERMEDII MVNDI LIBRI VNIVS FINIS

LAVS DEO

   

[1982]

   

 

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