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TENEBRE

Dario Chioli

 

Si consideri un caos, una tenebra senza luce, e figuri come condizione originaria.

Si consideri il radunarsi di questa tenebra in un essere, e quanto più la tenebra si raduna, tanto più lascia spazio, finché la tenebra ha composto con tutta se stessa una figura, attorno a cui c'è illimitato spazio.

Si consideri un caos, una tenebra senza luce, e figuri come condizione interna di quell'essere.

Si consideri il radunarsi in questa tenebra di un desiderio originario, di un centro attorno a cui ruotano le tenebre.

Si consideri la nascita di processi, di attività, incatenati a questo moto circolare, a questo centro avvolto dalle tenebre.

Si consideri la nascita in quest'essere di complessi separati, irrelati, ed infine il dipartirsi di innumerevoli esistenze ed il loro organizzarsi come elementi di una fantasmagoria.

Si consideri un caos, una tenebra senza luce, e figuri come condizione interna di ogni elemento della fantasmagoria.

Si consideri l'uomo come uno di questi elementi.

Si consideri il caos, la tenebra senza luce che è condizione interna originaria dell'uomo.

Si consideri il radunarsi di questa tenebra in un io, e quanto più la tenebra si raduna in io, tanto più lascia spazio, finché la tenebra si è tutta composta in un io, attorno a cui c'è illimitato spazio.

Si consideri come l'io, che è fatto di tenebra senza luce, posto come altro di fronte allo spazio illimitato, generi con ciò stesso la luce e perciò svanisca, al tempo stesso affermandosi nella morte e negandosi nella nascita, essere nella tenebra quando non era, non essere nella luce quando è, essere fino alla propria nascita, non essere nella nascita, come ciò che nascendo si dissolve.

Si consideri come l'uomo, fattosi luce, più non sia elemento della fantasmagoria tenebrosa, e come più per lui non sia il caos che origina la fantasmagoria, più non sia il caos primevo.

Si consideri infatti come per l'uomo divenuto luce più non possano esistere né la fantasmagoria né il caos che origina la fantasmagoria né il caos primevo, poiché la tenebra svanisce nella luce.

Davanti al raggio di luce, cede la fantasmagoria di tenebra; davanti ad una fantasmagoria di luce, cede il caos manifestante; davanti a un manifestare luminoso, cede il caos originario e rimane, sola, la luce, che è luce originaria di là dal caos originario, luce manifestante come trasformazione del caos manifestante, luce manifesta come trasformazione del caos manifesto della fantasmagoria di tenebra, come trasformazione di brama e illusione che han cessato di essere a causa dell'illuminato.

Si consideri questo processo dalla tenebra alla luce come scopo ed essenza nostra.

 

[8.XII.1977]

 

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