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LA NASCITA DELLE STIRPI

Dario Chioli

 

I Centomila Poeti uscirono dalla Terra della Norma Senza Vita e partirono alla ricerca della Bellezza.

 Camminarono per giorni e giorni, tra foreste e deserti, finché giunsero in una fresca valle, disseminata di ruscelli e di sorgenti. I Novantamila Poeti dissero: Qui è la Bellezza. E i Quarantacinquemila Poeti si congiunsero alle Quarantacinquemila Poetesse e lì si stabilirono, poiché decisero che questa era la meta del loro desiderio.

I Diecimila Poeti accettarono la loro decisione, ma non si fermarono in quella valle piacevole. Tornarono in cammino, per giorni e giorni, per deserti e foreste. Giunsero così dinanzi ad una catena di monti senza fine, e i Novemila Poeti allora si fermarono sgomenti. Ripensarono ai Novantamila Uomini Felici, alla loro magnifica valle; e desiderosi di quel che avevano lasciato diedero il loro addio ai Mille Poeti e tornarono indietro, per sentieri e pendii, finché non fu più possibile vederli.

I Mille Poeti proseguirono il cammino, e si avvidero che le Montagne Senza Fine avevano anch'esse una fine, oltre cui si stendevano le valli del Paese Felice. I Novecento Poeti, sopraffatti dalla gioia, stabilirono qui la loro comunità, e i Quattrocentocinquanta Poeti si unirono alle Quattrocentocinquanta Poetesse, innalzando i Vessilli della Contentezza.

I Cento Poeti, ostinati, andarono ancora oltre. Camminarono per giorni che parevano anni, attraversarono deserti e foreste, varcarono mari. I Novanta Poeti furono allora stanchi di quel viaggio, e guardandosi indietro videro che non c'era ritorno, e guardandosi avanti videro che non c'era una meta. Essi allora si rattristarono. Gli altri dieci poeti cantarono per loro le più belle canzoni, ma essi erano tristi e volevano morire. E così si uccisero.

I Dieci Poeti piansero per giorni e giorni, e si sentivano tristi e soli, e fragili davanti alla mole incombente della Distruzione. Ma i loro cuori ritrovarono forza, e posero un freno a quella sconfinata malinconia, poiché i Cinque Poeti e le Cinque Poetesse si erano uniti e si sostenevano reciprocamente durante il cammino.

Allora i due Distruttori distrussero le fondamenta delle difficoltà, e sulle rovine si sedettero e regnarono, e nacque da loro la Stirpe dei Distruttori.

I due Creatori crearono i ponti verso i Luoghi del Cielo e stettero a guardia di essi, e su di essi regnarono, e nacque da loro la Stirpe dei Creatori.

I due Esteti si occuparono degli ornamenti del Cielo, e in essi indugiarono e regnarono senza fine, e da loro nacque la Stirpe degli Esteti.

I due Pazzi inventarono le danze della morte e della vita, e in esse si nascosero e regnarono, e nacque da loro la Stirpe dei Pazzi.

I due Eremiti passarono oltre le Porte del Cielo, e scorsero in alto il Fiore della Bellezza. Essi allora si fermarono e guardarono, e regnarono sui propri pensieri, e da loro nacque la Stirpe degli Eremiti. E costruirono sulle trame dei pensieri ponti verso il Fiore di Bellezza che non potevano venire distrutti.

Ma all'improvviso un bimbo e una bimba emersero dalla Terra della Norma Senza Vita e si guardarono attorno stupiti, e videro il Fiore e sperarono di poterlo raggiungere.

I due Eremiti al vederli si addolcirono nel cuore e permisero ai bimbi di salire sul filo dei loro pensieri verso il Fiore della Bellezza. Essi vi accorsero, e lo presero nelle mani e scesero. E raggianti di gioia lo offrirono senza indugio ai due Eremiti.

Questi lo accettarono, e i due fanciulli fuggirono, e da loro nacque la Stirpe Senza Nome.

 

[21.I.1976]

 

 

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