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IL GRANELLO DI SENAPE

Dario Chioli

 


 Se avrete fede quanto un granello di senape, e direte a questa montagna "trasportati di qui sin là", essa si trasporterà e niente vi sarà impossibile (Matteo XVII, 20).

 

Possiamo ricavare da questa affermazione evangelica due conclusioni.

La prima è che nella gerarchia delle facoltà umane la fede è sovraordinata alla mente. Infatti la fede può operare là dove la mente non riesce a concepire, come nell'idea di spostare una montagna senza alcun mezzo fisico.

La seconda è che esiste una via che va direttamente dallo spirito all'operare senza attraversare la mente ma passando per la parola. Infatti la fede è la parola dello spirito, che si può manifestare nella parola del corpo indipendentemente dalla mente, modificando la natura fisica e la percezione per vie che eludono ogni comune previsione.

La divina inabitazione della parola è infatti il segreto di ogni invocazione rivolta a Dio.

In principio era la Parola...

E anche nel "mio" principio, nel mio spirito, c’è la parola, ben prima della mente.

Ciò che è in alto è come ciò che è in basso.

Lo spirito genera la parola, e la parola può veicolare lo spirito, che per suo tramite si svela, attraversando come folgore la mente.

La mente di per sé è una realtà intermedia, è il luogo delle forme, ed è tutt'uno con la percezione.

La sua storia è la storia del corpo, il registro della nostra esperienza, il campo della nostra interiore battaglia.

La sua comprensione ha dunque valore solo in quanto divenga parola, veicolo di sempre nuova rivelazione. Se s’irrigidisce in una serie di strutture morte non ha più alcun significato.

Dolcezza e fede permettono invece di utilizzarla a proprio beneficio.

E molte vie inattese percorre lo spirito al fine di ottenere questo miracolo.

   

[12.I.1999]

   

 

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