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IL VIAGGIO MAGICO

Dario Chioli

 

Descriverò un viaggio. Non un viaggio fatto da altri, non il racconto di un cammino del cui interprete s'è persa memoria, e neanche un percorso attraverso le attese degli eruditi o i labirinti delle biblioteche.

Parlerò del mio viaggio attraverso la Persona del mistero, che di là da ogni nome si svela in ogni nome, purché l'orecchio ascolti le assenze del suono, l'occhio si figga nell'invisibile, e la mente si denudi d'ogni pensiero.

Sono oggi in una strana situazione, come un viandante in un incrocio di strade, che potrebbe addormentarsi in una relativa pace, ma avverte il richiamo, ancora una volta, del suo difficile lontano amore.

Vorrei, alla fine, volgermi per sempre rivolgendo me stesso in ciò che m'ha cercato.

L'ho cercato nella terra che mi ha dato. Non ho rubato le parole di altri, non ho invaso i sentieri di coloro che avevano passi da compiere.

Lui stesso ha camminato nella mia anima, fatta sua terra, suo spazio, suo cielo.

Non vi è nulla in me di eterno, non vi è nulla che non lo sia. Non vi è un io dove qualcuno possa cercare affermazioni o negazioni. Il mio io è il velo sul capo della Persona del mistero.

Nel mio viaggio cercai dentro di me strade che m'allontanassero dal mondo. E in questo ottenni alcune conoscenze.

So che è possibile far venire a te le persone, se davvero lo vuoi.

So che è possibile trovare quel che ti serve, se davvero ti serve.

So che è possibile incantare porzioni di vita, se hai bisogno di questo.

Ma si deve capire che gli altri non hanno parte di ciò, e raccontarlo è quasi perderlo, e perseguirlo fuor di tempo è una stupida menzogna.

E puoi parlare al cielo, alle montagne, ai poteri di là dal mondo terreno, ma difficilmente agli uomini.

Puoi conoscere sottili misteri, sogni segreti, ma solo ciò che davvero ti interessa.

E se la Persona del mistero si svela, puoi anche operare al di fuori del tuo io.

La sua magia è un luogo segreto dove le premesse del pensiero e della percezione comuni sono inutili. Se ne parlano i saggi è una follia, se ne parlano i folli è un mercato, se ne parlano i poeti è una strada libera. Ma di poeti veri non ce n'è molti, e poche strade vengono costruite, e meno persone ancora vi sono che le vogliano percorrere.

In primo luogo tale magia è manifesta nell'amore. Molti segreti spazi si aprono nell'innamoramento, e gli esseri umani vi scoprono forze che non conoscerebbero altrimenti. Perlopiù non danno loro un nome e quindi, passato l'attimo della loro manifestazione, le scordano.

Qualcosa si svela anche nella divinazione, ma non quel che vi si cerca, bensì le forze che suggeriscono l'interpretazione. In questo senso è utile farne esperienza, se riesci a sottrarti poi al loro fascino.

Infine esistono forze oscure, e possono venire sconfitte. E le puoi sconfiggere non perché sai come fare, ma perché il tuo intento è puro e perciò non può che dissolverle riducendole in accrescimenti della tua chiarezza.

E questo significa che non c'è paura, in realtà, se non nella fantasia, e che non si può non essere se stessi nelle tentazioni, e che è questo il problema, cioè che nella tentazione è difficile mentire.

E non tutto si può combattere, ma solo le guerre per cui la Madre ti porta, che non sono quelle che sceglieresti.

   

[1997]

   

 

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