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POESIE SUL TRANSITO

di

Renato Fucini

   


Renato Fucini, che scrisse sotto lo pseudonimo di Neri Tanfucio, nato a Monterotondo nel 1843 e morto ad Empoli nel 1921, fu scrittore vivace e sanguigno. Delle sue poesie, in massima parte di tono satirico, alcune altre, che qui ripropongo, parlano della caducità della vita con toni che mi ricordano `Omar Khayyâm.

Dario Chioli, 2003


   

Da: Guazzabuglio, XIX.

Sopra un ventaglio

Chiese al ventaglio un dotto Archimandrita:
­ Dimmi, ventaglio, che cos'è la vita? -
E il ventaglio, con molle ondeggiamento:
- È tutto vento, vento, vento, vento... -

   

   

Da: Ombre, II.

Nuvole notturne

O bianche nuvolette che passate
Silenzïose al lume delle stelle,

Da qual desio, vaganti pecorelle,
Per i prati del ciel siete portate?

- Si va, si va... Poco di noi sappiamo:
Siam la rugiada e siamo la tempesta;

Ci guida il vento, a lui chiniam la testa
E, dov'ei poggia, andiamo, andiamo, andiamo...-

   

   

Da: Ombre, III.

Le Stagioni

Dicea la Primavera: - Io porto amore
E ghirlande di fiori e di speranza. -

Dicea l'Estate: - Ed io, col mio tepore,
Scaldo il seno fecondo all'abbondanza.-

Dicea l'Autunno: - Io spando a larga mano
Frutti dorati alla collina e al piano.

Sonnecchiando, dicea l'Inverno annoso:
- Penso al tanto affannarvi, e mi riposo. -

   

   

Da: Ombre, VII.

La Terra e l'Uomo

L'Uomo alla Terra: - O madre, o grande, o buona,
O generosa madre, io dal tuo seno
Tutta trassi e nutrii la mia persona,
E tutto, in cambio, il mio vigor ti diedi
Per fecondarti.

Or vecchio e curvo e di stanchezza pieno,
Che cosa, o madre, posso darti? Chiedi.-
La Terra all'Uomo, aprendo ampia una fossa:
- Vieni, rendimi l'ossa.-

   

   

Da: Ombre, VIII.

Alfa e Omega

Baci e carezze, quando nacque; fiori,
Quando morì, gli dier le genti, a gara.

Argini saldi a un fiume di dolori
Son la culla e la bara.

   

   

Da: Ombre, XI.

Vecchio sepolcro

- Nacque e morì.- Parla una pietra antica
Verde di musco, tra i rovi e l'ortica.

Senza mentire, il breve scritto dice:
- Ei fu buono e felice.-

   

   

Da: Ombre, XIX.

Salci piangenti

Non è ver che si pianga per i morti
Noi salici piangenti.

Piangiamo sulle sorti
Di voi soltanto, miseri viventi!

   

   

Da: Ombre, XX.

Somiglianza

Una goccia di pioggia e una di pianto,
Per caso, un dì, si ritrovâro accanto.

Le vide il Sole e, co' suoi raggi ardenti,
Pronto le fuse e le disperse ai venti.

   

   

Da: Ombre, XXIX.

Gocce di pioggia

Due gocce, sù, dagli alti cirri bianchi,
Cadute insiem d'un'alpe in su la sella,
Gemean, balzando per gli opposti fianchi:
- Al mar lontano, al mare! Addio, sorella.-

   

[da: Le poesie di Neri Tanfucio (Renato Fucini) con nuove aggiunte. Cento sonetti in vernacolo pisano - Cinquanta nuovi sonetti in vernacolo - Guazzabuglio - Mercanzia - Ombre. 28a Edizione, Bemporad, Firenze, 1925].

     

     

 

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