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DIALOGO CON ADELE SANFILIPPO

SUL QUESTIONARIO

   

10/11/2003

Adele - Se mi permetti, vorrei dirti ciò che penso del questionario [se vuoi vedi il questionario oppure le risposte di Adele al questionario].
È davvero una bella idea, ed essa potrebbe dare l'opportunità davvero a molta gente di esprimere ciò che sta provando e di non sentirsi straniera del tutto su questa terra, ma... secondo me potrebbe essere espresso in una forma più semplice e più accessibile alla comprensione. 
Ergo
, quando ho notato che esisteva il questionario, ed è stato almeno alla quinta visita sul sito, mi ha immediatamente entusiasmato, ma quando mi sono trovata di fronte a tutte quelle domande, in ognuna delle quali erano contenute almeno una diecina di altre domande, fino ad abbracciare praticamente tutto quello che è possibile succeda in una vita, ma espresse con termini accessibili solo a chi ha almeno fatto qualche lettura (esoterica e no), e comunque a chi abbia almeno un po' di cultura scolastica, mi sono sentita davanti a un compito difficile, al quale stavo quasi per rinunciare.
Ciò che mi ha spinto a continuare è stata la voglia di comunicare con te, unita al fatto che amo moltissimo le sfide con me stessa, senza dimenticare che ho abbastanza dimestichezza con molti termini di quelli che usi tu.
Poi a casa ci ho ripensato. Sai, in quel modo diverso di pensare che non è quello che si usa nell'immediatezza del quotidiano, ma che è una specie di ripassare le cose vissute velocemente con una lente del cuore, la quale si ferma in posti dove la mente non riteneva ci fosse nulla d'interessante, e ti fa vedere angolazioni differenti e dà pregnanza di significato a cose su cui la mente aveva bellamente sorvolato. E lì ho rivisto una serie di persone, la cui ricerca e i cui conseguimenti sono di tutto rispetto, ma che non riuscirebbero mai a capire niente del contenuto di quelle domande.
Scusami, forse mi sto intromettendo in qualcosa di tuo, del quale non conosco nemmeno gli scopi. Il fatto è che l'idea mi è piaciuta come uno strumento di scambio fra cercatori, solo che la mia esperienza mi ha dato come cercatori più sinceri e attivi le persone meno colte e istruite (forse anche a te?) e così pensavo che forse una serie di domande formulate in maniera più semplice e diretta consentirebbe ad una fascia più ampia di servirsi del tuo questionario.
Mi togli una curiosità? Quanta gente ti ha inviato il questionario finora? E tu a che scopo lo hai formulato?

11/11/2003

Dario - Sul questionario, capisco le tue obiezioni. Del resto, però, tu hai risposto benissimo, anche se alcune domande risultavano complesse. Che speranza vuoi che abbia chi non voglia mai mettersi alla prova? Non si tratta di sapere tante cose, ma di interrogarsi. Troppo new age in giro, fatto solo di mode e di frasi fatte. Chiedersi per esempio che rapporto si abbia coi minerali può parere incongruo, ma può (può, non deve) servire a riflettere. Il senso del questionario stava proprio nel far riflettere a 360 gradi, nel suo contrastare i meccanismi di "scuola" che restringono il campo percettivo per farlo aderire alla pochezza mentale dei vari guru e guretti.
Sinceramente non credo che sia una questione di cultura, al massimo a qualcosa uno non risponde. Se poi è troppo timido, non so, non penso che succeda spesso, del resto non posso scrivere un questionario per timidi. Per farti un esempio, un sacco di gente frequenta psicologi, palestre yoga ecc. ma non ha la minima percezione del mondo animale. Ora, il mondo animale noi ce l'abbiamo dentro. Se non lo riconosciamo, piantiamo un casino. Vogliamo forse essere tutti cloni cittadini di Woody Allen?
Al questionario non hanno risposto in molti; oltre ai due - ora tre con te - presenti sul sito, altri quattro o cinque che l'hanno fatto su carta. 
Condivido la tua affermazione che le persone più credibili non sono in genere gli intellettuali. Esistono tuttavia delle eccezioni, poche. Qualcuno cerca veramente attraverso lo studio, e allora ottiene ottimi risultati, anche se non ottiene posizioni sociali rilevanti. Conoscere, di per sé, è comunque meglio che ignorare, purché non si intenda per conoscere solo l'aver letto e ripetere a pappagallo o peggio.
Per me formulare il questionario è stato un po' come rispondervi. Ho delineato il campo. E forse in parte l'ho fatto per tedio verso le posizioni ristrette e infantili di molta gente che conoscevo. Lo scopo? Prima di tutto far vedere. Mostrare un panorama vasto, che anche, caso mai, spiazzi. Come a dire: Non ci sono solo i tuoi problemi psicologici, ma la tua posizione nel mondo, verso il tuo prossimo, verso Dio. Cosa vuoi fare? Ed è stato un discorso rivolto anche a me stesso.

   

   

 

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