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Roberto Rossi Testa

LA NOTTE DELL'IMPRESA

  (1994)

   

Paris Bordone, San Giorgio e il drago

Paris Bordone, San Giorgio e il drago

 

   

La notte precedente la battaglia
io sudo sangue e parlo con le ombre;
sono pallido e nero di fuliggine,
la mente mi si svuota e si riempie,
e il corpo varia in forma e dimensione
per farsi penetrare dalle forze.
Chi entra allora, se non è dei miei,
maledice o m'irride o si spaventa,
né crederebbe mai
che a giorno potrò reggere la spada.
Ma il combattente va provato in campo:
e all'alba mi sviluppo dalle bende,
indosso la corazza e i tuoi colori.
E basta che mi annodi
un tuo nastro alla punta della lancia
per fare il vuoto in me,
sì che pure all'intorno faccio il vuoto;
e avanzo nel tuo nome e nel tuo sguardo
sentendo solamente la tua musica:
che all'esterno di me diventa grido,
grido di morte per chi mi resiste,
finché il mio sangue disfrenato corra. 
   

 

Se pure mi spiegassi, come poi
mi potresti capire?
In questa mente catafratta e aperta
sono in troppi a parlare,
ed io riesco a pena
a distribuir le parti e a modulare
le voci altrui, che offuscano
o fan brillar la mia;
ma che talvolta sento di piegare
al tuono della voce più superna.
È questa la mia arte.
Tu sta' lontana, stattene in disparte,
non puoi seguirmi dove mi riduco:
è di tutti il dolore che mi anima,
la gloria e la battaglia mie soltanto.
Resta però se vuoi ad aspettarmi,
con un bacio uno sguardo un fazzoletto,
sulla mortale soglia:
finché da sangue e vetro, e piombo ed aria,
più non ritorni indietro.

 

 
  

Adesso un altro nome è la mia impresa,
un altro vento gonfia la mia vela;
nuove stelle nel cielo, e una montagna
che emergendo dal blu mi viene incontro.
Io non sapevo allora; non credevo,
nella mia pace armata, che mai più
avrei cercato il turbine e lo schianto.
Ma niente nella vita ha fatto un salto,
tutto è fedele a sé, tutto è annodato;
ciò che è duplice e varia
è solo la parola che lo narra.
Così che fra di noi non ha importanza
chi attacca o si difende,
chi prende o a farsi prendere acconsente,
chi fermo attende e chi irrequieto danza.
Ardo della tua calma,
vibro della tua luce nera e calda.
Tu che hai freddo e che tremi àlzati e guarda.

 

   

   

   

Roberto Rossi Testa (*), nato il 17 settembre 1956 a Torino, vi ha vissuto e lavorato finché non si è trasferito a San Raffaele Cimena, dove è morto il 28 gennaio 2016. 
In poesia partecipò all'opera collettiva Pharmakos (Torino 1984) e pubblicò le raccolte Stanze della mia Sposa (Hellas, Firenze, 1988), Poca luce (Nino Aragno Editore, Torino, 2002), da cui è tratta La notte dell'impresa Eunoè. Poesie 1988-1995 (Manni Editori, Lecce, 2005), Sposa del vento. Poesie 1984-2004 (Aragno, Torino, 2007) e Poesie per un no (Aragno, Torino, 2010). Collaborò inoltre a numerose riviste sia italiane che estere, fra cui L'anello che non tiene (cfr.  Pentecoste, poi riedita in Eunoè), Poesia, Schema, Testo a fronte, Yale Italian Poetry (cfr.  Grazie).
In prosa pubblicò il libro di racconti Storie di dèi e di animali (Petrini, Torino, 1995), da cui sono riprodotti sul nostro sito Il toro bianco e Il cigno di Leda.
Collaborò al blog letterario La Poesia e lo Spirito. Una sua silloge intitolata La notte dell'impresa è scaricabile in forma di libro elettronico all'indirizzo http://www.larecherche.it/public/poesia2punto0/La_notte_dell_impresa_di_Roberto_Rossi_Testa.pdf. Sue poesie sono presenti anche all'indirizzo http://www.italian-poetry.org/rossi_testa_roberto.html.

Svolse un'intensa attività editoriale come traduttore e curatore, in primo luogo di testi poetici e di opere riguardanti il mondo arabo-islamico, la critica letteraria e d'arte (da Tagore a Gibrân, da Ortega a Huysmans, da Ibn `Arabî a Blake). Nel 2007 uscì la sua traduzione del Latino mistico di Remy de Gourmont (Aragno, Torino), e nel 2008 uscì quella de L'Interprete delle Passioni («Tarjumân al-Ashwâq») di Ibn `Arabî (Urra-Apogeo, Milano, con prefazione di Gianni De Martino), opere per cui profuse grande impegno. 

Su SuperZeko sono presenti sue traduzioni da Percy Bysshe Shelley, Alfred Tennyson, Younis Tawfik, William Blake e Jaufré Rudel, nonché la sua versione  integrale de L'Interprete delle Passioni («Tarjumân al-Ashwâq») di Muhyî-d-Dîn ibn al-`Arabî  (cfr. parte I parte IIparte IIIparte IV). 

Poco prima di morire ha pubblicato la sua ultima opera di poesia: Il sole della notte, alla chiara fonte editore, Lugano, gennaio 2016.

 

(*) Per l'anagrafe è Roberto Rossi, ma dal 1989 firmò i suoi lavori con l'aggiunta del cognome materno al fine di evitare confusioni con omonimi.

   

   

 

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