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POESIE PER UN NO

Roberto Rossi Testa

    
  

Un no che libera, per lasciare vivere le cose che valgono  

«La memoria di un altro | abita il mio deserto»: il poeta, il cui cuore è «perennemente avvolto | di nebbie oltremarine», abita il proprio involucro mondano così come un uccello che attenda di uscire dall'uovo e volare via.

Ma qual è, si chiede, il senso della sua vita? Quali aurore e crepuscoli si preparano alla sua anima?

L'antica caduta di Adamo lo prova, lo condiziona, lo predispone alla morte, lo fa soffrire mostrandogli la sua duplicità di eterno troppo obliato e di caduco troppo rammentato, duplicità in cui però, a ben vedere, si cela una via segreta:

L’infimo ed il sublime
ho qui tenuti insieme:
non per contraddizione
o per burla maligna,
ma perché l’esperienza
per avventura può
restituir l’innocenza.

È questa un'opera in cui si schiudono molte intime rivelazioni, in cui potenti visioni emergono dallo sfondo della vita quotidiana:

Tanti uomini uccise
per te un geloso demone;
ma non poté con l’ultimo,
in combutta con l’Angelo,
che lo scacciò in catene.

A fronte di tutto ciò, chiedersi il perché della propria sofferenza, pare davvero una «domanda sciocchissima».

Dario Chioli
22/10/2010

  


Fonti:

I versi sopra citati sono tratti dalle pp. 35, 26, 37, 43, 51. Qui sotto riporto le ultime tre sezioni di "Esse Erre Elle" (pp. 11-13) e le prime cinque delle "Canzoni di prima del risveglio" (pp. 15-17), a mio avviso eccellenti.

In copertina: un particolare del pavimento a mosaico della basilica della Dormizione a Gerusalemme

  

Nino Aragno Editore, Torino, 2010
Collana: Licenze poetiche
57 pagine
€ 10,00

ISBN: 978-88-8419-474-9

Si trova nelle migliori librerie
ma si può anche ordinare on line direttamente all'editore:
info@ninoaragnoeditore.it

 

 

   

ESSE ERRE ELLE

  

7.

  
Sulla riva del mare
due bimbi e una bambina
giocano sulla sabbia,
fabbricano castelli
insidiati dall’onda.
Pare loro d’avere
tutto il tempo che serve,
e davanti al tramonto
non dimostrano fretta:
la bambina s’incanta
sulle formine a forma
di cometa e farfalla,
mentre i suoi due compagni
s’incantano di lei.
È vero che il più grande
lascia ogni poco il gioco
se passano bambini
di cui prende il secchiello,
di cui lecca il gelato;
ma vedendo il più piccolo
che abbraccia la bambina
e le mette collane
di perline e di ghiande
ritorna verso i due,
gettandosi a dividerli.
Un ben strano spettacolo
che va avanti da tanto,
tanto che di bambini
forse han solo l’aspetto,
quello dato dai tre.
Un ben strano spettacolo,
ed ancora più strano
se si osserva che il piccolo,
ormai quasi nell’ombra,
nell’aria che raffredda,
col dito in terra traccia
segni che l’onda subito
rotolando cancella;
ma che le sue manine
non son sporche di terra,
bensì lorde d’inchiostro.

  
8.

   
Pietà pace pietà.
L’amore al bell’oggetto
invita a superarlo.
Nella storia di corpi
che tacciono e si aprono,
storia di cuori e crepe
di cui dietro a chi entra
si richiude la porta,
non più che uno spiraglio
rimanga, e venga un raggio.
Venga l’amore giusto
se non è troppo tardi,
se a far buona una vita
un’ora buona è tanto.

  
9.

  
Il vento, il vento. Facci
volare una cometa.
Alta incroci splendente
sopra queste miserie,
culmine e fine interpreti
d’ogni tuo desiderio.
Ad un colpo più forte
strapperà il filo e certo
cadrà, ma fuori vista.
Tu pensala così,
fra le stelle per sempre,
insieme al nome tuo
sull’agenda di lei
dopo tre lustri infine
infine per esteso:
mai più, con ciò che portano,
mai più tornati a terra. 

  

* * *

  

CANZONI DI PRIMA DEL RISVEGLIO

  

1.

  
Non diciamolo, è presto,
che ieri sotto il ponte
ho visto un mulinello
e sono sceso all’argine,
dove un pesce affiorando
mi recava dei doni:
un anello per te,
e per me canti nuovi.
Silenzio, lo diremo
solo a fatti compiuti.

  
2.

  
Attento, pescatore,
il fiume è quasi immobile
ed il sole martella.
I tuoi occhi si chiudono
e dall’acqua si leva
una nebbia di sogni:
i tuoi morti ti chiamano,
miagolando insidiosi
come gatti o pallottole.
Incontrali se vuoi,
le occasioni non mancano,
ma non in questo sonno.
Scuotiti, pescatore,
cala la lenza e rema:
ai tuoi fianchi le rive,
davanti a te l’oceano.

  
3.

  
Gettato fra le canne
uno specchio incrinato.
Non passare ignorandolo,
con pazienza infinita
raccoglilo e con te
portalo sempre e sempre,
senza sperderne i pezzi.
Nel suo volto rotondo
vedrai il mondo com’è,
e quando sarà vuoto
saprai che è giunta l’ora.
Non passare ignorando
chi alla riva ti aspetta.

  
4.

  
È lontano l’oceano,
non lo raggiungerai
col remo o col pensiero:
ma facendoti acqua,
ma sciogliendoti in pianto:
vivrai goccia fra gocce
un’arcana avventura,
al fondo e anche su in alto
dove ti avrà chiamato
col suo mortale bacio
il Sole, a contemplare
senza mai più parole.

  
5.

  
Fa’ presto, lentamente:
raccogli i tuoi attrezzi,
metti la barca in secca
e va’, sali le scale
che t’innalzano a lei,
a lei che come bimba
aspetta il tuo regalo
e nel suo volto dona
la visione a chi osa.
Va’ lentamente, in fretta.

  

  


Roberto Rossi Testa (*), nato il 17 settembre 1956 a Torino, vi ha vissuto e lavorato finché non si è trasferito a San Raffaele Cimena, dove è morto il 28 gennaio 2016. 
In poesia partecipò all'opera collettiva Pharmakos (Torino 1984) e pubblicò le raccolte Stanze della mia Sposa (Hellas, Firenze, 1988), Poca luce (Nino Aragno Editore, Torino, 2002), da cui è tratta La notte dell'impresa Eunoè. Poesie 1988-1995 (Manni Editori, Lecce, 2005), Sposa del vento. Poesie 1984-2004 (Aragno, Torino, 2007) e Poesie per un no (Aragno, Torino, 2010). Collaborò inoltre a numerose riviste sia italiane che estere, fra cui L'anello che non tiene (cfr.  Pentecoste, poi riedita in Eunoè), Poesia, Schema, Testo a fronte, Yale Italian Poetry (cfr.  Grazie).
In prosa pubblicò il libro di racconti Storie di dèi e di animali (Petrini, Torino, 1995), da cui sono riprodotti sul nostro sito Il toro bianco e Il cigno di Leda.
Collaborò al blog letterario La Poesia e lo Spirito. Una sua silloge intitolata La notte dell'impresa è scaricabile in forma di libro elettronico all'indirizzo http://www.larecherche.it/public/poesia2punto0/La_notte_dell_impresa_di_Roberto_Rossi_Testa.pdf. Sue poesie sono presenti anche all'indirizzo http://www.italian-poetry.org/rossi_testa_roberto.html.

Svolse un'intensa attività editoriale come traduttore e curatore, in primo luogo di testi poetici e di opere riguardanti il mondo arabo-islamico, la critica letteraria e d'arte (da Tagore a Gibrân, da Ortega a Huysmans, da Ibn `Arabî a Blake). Nel 2007 uscì la sua traduzione del Latino mistico di Remy de Gourmont (Aragno, Torino), e nel 2008 uscì quella de L'Interprete delle Passioni («Tarjumân al-Ashwâq») di Ibn `Arabî (Urra-Apogeo, Milano, con prefazione di Gianni De Martino), opere per cui profuse grande impegno. 

Su SuperZeko sono presenti sue traduzioni da Percy Bysshe Shelley, Alfred Tennyson, Younis Tawfik, William Blake e Jaufré Rudel, nonché la sua versione  integrale de L'Interprete delle Passioni («Tarjumân al-Ashwâq») di Muhyî-d-Dîn ibn al-`Arabî  (cfr. parte I parte IIparte IIIparte IV). 

Poco prima di morire ha pubblicato la sua ultima opera di poesia: Il sole della notte, alla chiara fonte editore, Lugano, gennaio 2016.

 

(*) Per l'anagrafe è Roberto Rossi, ma dal 1989 firmò i suoi lavori con l'aggiunta del cognome materno al fine di evitare confusioni con omonimi.

   

 

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